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f35 centrIl portavoce della campagna Mettiamoci in gioco, don Zappolini, interviene sulle proposte di questi giorni di destinare i fondi del gioco d’azzardo alla ricostruzione.
 L'hashtag #superenalotto entra nella top-ten del trendingtopic sulla politica con i social che, 'di pancia' chiedono di destinare i soldi del gioco d'azzardo a sostegno delle comunità colpite dal terremoto.

Politici di aree diverse tra loro lanciano l'appello a Matteo Renzi e a Pier Carlo Padoan, per bloccare il Superenalotto e devolvere il montepremi in favore della ricostruzione dei centri colpiti ma il complesso meccanismo della concessione, che affida alla Sisal, azienda controllata dai fondi britannici Cvc Capital, non consente al Governo di disporre di quei soldi, così come il regolamento con cui l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato ha affidato l'organizzazione, esercizio e gestione ai privati che hanno vinto la gara assicurandosi la convenzione per nove anni (dal 2009 al 2018).

Il montepremi destinato alle vincite di ciascun concorso è costituito dal 34,648% dell'ammontare complessivo del costo al pubblico delle combinazioni di gioco raccolte e la ricevuta di che consente ai giocatori di riscuotere i premi è anche una sorta di contratto tra le parti. Quello che potrebbe decidere l'AAM è invece di destinare le proprie entrate. Ci sono anche due precedenti di 'solidarietà' attraverso le scommesse. Nel 2012 per l'emergenza terremoto Emilia e prima nel 2009 per quella all'Aquila la Sisal aveva promosso una sottoscrizione speciale. Nei punti vendita era stato possibile donare un importo libero a favore della popolazione colpita. Le donazioni, con apposite schedine in diversi tagli, non avevano alcun legame con il gioco o i servizi di pagamento e non veniva applicata alcuna commissione d'incasso, come specificato sulla ricevuta rilasciata ai donatori. Nel 2009 aveva fruttato 400 mila euro.

Ricavi del gioco d’azzardo ai terremotati? Meglio usare i soldi degli F35 che dare a questi giochi una “copertura etica”. Ne è convinto don Armando Zappolini, portavoce della Campagna Mettiamoci in gioco che replica alle proposte circolate nel mondo politico in questi giorni di destinare il jackpot del Superenalotto alle zone terremotate. Una proposta che richiama alla mente quanto accaduto con L’Aquila e il decreto che ha permesso l’introduzione di nuovi giochi per poter raccogliere risorse  da impiegare nella ricostruzione. A frenare, però, è proprio il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che su Agipro news ha già allontanato tali ipotesi. Tuttavia restano le preoccupazioni nel mondo delle associazioni. “Penso che non si debba dare questa copertura etica a una realtà come l’azzardo che produce sofferenze e problemi a moltissime persone – spiega Zappolini -. Da poco siamo usciti fuori dallo scandalo dell’Aquila dove hanno fatto lotterie e altre cose per il terremoto quando in realtà non è arrivato niente portando solo gettito alle società del gioco. Per questo sono profondamente contrario. Penso che non sia assolutamente la strada: lo Stato ha molti modi per intervenire senza coprire eticamente cose che non hanno diritto a questo bollino di eticità”.

Diverso sarebbe se il governo rinunciasse a qualche cacciabombardiere spostando le risorse sulle province colpite dal sisma del 24 agosto. “Direi piuttosto di prendere due F35 e invece di andare a bombardare e distruggere, costruire. Evitiamo che i nostri aerei distruggano e al posto di quelle bombe costruiamo dei quartieri”. A puntare il dito contro quanto successo con il dopo terremoto dell’Aquila è anche Matteo Iori, membro dell’Osservatorio ministeriale sul gioco d’azzardo per il Cnca. “Il terremoto dell’Aquila è stato utilizzato per avere una scusa per inserire tutta una serie di nuovi giochi che prima non c’erano. Col decreto del 29 Aprile 2009 sono stati inseriti nuovi giochi: sono nate le videolotterie, win for life e sono arrivati 7 mila punti gioco in più. Abbiamo avuto un effetto paradosso: sono aumentati i giochi d’azzardo in Italia con conseguenze negative negli anni successivi mentre i soldi non sono mai andati all’Aquila. Questo non deve più accadere”. I segnali lanciati dall’esecutivo non solo in questi giorni, però, lasciano ben sperare. “Questo governo sta dimostrando una maggiore sensibilità sul tema – spiega Iori -. Non ha aumentato i giochi, anzi ha ridotto alcune cose. Mi auguro che non ci sia questo rischio. Di certo bisognerà monitorare”. (ga)

Tratto da: globalist.it

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