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bandiera m5s c ansaEg. Sig. Prefetto,
La presente per portarla a conoscenza e chiedere un Suo intervento sulla vicenda relativa al testimone di giustizia Ignazio Cutrò.
Con nota del 09/04/2018 la Legione Carabinieri Sicilia ha informato il Sig. Ignazio Cutrò che l’Ufficio Centrale Interforza per la Sicurezza Personale del Ministero dell’Interno ha disposto la rimodulazione del dispositivo di protezione di cui lo stesso era destinatario dal 3° al 4° livello di rischio, ovvero da “tutela su auto specializzata” a “tutela su auto non protetta”. Rimodulazione del dispositivo di protezione che ha interessato anche la moglie e i figli dell’imprenditore: da un livello di rischio 4°, “tutela su auto non protetta”, si è passati a quello di “vigilanza generico radio-collegata”. I suddetti mutamenti riguardanti i dispositivi di protezione sono stati comunicati alla famiglia Cutrò con la seguente motivazione: “comportamenti irrituali e ripetute violazioni dell’accordo di protezione che evidenziano un affievolimento della percezione di pericolo”. Quali siano state le ripetute violazioni che hanno legittimato questa decisione non sono del tutto chiare.
Una decisione che suscita forti perplessità ed ha suscitato non poche critiche in considerazione di quanto accaduto il 22 gennaio 2018, ovvero soltanto pochi mesi fa, quando i carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno eseguito sul territorio agrigentino 57 ordinanze di custodia cautelare, di cui 3 nei confronti di persone residenti nel comune della famiglia Cutrò, firmate dal Gip Filippo Serio del Tribunale di Palermo, richieste dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo denominata montagna. Le accuse contestate sono, a vario titolo, associazione mafiosa, traffico di droga, truffa, estorsione e un’ipotesi di voto di scambio che ha coinvolto esponenti dell’ambiente imprenditoriale e politico.
Tale operazione, disarticolando i mandamenti di Santa Elisabetta e sedici famiglie mafiose della provincia, ha sicuramente inferto un duro colpo alla “mafia agrigentina”, ma nello stesso tempo mostra quanto organizzati e pericolosi siano i clan operanti su quel territorio. Pericolosità che interessa indubbiamente anche la famiglia Cutrò, specie se dalle intercettazioni degli indagati, vengono fuori frasi inquietanti come queste: “basta aspettare, aspettare che lo Stato si stanchi, che le Istituzioni non si occupino più di lui, della sua tutela”.
Queste frasi fanno ben comprendere quanto scomoda sia per la mafia la presenza di un imprenditore coraggioso, o “forse semplicemente” ligio alle Istituzioni e alle sue regole, e molto attivo a contrastare la criminalità organizzata, tanto da ipotizzare un terribile scenario qualora lo Stato decidesse di non tenere alta l’asticella della protezione.
Eppure mentre gli organi di stampa pubblicano le intercettazioni e descrivono l’operazione antimafia denominata “montagna” come la più importante dell’agrigentino, gli organi di polizia, le autorità amministrative e giudiziarie esprimono pareri negativi sulla concessione della proroga della scorta motivate dall’asserita essenza di attività criminali sul territorio.
Credendo fermamente nelle Istituzioni e nell’importante ruolo che esse hanno in una tematica fondamentale qual è la “legalità”, auspico un suo tempestivo intervento sulla vicenda, per quanto di sua competenza.

Parlamentari del Movimento 5 Stelle
Mario Gianrusso
Piera Aiello
Filippo Perconti
Michele Sodano
Rosalba Cimino
Francesco Mollame
Antonio Lombardo
Rino Marinello
Eugenio Saitta
Tiziana Drago
Gianluca Rizzo
Davide Aiello
Antonio De Luca
Paolo Ficara
Grazia D’Angelo
Filippo Scerra
Giorgio Pasqua
Vita Martinciglio
Giuseppe Chiazzese
Vittoria Casa
Fabrizio Trentacoste
Roberta Alaimo
Angela Raffa
Antonella Campagna
Dedalo Pignatone
Giorgio Trizzino
Antonella Papiro
Luciano Cantone
Barbara Floridia
Steni Di Piazza
Santi Cappellani
Pino Pisani
Valentina D’Orso
Laura Paxia
Andrea Giarrizzo
Simona Suriano
Loredana Russo
Giuseppe Chiazzese
Stefania Campo
Marialucia Lorefice
Cristiano Anastasi

Deputati del Movimento 5 Stelle Ars
Giovanni Di Caro
Valentina Zafarana
José Marano
Sergio Tancredi
Valentina Palmeri
Salvatore Siragusa
Luigi Sunseri
Roberta Schillaci
Elena Pagana

Foto © Ansa

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