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di Biagio Maimone
Il mezzogiorno, da sempre abbandonato a se stesso a causa di logiche di potere, è sempre più povero e la disoccupazione è aumentata perché le piccole aziende, le poche che sono nate nei territori meridionali dell’Italia, chiudono probabilmente per l’eccessiva pressione fiscale. Si è raggiunto un livello di povertà che fa pensare al terzo mondo. Nulla di nuovo, in quanto il Sud, secondo alcune proterve logiche di potere economico e politico, deve rimanere povero per poter essere il “materasso” del Nord. Il potere economico e politico che ha guidato, nel corso della storia il nostro Paese, già dai tempi di Mazzini e Cavour, ha stabilito che il Sud non doveva progredire e restare arretrato. Così industrie, lavoro e progresso hanno preso piede solo nei grandi centri urbani del Nord e nel Sud dell’Italia è proliferata la disoccupazione e l’arretratezza dei suoi territori . Da qui la mafia, che ha governato indiscussa, facendo dello stato di arretratezza delle terre del Sud la sua leva del potere. Si direbbe che il Nord ha accolto il valore aggiunto offertogli dalla mafia del Sud, che gli ha anche assicurato manovalanza armata per la gestione del proprio potere economico e politico. Ma occorre fare una considerazione vincente a favore del Sud Italia ed è che, nell'epoca attuale, bisogna fare i conti con l”emancipazione e con la tecnologia. Potrà verificarsi, in tal modo, che le logiche di potere esistenti siano sgominate dai giovani meridionali che, con la loro energia, saranno in grado di cambiare le cose. Il Sud è ricco di cultura, tradizione e storia, che costituiscono un patrimonio davvero inestimabile su cui porre le basi della rinascita di queste terre, che sono state fonte di cultura e di affermazione per la nostra Italia. Solo così si sovvertirà la scelta di chi vuole lasciare nella depressione il nostro mezzogiorno per trarne vantaggio e ricchezza per pochi.

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