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galluccio-enzadi Enza Galluccio - 23 febbraio 2015
Sembra strano, ma qualcuno ha ancora voglia di parlare di dignità, diritti e rispetto delle libertà individuali e collettive.
Maurizio Landini cerca di far capire che si è giunti ad un limite oltre il quale nulla potrebbe essere più possibile, e aggiunge l’imminente necessità di dare respiro a coloro (e sono molti) che non l’hanno più da tempo. Un respiro fatto sì di cose materiali, ma anche di speranze e ideali mai troppo sepolti.

Un respiro che fa paura, come brace che arde sotto la cenere.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha subito reagito con l’attacco, come è nel suo stile. Ha parlato con l’ironia grossolana del “giovane rottamatore” nel suo ruolo preferito, quello del nuovo che irrompe dove al concetto di “nuovo”, ovviamente, associa se stesso.
Ma non basta. Landini descrive un governo dall’agire per nulla geniale, anzi, guidato da un giovane rampante che fa proprie le direttive del 2011 contenute nella lettera della Bce, con l’ambizione di realizzare il sogno dell’uomo unico al potere, purtroppo già anticipato da qualcuno nella storia… e sappiamo com’è andata a finire.
Intanto, i principali organi d’informazione parlano di una Grecia messa in ginocchio da un’Europa attenta e preoccupata per i cambiamenti introdotti da Tsipras. Certamente non si teme soltanto quanto potrebbe realizzare il governo di Syriza in patria, ma l’esempio. Si creerebbe un precedente ideologico pericolosissimo per la Troika, e l’ipotesi di una diffusione a macchia d’olio non sarebbe affatto un’utopia in un contesto di forte disagio sociale -  oltre che economico - come quello di molti paesi dell’Unione, Italia compresa.
Così tutti fanno a gara per mettere in evidenza la presunta debolezza di Tsipras.
Dopo solo un mese, sembra comodo far intravedere un imminente fallimento del sogno greco.
 È l’arroganza del potere che si fa largo e toglie credibilità, sfruttando qualunque debolezza ed enfatizzando ipotetiche spaccature interne al principale partito greco, tutte da dimostrare.
Persino Manolis Glezos - il partigiano ritenuto un’icona di Syriza, oggi eurodeputato - sembra remare contro, accusando il nuovo governo di aver già ceduto all’Europa…
Ritengo che nessuno abbia potuto immaginare un percorso semplice ed immediato nella svolta greca offerta da Tsipras, e che tutto sia ancora da definire, ma è sicuramente più facile distruggere un sogno che tenerlo vivo.
I greci lo sanno bene, perché hanno provato sulla propria pelle cosa voglia dire farsi rubare la speranza. Per questo è giusto confidare nel loro giudizio, che saprà misurare il giusto tempo per Tsipras senza ascoltare chi ha tutto l’interesse nell’indebolirne l’immagine già consolidata in Europa.
Voglio leggere positivamente tutto quest’affanno nel voler chiudere in fretta l’esperienza greca. Mi par d’intravedere l’ombra della paura nell’Europa della finanza e delle banche, poco amata e poco credibile per chi oggi sopravvive a malapena, grazie alla cecità e all’indifferenza di una politica fatta solo di ristrettezze e sacrifici per chi li fa da sempre.
Anche il premier Renzi fa parte di questo gioco, la sua presenza politica nasce e si nutre di quella stessa necessità, arrogante e disumana come quella che s’annida nel potere del più forte.

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