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di Rino Giacalone - 29 marzo 2011
La Libia e Kinisia tornano ad incrociarsi. Da una parte la guerra e dall’altra quella che oggi si chiama «immigrazione clandestina» e che forse ieri veniva chiamata, e vista altrettanto in modo pericoloso, «infiltrazione» sono questi il loro comune denominatore, nei tempi andati come adesso.
     


Oggi con la tendopoli che nell’ex aeroporto militare ospiterà entro venerdì mattina quasi 800 di quegli immigrati libici che sono arrivati a Lampedusa come profughi dal loro paese dilaniato dalla guerra civile e martoriato dalle bombe dell’alleanza dei «volontari» che per quanto intelligenti (le bombe) esplodono causando morte.

Kinisia è l’aeroporto dei «misteri». In mezzo alla campagna appena fuori Trapani c’è una lunga pista, dove stanno piantando le tende, vicino delle strutture diroccate, una vecchia torre di controllo, questo fu aeroporto militare chiuso oltre 20 anni addietro. Una lunga pista di cemento tra le terre in parte coltivate, una serie di arbusti, uliveti, delle serre distrutte. L’aeroporto dei «gialli» perchè qui venivano ad esercitarsi gli uomini della Gladio siciliana, la struttura «parallela» della Nato venuta ad insediarsi a Trapani quando il suo «impegno» strategico sulla carta era «fronteggiare il “pericolo” comunista». Quando cadde il muro di Berlino, Gladio con il centro Scorpione era già insediato a Trapani dal 1987. A capeggiarlo un “maresciallo” del Sismi, Vincenzo Li Causi, morto ammazzato nel 1993 in Somalia da cosidetto «fuoco amico» alla vigilia di un suo ritorno a Trapani dove i magistrati volevano sentirlo ancora sugli affari della Gladio trapanese. La struttura restò in piedi tra il 1987 ed il 1990,  ufficialmente doveva occuparsi «di una possibili infiltrazione dalla Libia» l’unico atto che fece riguardò la comunità Saman e un possibile traffico di stupefacenti dentro la stessa comunità.

A Kinisia si dice che in quello stesso periodo  avvenivano strani traffici. Aerei che atterravano che venivano a prendere armi arrivate a Trapani via mare. Una storia mai chiarita che resta sullo sfondo del delitto di Mauro Rostagno che finisce con il mettere insieme Kinisia, Gladio e la Saman. Rostagno sarebbe riuscito a riprendere uno di questi misteriosi arrivi. Una porzione di campagna trapanese carica dei «fantasmi» di una Repubblica che è riuscita a mantenersi anche grazie ad accordi inconfessabili, trame che passano per Trapani, «territorio di conquista», ieri con le vicende rimaste oscure oggi con l’aeroporto civile che chiude e con la tendopoli che ospiterà tanti fuggiaschi dalla Libia mentre sopra le loro teste anche quando saranno sotto queste tende continueranno a volare gli aerei che dalla vicina Birgi partono per bombardare il loro paese.

Oggi Trapani ha deciso di protestare. La gente delle campagne attorno a Kinisia è scesa per strada a bloccare i mezzi dell’Esercito e dei Vigili del Fuoco che andavano a completare l’impianto della tendopoli, da un’altra parte c’è la gente che protesta per l’aeroporto civile chiuso. Non siamo in guerra continuano a dire gli amministratori pubblici preoccupati che le notizie che escono dagli schermi tv rappresentino Trapani come territorio di guerra e allontanino i turisti, ma qualcuno la guerra qui l’ha portata lo stesso. E pensare che i trapanesi, allocchi, pensavano che dovevano arrivare le barche della Coppa America, sono arrivate invece quelle dei clandestini che hanno un solo diritto, quello della migliore accoglienza e non trattati come terremotati.