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officina-culture-scampiadi Sara Donatelli - 11 luglio 2015
Tante associazioni si uniscono per dare a Scampia una grande occasione di riscatto
Sembrava impossibile, ed invece ce l’hanno fatta. Numerose associazioni, (tra le quali (R)esistenza Anticamorra, Scampia Trip, Drom MusicLab, Progetto per la vita Onlus, Associazione A.R.CA) ieri, hanno ufficialmente inaugurato l’Officina della Culture “Gelsomina Verde” a Scampia. In una giornata di sole, tanta gente si è ritrovata a festeggiare un giorno memorabile non solo per il quartiere di Scampia, ma per tutta la città di Napoli. Una città che si conferma luogo di incontro tra identità diverse ma complementari. “Oggi il quartiere si è ripreso un piccolo grande pezzo che qualcuno gli aveva rubato. - esordisce Ciro Corona - Chi nasce, vive e cresce a Scampia impara fin da piccolo a fare i conti con il concetto di follia e di utopia, un’utopia che oggi è diventata realtà. Non è stato semplice arrivare fin qui, ma ce l’abbiamo fatta grazie a tutte quelle persone che, incontrandosi, hanno deciso di far parte di questo progetto. Importantissimo è stato anche il grande impegno politico dimostrato dalla nostra amministrazione. Ma non ce l’avremmo mai fatta senza Federico Giannetti, il custode che ha difeso per anni questa scuola. Non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto dei 700 ragazzi provenienti da tutta Italia che in questi due anni ci hanno aiutato a bonificare tutto l’edificio, sentendo questo posto come casa loro. Ed infine, un grazie particolare va ai sette uomini in affidamento dal carcere di Secondigliano, uomini che troppo spesso vengono considerati come “gli ultimi”, uomini che in questi mesi sono stati fondamentali per tutti noi”. Il Presidente dell’associazione “(R)esistenza Anticamorra”, nonché responsabile dell’Officina delle Culture, ha concluso il suo discorso dicendo: “La lotta alle mafia non si fa ai convegni, pronunciando parole che vengono tradite. La lotta alla mafia si fa offrendo lavoro e dando un’alternativa. E noi lo stiamo facendo.

L’esempio emblematico è la storia di Raffaele, uno dei ragazzi in affidamento dal carcere, che da oggi diventa ufficialmente socio”. Presente all’inaugurazione dell’Officina delle Culture, come sempre, anche il sindaco Luigi De Magistris: “Napoli sta diventando, giorno dopo giorno, la città di persone un po’ folli. Ma a noi la follia piace, e ci piace soprattutto quanto il vento è contrario. Alcune istituzioni ci hanno fatto del male, e probabilmente continueranno a farcelo. Ma noi dobbiamo unire le forze e la cosa più importante è fare rete. Napoli, la nostra città, ha tutte le forze per liberarsi dalla camorra, dalla corruzione e dall’indifferenza. E così saremo noi a dimostrare chi è abusivo, e chi no”. Questo nuovo luogo di rinascita è stato dedicato alla memoria di Gelsomina Verde, una giovanissima e bellissima ragazza, vittima innocente della camorra. Presente ieri, anche il fratello di Gelsomina, Francesco, che si è detto felicissimo dell’intitolazione della struttura alla memoria della sorella, ma soprattutto, ha ribadito come la cultura sia l’unico mezzo a rendere gli uomini veramente liberi di scegliere. La cerimonia ha visto anche la partecipazione non solo di Giancarlo Costabile (docente di Pedagogia della Resistenza presso l’Università della Calabria) che ha definito l’Officina delle Culture come “la casa delle resistenze meridionali”, ma anche di Adelmo Cervi che, instancabile come sempre, ha ribadito l’importanza  della resistenza e, rivolgendosi ai tantissimi giovani presenti, ha esclamato: “Diffidate di chi dice che siete passivi. Vi definiscono così soltanto perché non vi piegati ai poteri forti. Ma voi continuate a resistere, continuate a farlo con tutte le vostre forze!”. Gli ultimi a prendere la parola sono stati Giovanni Conzo, Procuratore presso la DDA di Napoli, e Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia. Conzo ha confermato la sua estrema vicinanza a Ciro Corona “Nel fare il mio lavoro ho imparato il coraggio, la determinazione e la schiena dritta. Ho imparato a colpire le aree grigie, che si rivelano le più pericolose da riconoscere e combattere. La legge è uguale per tutti e la nostra Costituzione parla dei diritti fondamentali dell’uomo. Quindi se un uomo arriva qui, non importa se sia cittadino italiano o meno, noi abbiamo l’obbligo di aiutarli e sostenerli con tutti i nostri mezzi. Si può cambiare, si può cambiare davvero. Ma per farlo bisogna avere il coraggio e la determinazione, e io li ho trovati in Ciro Corona”. Franco Roberti invece ha focalizzato la propria attenzione sul rapporto che deve esserci tra il cittadino e la politica: “Abbiamo una Costituzione bellissima, che spesso però non viene letta o viene dimenticata ai nostri politici. Dobbiamo essere noi cittadini a superare le disuguaglianze sociali, che si rivelano la prima grande causa della crisi che impedisce lo sviluppo. Io oggi, guardandovi negli occhi, vedo delle persone vive. Fra due anni andrò in pensione, ma quando vorrete io per voi ci sarò sempre, io sarò tra noi. Chiamatemi, io correrò”.

Difficile spiegare l’intensità del momento vissuto ieri a Scampia. Un momento di riscatto, di rinascita per un quartiere troppo spesso bersaglio di una letteratura che vuole ancora dipingere una realtà che, grazie al grande lavoro di tanti uomini e donne, ormai non esiste quasi più. Un momento di grande amore, un amore che unisce ogni singola persona che dentro quell’edificio ha immaginato fin da subito pareti colorate quando ancora vi erano solo siringhe e degrado totale. E’ in questi luoghi che il vento tira forte, che il puzzo del compromesso viene spazzato via e l’unica cosa che rimane è ciò che più amava Paolo Borsellino: il fresco profumo della libertà.

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