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miraglia-icittadiniLettera aperta al Dirigente scolastico del liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Parigi
3 aprile 2015
“La mafia uccide, il silenzio pure”, recitava la scritta sullo striscione che gli amici di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel maggio del ’78, mostravano, quasi fosse un vessillo, per accompagnare il loro amico alla sua ultima dimora.
Sembrava che le cose nel tempo fossero cambiare. Società civile, associazioni, stampa e scuola, mostravano di aver preso consapevolezza ribellandosi al giogo di chi aveva fatto dell’omertà la prima regola da rispettare.
Da un po’ di tempo a questa parte, assistiamo ad un preoccupante fenomeno. L’antimafia nelle varie sue forme è sempre più coinvolta in vicende scandalose. I film hanno per protagonisti i mafiosi, i libri narrano la vita di ergastolani e pentiti. Ci mancano solo i cortei e le manifestazioni in loro favore, per finire con lo sdoganare e legittimare le mafie.
Anche il figlio di Bernardo Provenzano, il boss che sta scontando l’ergastolo per reati di mafia, tra cui il suo coinvolgimento nelle stragi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, si ritaglia un proprio spazio accogliendo i turisti americani, ai quali fa da cicerone in Sicilia, illustrando loro la figura paterna.

E le vittime di mafia? Dimenticate! Pochi gli spazi concessi ai loro familiari che reclamano giustizia. Poche le occasioni di incontri. Una delle poche eccezioni, finora  è stata rappresentata dal mondo della scuola che ha permesso a noi familiari di vittime innocenti di mafia di far conoscere le storie dei nostri cari e di fare opera di sensibilizzazione con i giovani, educandoli in favore della legalità.
Il diniego da parte del Dirigente scolastico del “Leonardo da Vinci” di Parigi - unico liceo italiano –, a rendere possibile un incontro con gli studenti, pertanto ci amareggia a tal punto da scrivere una lettera aperta (inviata per competenza a quanti preposti) in merito ad un fatto che, oltre ad essere increscioso, in questo quadro diventa allarmante.
Le scuole italiane, nel nostro Paese, hanno ad  oggi hanno consentito gli incontri con gli studenti. La stessa cosa hanno fatto scuole francesi che hanno permesso di poter  tenere incontri aventi per tema la mafia e le conseguenze della stessa sulla società.
Vogliamo augurarci che la scelta del liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Parigi, resti un isolato episodio di scarsa attenzione ad un fenomeno che ben altra sensibilità merita, ricordando come silenzio e isolamento rendono più vulnerabili coloro i quali la mafia la combattono veramente e non soltanto svolgendo attività di facciata.

A nome di tanti familiari di Vittime innocenti di mafia:

Nicolò Miraglia
Presidente della Fondazione Accursio Miraglia

Giuseppe Ciminnisi
Coordinatore nazionale Familiari Vittime di mafia Ass. “I Cittadini”




Lettera Aperta Prof. Aurelio Alaimo

 

Raccomandata anticipata mail

Prof. Aurelio Alaimo
Dirigente Scolastico
Istituto comprensivo statale  
“Leonardo da Vinci”
 12, rue Sédillot 
75007 Parigi


p.c.                    Ministero degli Affari Esteri
e della Cooperazione Internazionale 
Piazzale della Farnesina, 1
00135 Roma


Ministero Istruzione
Viale Trastevere, 76/a
00153 ROMA


Consolato Generale d’Italia a Parigi
5 Bd Emile Augier  
75116 Parigi


Organi Stampa
Loro sedi


 

Egregio Prof. Alaimo,

siamo venuti a conoscenza del suo diniego a rendere possibile un incontro con gli studenti del suo Istituto, nel corso del quale parlare di mafia e delle conseguenze che i fenomeni mafiosi hanno sulla società.
Conseguenze che ben conosciamo, essendo noi stessi familiari di vittime innocenti di mafia.
La circostanza favorevole della presenza a Parigi del Sig. Gian J. Morici, coautore, insieme al poliziotto Fabio Fabiano,  del libro “Vittime di mafia”, rappresentava per noi la possibilità  di incontrare dei giovani che, pur vivendo fuori dall’Italia, hanno il diritto/dovere di conoscere il fenomeno, nella speranza che un giorno possa lo stesso essere sconfitto.
Come diceva il Giudice Giovanni Falcone, “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.”
Una fine che tutti auspichiamo ma che potrà avvenire soltanto grazie al cambiamento culturale del quale gli unici protagonisti possono essere i giovani.
Quegli stessi giovani del suo Istituto che non potremo incontrare visto che tale iniziativa - come lei afferma - “non rientra nella programmazione” del “Leonardo da Vinci” di Parigi.
Un’affermazione che ci lascia esterrefatti visto che la Scuola e la Famiglia sono le due più importanti entità preposte all’educazione delle nuove generazioni.
Premesso che noi familiari di vittime innocenti di mafia operiamo a titolo gratuito nel diffondere la cultura della legalità e dell’antimafia, facendoci anche carico di costosi viaggi e delle spese relative al soggiorno e quanto altro, non possiamo fare a meno di evidenziare come nel momento in cui nel nostro Paese vacilla il fronte dell’antimafia, spesso parolaia e di facciata, e la cinematografia, l’informazione e una forma immatura di pseudo-cultura sembrano prediligere le figure di noti criminali, quasi a farne dei miti da emulare, è sconfortante il fatto che un Dirigente scolastico mostri così scarsa sensibilità verso una tematica tanto attuale quanto dolorosa.
Dolorosa quantomeno per noi, che abbiamo pagato con il sangue dei nostri cari un tributo alla società civile che, a giudicare dai fatti, la stessa sembra non meritare.
È di questi giorni la notizia che Angelo Provenzano, figlio di Bernardo Provenzano  il quale sta scontando l’ergastolo per reati di mafia, tra cui il suo coinvolgimento nelle stragi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, accoglie a Palermo i turisti americani ai quali, come si trattasse di un mafia-tour, illustra la figura paterna  di un boss di mafia che ha lastricato con il sangue di tanti innocenti la nostra terra.
Una scelta che ci sembra davvero di cattivo gusto e che riapre ferite mai cicatrizzate.
Una scelta non condivisibile da chi ritiene ingiusto che le vittime finiscano nel dimenticatoio, mentre i loro aguzzini vengono consegnati alla storia.
Una valutazione comunque soggettiva, lecita e legittima, nella stessa misura in cui soggettiva, lecita e legittima è quella da lei operata nel far tacere chi in questa terra, grazie a uomini come Riina, Provenzano ed altri,  ha conosciuto sangue, dolore e morte.
Nel prendere atto delle sue determinazioni, constatiamo che, a differenza dell’unico Liceo Scientifico italiano presente a Parigi, scuole francesi hanno aderito a iniziative analoghe dando ampio spazio alle nostre tristi storie.
Così come accade in Italia, dove ad oggi nessun dirigente scolastico ha avanzato perplessità in merito o giustificato per ragioni di “programmazione” l’impossibilità a realizzare eventi ritenuti ovunque altamente educativi per gli studenti ai quali viene data occasione di poteri partecipare.
A nome nostro e, nella qualità, dei tanti familiari di vittime innocenti di mafia che rappresentiamo, le giungano graditi i nostri ringraziamenti e saluti.

Giuseppe Ciminnisi

Coordinatore nazionale Familiari Vittime di mafia Ass. “I Cittadini”

Nicolò Miraglia
Presidente della Fondazione Accursio Miraglia

ANTIMAFIADuemila
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