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Gilda Sciortino intervista il sindaco Leoluca Orlando
Si sarebbe dovuto tenere venerdì 12 giugno, a Palermo, l’incontro di “Seebrücke”, rete di 110 comuni e Ong che si dichiarano porto aperto e sicuro e che offrono accoglienza ai migranti. Alleanza presentata ad Amburgo dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che la promuove insieme al vescovo Heinrich Bedford-Strohm, capo della chiesa evangelica tedesca, che dallo scorso 4 ottobre è anche cittadino onorario di Palermo. Causa Coronavirus purtroppo l’appuntamento è slittato a data da destinarsi.

Incontriamo il primo cittadino per parlare dell’ultimo naufragio in ordine di tempo in seguito al quale la Marina Tunisina ha recuperato nell'area del mare situata tra El Louza (Jebeniana) e Kraten al largo delle isole Kerkennah circa 40 corpi.

Come mai non c’è proprio modo di porre fine a queste continue morti nel Mediterraneo?
«
Ci sono tante realtà come per esempio l’Alan Kurdi – spiega il sindaco, Leoluca Orlando – sulle quali sventola la bandiera palermitana. L’ulteriore occasione per ribadire il nostro principio di salvaguardia dei naufraghi nel Mediterraneo lungo le rotte delle migrazioni».

Una delle numerose tappe di civiltà che il primo cittadino compie per fare in modo che il Mediterraneo possa non essere più quel cimitero nel quale “custodire” i corpi di migliaia di migranti. Un esempio su tanti,  le mamme coraggio tunisine che lo scorso dicembre  sono state ascoltate ad Agrigento dal procuratore aggiunto, Salvatore Vella, titolare dell’inchiesta sul naufragio di Lampedusa del 7 ottobre. Sono state, poi, ricevute dal sindaco per chiedergli sostegno nella ricerca dei loro ragazzi.

«Per la prima volta un magistrato chiama per sentirle a cuore aperto madri di dispersi. Rendiamoci conto - aggiunge il primo cittadino - che siamo davanti  a una doppia mortificazione: quella della vita e quella della morte per quello che io considero un genocidio. È la normativa europea che produce un genocidio. Ho più volte affermato che ci sarà un secondo processo di Norimberga, non so se sui libri di storia o davanti a un tribunale, ma qualcuno  dovrà rendere conto delle migliaia di morti nel Mediterraneo. Mentre i nostri nonni potevano dire  che non sapevano nulla del genocidio nazifascista, noi non potremmo dire ai nostri nipoti che non eravamo a conoscenza di tutto ciò. Abbiamo una conoscenza e una coscienza. Questo ovviamente produce un’enorme sofferenza che si aggiunge al dolore della morte perché, anche l’assoluta impunità dei responsabili, che non sono soltanto i criminali che speculano, genera gli scafisti.  Se, infatti, non ci fosse questo sistema così carico di vincoli, così proibizionista e negatorio dei diritti umani gli scafisti non esisterebbero. Da che mondo è mondo il proibizionismo genera criminalità organizzata. Ricordiamo o no quello americano che produsse la mafia americana? Il principio é sempre lo stesso. Se sono malato e ho diritto alla salute, aspetto che venga il medico, ma se questo non arriva giungerà lo stregone».

Qual è allora il tema di fondo?
«Il tema di fondo è che l’Europa,  non svolgendo il suo ruolo di riconoscimento e  di rispetto dei diritti umani, alimenta coloro che guadagnano sulla vita e sulla morte dei migranti e che, se ci fosse l’accoglienza  necessaria,  resterebbero disoccupati. Io ho fatto una denuncia formale alla Corte di Giustizia Europea nei confronti degli stati responsabili di genocidio. Mi hanno risposto dicendo che la stavano esaminando. Domani, quando ci sarà il Processo di Norimberga, potrò dire che per lo meno Palermo non potrà essere portata sul banco degli imputati. Questa, però, non è solo una mia idea personale. Se pensiamo che il candidato della lista Salvini ha ottenuto contro di me il 2% posso pensare che l’1% dei voti che ha ottenuto non ha votato per me per il traffico e la pulizia della città e non per la politica di accoglienza?».

Le numerose missioni italiane ed europee sono riuscite a costruire un modello di gestione efficace?
«
L’unico momento di civiltà è stato Mare Nostrum, ovviamente interamente a carico  dell’Italia. Praticamente è stato uno schiaffo a ripetizione all’insensibilità di tanti stati europei. La sua chiusura ha inevitabilmente alimentato gli scafisti. A Palermo, però, durante il periodo della pandemia,  con la vicenda della Alan Kurdi, abbiamo dimostrato di avere saputo coniugare il diritto alla salute dei palermitani con il diritto alla salute e alla vita dei migranti. Hanno fatto tutti la quarantena,  senza che si scoprisse neanche un positivo, e, finito tutto, sono stati accolti in giro per l’Italia. Si può agire in maniera corretta per il bene comune».

Si continua a discutere di chi abbia diritto di stare in Europa. Perché non si riesce a trovare una soluzione che metta d’accordo?
«Faccio un esempio per tutti. Io sono contro il permesso di soggiorno, è risaputo, però l’Europa dice che i soli ad avere diritto di stare sul suo territorio sono i rifugiati, coloro che vengono da paesi in cui ci sono condizioni ritenute universalmente insopportabili..Bene, per un momento rinuncio alle mie opinioni e mi attengo rigorosamente alle prescrizioni europee. Mi riferisco a quelle ufficiali che dicono che il siriano che arriva in Europa ha diritto di starci. Accetto pure la distinzione, che  solitamente non accetto, tra migranti politici e migranti economici.  Io sono siriano, l’Europa mi dà diritto di stare sul suo suolo, ma non mi consente di arrivarci legalmente. Sarebbe semplicissimo risolvere il problema. Dieci posti di polizia in altrettanti aeroporti europei; consenti di acquistare il biglietto, ovviamente business class (il suo costo è un decimo rispetto a quanto si pagherebbe agli scafisti), andata e ritorno, a chi ritiene di avere il diritto di stare in Europa.  Instambul/Madrid, Instambul/Roma, all'arrivo il controllo e, se sei un vero siriano, entri, diversamente torni a casa. Tanto hai già il biglietto. È  normale che ci siano persone che hanno diritto di stare in Europa, invece noi li costringiamo ad affidarsi ai criminali facendo rischiare loro la vita per dei principi che non hanno fondamento. È  come dire, in Italia esiste il diritto di proprietà. Qualcuno vuole metterla in discussione? Puoi difenderti davanti al tribunale, ma ci vai accompagnato da un mafioso? Improponibile. L’Europa ha codificato che, per avere riconosciuto un diritto, devi rivolgerti a un criminale. Ovviamente sto facendo un ragionamento dentro l'attuale normativa europea, in base alla quale possono entrare solo i ricchi magari prendendo a noleggio un yacht, mentre i poveri si affidano solo alla fortuna e muoiono. Posso dire che questi morti dovrebbero essere oggetto di un processo penale?  Dopodiché è evidente che, se ci fosse un sistema di accoglienza, non esisterebbero neanche le Ong e le navi. Che per fortuna esistono e salvano vite».

Tutto questo ci riporta alle storie delle madri coraggio che piangono i loro figli sul fondo del Mediterraneo.
«Qui c’è un problema che riguarda prima di tutto la sofferenza per la morte, il genocidio; poi c’è il fatto che, quando vengono a cercare giustizia come hanno fatto le madri che ho ricevuto lo scorso dicembre,  lo fanno a loro spese, con un visto di 3 o 4 giorni.  Poi devono tornare a casa, senza neanche essere sentite dal pubblico ministero. Una sofferenza giuridica, umana e sociale».

Di tutto questo se ne accorge solo l'uomo Leoluca Orlando, il primo cittadino di Palermo?
«Possiamo mai pensare che un ministro degli Interni non si accorga di quello di cui mi accorgo io? Possiamo credere che il presidente del Consiglio come anche un capogruppo alla Camera o al Senato di un qualunque partito politico non sappiano quel che so io? Siamo di fronte a una colpevole omissione per la quale qualcuno pagherà. E non dovranno essere le vittime o i loro familiari. Per loro ci deve essere solo giustizia».

Foto © Imagoeconomica

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