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20190523 ogni giorno sulle orme falconeConcerto dell’Orchestra e coro giovanile “Falcone Borsellino” della Fondazione “La città invisibile”

Nessun mandante è stato condannato della Strage di Capaci dopo 27 anni! Pesa questo vuoto nella storia della Repubblica, pesa e indigna. Nella strage furono barbaramente uccisi il giudice Giovanni Falcone e, con lui, la moglie magistrato Francesca Morvillo, i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro e ferite 23 persone, tra cui gli agenti Paolo Capuzza, Giuseppe Costanza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello. Una svolta c’è stata con la sentenza di condanna di personalità esterne alla mafia, nel Processo Trattativa Stato-Mafia. Grazie a questa storica sentenza infatti finalmente, si è potuto ricostruire il coinvolgimento di una parte deviata dello Stato, un pezzo di quel sistema di “menti raffinatissime” di cui parlò lo stesso Falcone all’indomani del fallito attentato alla Addaura. Risultato che si deve alla tenacia dei Pm Nino Di Matteo, Teresi, Del Bene e Tartaglia. Alla solidità della Corte di Palermo presieduta da Alfredo Montalto. Ogni tentativo di cancellare questo traguardo (come ha sottolineato bene recentemente il direttore di ANTIMAFIADuemila, Giorgio Bongiovanni), con polemiche e dichiarazioni illogiche, non fa che accrescere in noi cittadini il bisogno di continuare a scavare per dare risposta ai tanti interrogativi che riguardano la strage di Capaci, di Via D’Amelio e di tutti gli altri drammatici atti di terrore imposti al nostro Paese. Ma più di uno spiraglio nella ricerca della verità si è aperto nel 2018, che è stato appunto l’anno della sentenza sulla Trattativa Stato-Mafia. Inoltre nel 2018 è uscito il libro del giudice Carlo Palermo, dal titolo La Bestia, contenente la ricostruzione corroborata da documenti e prove certe, di un probabile movente della strage di Capaci. Infatti Carlo Palermo avrebbe scoperto che l’ultimo atto compiuto da Giovanni Falcone è stato quello di estradare negli USA il terrorista arabo Al-Jawari arrestato in Italia. Con questo atto, l’Italia violava il cosiddetto “Lodo Moro”, che sino a quel tempo aveva consentito ai terroristi palestinesi dell’OLP un lasciapassare di uomini e armamenti attraverso i territori del nostro Paese per ottenere che l’Italia non subisse attacchi terroristici di matrice islamica. La consegna di Al-Jawary ebbe un peso nella strage di Capaci? Sembra proprio di sì, visto che il processo ad Al-Jawary assunse un ruolo mediatico cruciale negli Stati Uniti e servì a motivare l’opinione pubblica nei confronti di un intervento bellico USA in Medio Oriente. Dopo la strage di Capaci, un imputato di quel processo, Giancarlo Formichi Moglia, detto il “riciclatore”, la cui estradizione in Italia fu scambiata con quella di Al-Jawary in seguito all’uccisione di Falcone, si rese disponibile a parlare con Borsellino, ma non fece in tempo, perché Borsellino venne ucciso il giorno precedente in via D’Amelio. Formichi Moglia rivela l’esistenza di un’oligarchia finanziaria alla guida dei traffici di armi e droga nello scacchiere internazionale. Svela l’esistenza di un “conto dei conti” correnti, denominato “Alcantara”, il coinvolgimento dello IOR, della famiglia Rothschild e dei Rockefeller. Proprio quest’ultimo, a soli 15 giorni dalla strage di Capaci, da Baden-Baden dov’è riunito con il Club Bilderberg, esalta la concreta realizzabilità di un mondo governato da un’elite di banchieri mondiali, in deroga all’autodeterminazione nazionale. “La città invisibile” e l’Orchestra giovanile “Falcone Borsellino”, ogni giorno dell’anno, non solo il 23 maggio, seguono il cammino della verità sui mandanti della strage di Capaci e chiedono che sia fatta giustizia.
“La città invisibile” pratica da 10 anni l’integrazione, l’inclusione, la coesione sociale dei bambini proponendo loro l’esempio attivo di Falcone e Borsellino. Infatti sono i modelli positivi e gli esempi buoni che stimolano i minori più delicati a uscire dall’autocommiserazione e a cercare di affermare una propria autodeterminazione e la voglia di riscatto. Modelli, esempi e buone pratiche offrono il senso e la direzione dell’arte: sono una guida etica che in questi anni ha prodotto enormi risultati per una realtà autentica e povera. Con queste linee guida La fondazione La città invisibile ha formato oltre 1500 ragazzi nella musica e quasi 7000 nella legalità. I ragazzini hanno eseguito oltre 120 concerti, tutti dedicati all’affermazione di un diritto o di principi di grande valore morale.
Con il concerto “Ogni giorno sulle orme di Giovanni Falcone”, che si terrà nella Chiesa Maria SS. Annunziata del Carmine, in piazza Carlo Alberto, nel cuore del centro storico di Catania, il 23 maggio 2019 alle ore 17.45, l’Orchestra “Falcone Borsellino” chiederà la desecretazione dei fascicoli che riguardano le stragi, l’avvio di indagini e accertamenti su quanto svelato dalle inchieste del giudice Palermo, l’approfondimento e la prosecuzione di quanto è emerso nel Processo sulla Trattativa Stato-Mafia. I ragazzini sono informati sulle vicende di Falcone e questo concerto sarà un ulteriore passo in avanti rispetto a questo loro percorso. I 150 bambini coinvolti, provenienti dai centri di formazione di via Orfanelli, Viale Moncada (Oratorio Suor Erminia di Santa Chiara) di Catania e dal centro di Adrano (presso la Scuola Mazzini), saluteranno l’ingresso nella grande famiglia dell’Orchestra Falcone Borsellino degli alunni delle scuole Fontanarossa, Quasimodo e Dante Alighieri di Catania, De Amicis e Teresa di Calcutta di Tremestieri Etneo. Un popolo di piccoli musicisti riuniti in una grande orchestra sinfonica in nome della richiesta di verità sull’assassinio di Falcone, diretti dai maestri Semaias Botello e Moises Pirela, del Sistema Abreu, il metodo orchestrale importato in Italia dalla “Città invisibile” fedelmente.

Fondazione La città invisibile