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di AMDuemila
"Nel merito non c'è nulla da rilevare. Tutto è avvenuto seguendo le procedure: la difesa presenta la sua istanza su motivi che un giudice ritiene fondati e accoglie. Eppure la sensazione di aver subito una beffa è forte. E fa rabbia. Come si può spiegare a un cittadino comune che, con quel curriculum criminale, Carminati adesso stia a casa sua?". E’ questo il commento del magistrato, Alfonso Sabella, in un’intervista al 'Corriere della Sera’, riguardo la scarcerazione dell’ex Nar Massimo Carminati. Secondo il magistrato "Carminati libero fa rabbia proprio perché quello che è emerso a carico suo e degli altri condannati è devastante”. Riguardo all’annuncio del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sull’invio di ispettori, Sabella ha evidenziato che “in casi così delicati è giusto fare tutte le verifiche anche per assecondare questi umori. Ma onestamente non vedo quali errori potrebbero ravvisare gli ispettori. È stato seguito il codice e anche se la decisione amareggia va rispettata. Il problema è tutto qui”. "La norma in vigore al momento degli arresti prevedeva otto anni di pena massima per la corruzione, Carminati ne ha scontati già due terzi e dunque ha maturato il diritto ad uscire - ha aggiunto - Queste norme nascono da una impostazione di trent'anni fa e dalla indicazione di evitare i maxi processi. Che invece si continuano a celebrare. Quanto ai termini di custodia, siamo uno Stato iper garantista e questo inevitabilmente allunga i tempi della giustizia. Bisognerebbe avere processi più veloci". "Nei mesi che ho trascorso in Campidoglio ho visto tanta corruzione o meglio la disponibilità del sistema a piegarsi ad interessi privati. - ha concluso - Anche per questo l'assoggettamento alle armi e alla violenza non c'è stato. La violenza non era necessaria”.

Foto © Imagoeconomica

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