da articolotre.com
“Biagio ti dico che a Messina non si può fare più niente…è saltato praticamente il… sono un pugno di pazzi scatenati…sono pericolosissimi”. Così l’avvocato Andrea Lo Castro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, si sfogava con il geometra Biagio Grasso, riferendosi alla “pericolosità” del magistrato Sebastiano Ardita (in foto), che ha fatto saltare il banco del Consorzio Autostrade Siciliane. Un pm che ha procurato non poche noie ai centri di potere messinesi, Ardita ha indagato su quel filo che separa la cosa pubblica dalla mafia e dal potere politico. E puntuale è arrivata la notizia della proposta unanime del Consiglio Superiore della Magistratura: Sebastiano Ardita trasferito da Messina a Catania, neppure una promozione, ma un trasferimento orizzontale. Ed allora perchè non ricordare quanto lavoro è stato fatto a Messina, a cominciare da quei filoni d’indagine sui “Corsi d’oro”, che hanno messo a soqquadro il mondo della formazione professionale in Sicilia, coinvolgendo la galassia politico-familiare dell’on. Francantonio Genovese. Perchè non sottolineare che la permanenza dell’aggiunto Ardita sullo Stretto è ancora necessaria considerando il suo essere riferimento anche per i colleghi della procura peloritana in alcune inchieste-chiave per la storia della città: dai rapporti tra ateneo e mafia alla gestione dei rifiuti con Messinambiente, dalla Matassa sulla compravendita di voti, all’operazione “Beta” che ha aperto una finestra su un panorama ancora non del tutto esplorato.
Tratto da: articolotre.com
L'aggiunto Sebastiano Ardita a Catania: un trasferimento inspiegabile
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