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lo-porto-giovanni-drone-obamadi Ass. Antimafie "Rita Atria" - 26 aprile 2015
Giovanni Lo Porto è morto quattro mesi fa, ucciso come vittima “collaterale” da un drone statunitense in azione contro un avamposto di Al Qaeda

Ora, a fronte delle scuse del Presidente Obama - tardive come l'informazione sulla sua uccisione -, ci si può affrettare tutti alle “dichiarazioni di comprensione” per l'incauto errore compiuto da chi ha diretto il tiro del drone sotto diretta disposizione del Presidente Statunitense. Ci si può affrettare a celebrare questo eroe civile, pienamente consapevole del rischio che correva nel suo impegno pacifico e pacifista. I nostri politici sono infatti campioni della celebrazione retorica e priva di significato e di verità sostanziale... esattamente come fanno con tutte le ricorrenze in cui “piangono” vittime di mafie e isolano chi oggi la combatte senza sconti istituzionali.

Ma a noi non basta, non può bastare.

Certo è  sempre esistita una grande discriminante, tra civili e militari impegnati su fronti caldi, e cioè quella di mettere consapevolmente in gioco la propria pelle (ed è stata la ragione della “presunzione militare di una ostentata pretesa di plusvalenza rispetto ai civili”. Ma di questo rischio, anche se ai comandi militari può dar fastidio, era perfettamente consapevole Giovanni.

C'è da chiedersi quanto l'omicidio sia stato dovuto ad errore e quanto invece possa essere ricondotto a questo “affronto” all'epica dell'eroismo dei militari da parte di Giovanni, per la sua inerme tutela delle vittime di guerre insensate, mettendo il suo corpo a disposizione per la loro salvaguardia. E quanto per questo possa essere divenuto indifferente il colpire il sito in cui pur si sapesse che era mantenuto prigioniero.

Non sono credibili e non ci bastano le scuse di Obama, non è sufficiente il cosi' fortemente protestante “ammessa la colpa, rimesso il peccato”. Ci perdonerete se da laici preferiamo invece appellarci alla modalità di Mandela per cui la riconciliazione ha necessariamente bisogno della piena ammissione della Verità da parte delle vittime e da parte dei criminali esecutori. Non solo della banale ammissione di un crimine ma la descrizione anche dei minuti particolari di come e perché quel crimine fu consumato.

Diversamente dovremmo dire che i bombardamenti a tappeto sulle città italiane ed europee erano più nobili delle odierne ammissioni di errori nell'uso di uno strumento militare - il “drone” - che per il solo fatto di non essere pilotato da un uomo diverrebbe irresponsabile dei crimini commessi, benché essi siano comunque perpetrati sotto la direzione di uomini che li guidano da terra, al riparo da ogni contrattacco.

I Droni ci richiamano immancabilmente alla operazione MUOS recentemente sconfitta dalla grande mobilitazione civile e pacifica dei movimenti No-MUOS. Una operazione di spudorato disinteresse per la sicurezza dei cittadini, ti totale violazione della Costituzione e di assoluto riserbo sulla loro proiezione bellica.

Noi sappiamo che per sostenere politiche di egemonia si costruiscono spesso mostruosità (dai campi di sterminio nazista ai gulag della russia sovietica, alle sperimentazioni nucleari degli Stati Uniti) ma per riscattarle non basta la ammissione, se poi il Presidente Obama ammette, come scrive il Tirreno di oggi che: “nonostante sulle due azioni dei droni a gennaio fosse stato tolto il segreto, c'erano comunque da rispettare alcuni limiti alla trasparenza”, e il corsivista concludeva “La guerra dei droni, ovunque sia fatta, resterà essenzialmente una guerra segreta”.

E' questa resa all'ineluttabilità della segretezza delle guerre che non dobbiamo arrenderci, perché guerre lo sono state l'incursione alla Diaz e il massacro di Bolzaneto, guerra lo è stata la vicenda di Ustica, guerra lo' e' stata l'omicidio di Emanuele Scieri.

Ogni volta che la Democrazia accetta delle limitazioni di trasparenza e di Verità nel “superiore interesse di non si sa chi”, essa accetta di infliggere alla sua stessa natura e sopravvivenza un colpo mortale.

Signor Presidente Obama, forse le sue scuse potranno essere sufficienti per il neo delfino atlantico Matteo Renzi successore del Cossiga certamente impareggiabile per la tutela degli interessi statunitensi in Italia, forse potranno esserlo per altri che noi definiamo “sudditi” pronti alla totale ossequiosa devozione e fedeltà all'impero. A noi non bastano, finché la Verità non sarà piena per poter garantire una effettiva riconciliazione che e' una forma alta di Giustizia, come il grande “Madiba” ci ha insegnato, ma solo se fondata sulla Verità.

O Lei confessa perché l'intelligence abbia mancato di segnalare nel compound sotto attacco la presenza dei due ostaggi, o Lei spiega come si intendano utilizzare ancora i droni per poterne controllare democraticamente il corretto impiego, o noi delle sue scuse odierne facciamo volentieri e sinceramente a meno. E come non fare cenno infine al fatto che Sigonella è destinata a diventare la capitale mondiale dei Droni.
Allora piangeremo il nostro Giovanni con la dignità dei poveri e dei perdenti, ma almeno non accetteremo delle vergognose prese in giro.

La Verità, la sola unica e completa Verità, è l'unica cosa che potrà restituire dignità alle persone uccise e potrà dare a noi tutti ragioni di pacifica riconciliazione con chi lo sequestrò e con chi lo uccise.

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