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di AMDuemila
Vittima di usura: "Senza lavoro non sappiamo come andare avanti"

Dopo aver denunciato il racket mafioso, dopo aver perso tutto e dopo aver attraversato mille difficoltà, Bennardo Raimondi, ceramista vittima di usura, torna a lanciare un appello alle istituzioni affinché non dimentichino tutti coloro che, come lui, hanno cercato di dare un contributo per la legalità.
In tempi di coronavirus, infatti, tutto viene reso più difficile ed anche quelle poche fiere ed eventi a cui si aggrappava per andare avanti con la sua famiglia non sono state rese più possibili. "La mia storia - scrive - è quella di un artigiano ceramista presepista di Palermo con un'esperienza di 44 anni. Per vari motivi, non di certo per colpa del virus, ho letteralmente perso tutto ed ogni giorno lotto per dare alla famiglia una dignità". In questo momento di emergenza sanitaria, come sta accadendo a tante altre persone che vivono pesanti disagi sociali, anche Raimondi si trova a dover chiedere aiuto agli amici più stretti, in quanto dalle istituzioni preposte le risposte sono pressoché assenti: "Io non ho da tempo partita iva o affini. Mi arrangiavo con le sagre o con le fiere che da mesi ormai non si fanno più. Solo grazie agli amici stiamo riuscendo ad andare avanti. Adesso come pago le bollette? Come posso fare spesa? E' mai possibile che lo Stato non tuteli chi vive queste situazioni difficili, in particolare laddove c'è stato un impegno a denunciare il malaffare, il racket, le estorsioni e le vessazioni subite? Fino a quando potremo resistere. Ci sono tanti imprenditori che sono fermi e rischiano di arrivare a gesti estremi perché ormai prossimi al fallimento. Ho anche provato a chiedere aiuto ad altri enti e associazioni, ma anche lì mi dicono che vivono delle difficoltà".

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