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di Francesca Mondin - 23 maggio 2014

Sabato 23 maggio 1992 ore 17.56. Capaci. La deflagrazione che ha divelto l'autostrada strappando all'Italia uno dei suoi figli migliori è presente negli occhi di tutti coloro che in quegli anni hanno visto in tv quelle scene apocalittiche da teatro di guerra. Oggi come per i ventidue anni precedenti centinaia di persone si sono raccolte ai piedi dell'albero Falcone diventato il simbolo della memoria collettiva della città con quel suo crescere capriccioso tra l'asfalto e i palazzi di via Notarbartolo dove abitava il giudice Falcone.
Sul palco allestito per l'occasione a fare da maestra di cerimonie la sorella del giudice Maria Falcone accompagnata dalle autorità, presente anche la sorella di Paolo, Rita Borsellino.
Sotto l'albero i ragazzi delle scuole provenienti da tutta Italia arrivati questa mattina a Palermo con le navi della legalità hanno ascoltato in silenzio il presidente del Senato Grasso che ha letto i nomi dei cinque servitori dello Stato che in questo giorno persero la vita: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. E' grazie alla presenza di questi giovani che si respira l'entusiasmo e la solidarietà che stanno alla base del cambiamento. Mentre invece la partecipazione da parte delle autorità non possono che essere viste come un'occasione di visibilità, come sostiene Alfredo Morvillo, procuratore di Termini Imerese e fratello di Francesca, la moglie di Giovanni Falcone morta con lui nell'esplosione "Volete che parli? Prendete le dichiarazioni dell'anno scorso. Credo che questa sia la solita passerella per tante persone. Sia al bunker che in chiesa".

Stridono infatti le letture dei ragazzi che chiedono legalità, trasparenza e verità con le retoriche del ricordo passato che tralasciano completamente la situazione presente che certi magistrati sono costretti a vivere rischiando la loro vita quotidianamente. Magistrati questi che oggi come allora vengono isolati dalle stesse istituzioni. Ancora una volta viene dal pubblico, con i ragazzi della Scorta civica, la testimonianza di questa situazione, che con la loro presenza sotto il palco ricordano quanto importante sia non commettere gli errori del passato e quindi capire e sostenere chi cerca la verità dietro queste stragi.
Nel primo pomeriggio invece un altro messaggio concreto è stato lanciato dai giovani.


Una nuova targa per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, voluta dagli studenti della Facoltà di Giurisprudenza nella quale i due magistrati hanno studiato e si sono laureati. Non appena si varca la soglia dello storico ateneo di via Maqueda lo sguardo viene catturato da due gigantesche tele che riproducono il momento più significativo per uno studente nel giorno in cui conclude i suoi studi. Due giovani, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, stringono la mano al Presidente della Commissione esaminatrice che conferisce loro il titolo di dottori in giurisprudenza.
Alla cerimonia hanno partecipato i familiari dei due magistrati, Maria Falcone, e Lucia Borsellino in rappresentanza anche dei fratelli Manfredi e Fiammetta. I quali rivolgendosi ai giovani hanno sottolineato l'importanza di: “costruire giorno per giorno il vostro domani, guadagnandovi il vostro futuro senza raccomandazioni ma per merito”. Trasmettendo l'importanza che le nuove generazione rappresentano per loro, “la fiducia che le giovani generazioni possano costruire un futuro migliore...continuando a portare avanti i loro insegnamenti e le loro idee”. Missione nella quale hanno fallito pietosamente le generazioni passate e le classi dirigenti permettendo che uomini giusti come Falcone fossero isolati nelle migliori delle ipotesi, condannati a morte nella peggiore. Per questo diviene fondamentale non farsi coinvolgere da polemiche che alimentano la divisione e indeboliscono il fronte dell'antimafia.
In questi giorni è infatti sorta una polemica sulla sigla posta sotto la targa poichè riporta il nome dell'associazione studentesca Contrariamente e Rum che hanno ideato il progetto di intitolazione, sebbene “La targa - spiega Roberto Lagalla, rettore dell'Università degli Studi di Palermo - è firmata da tutti gli studenti”.

Ciò che lascia amareggiati è che in un momento come questo i media abbiano dato più visibilità alla polemica, ingigantendola invece che sottolineare il valore di questa iniziativa che parte da alcuni ragazzi e che è stata accolta con entusiasmo dalla maggior parte degli studenti.
Significative a riguardo sono state le parole dei figli di Paolo Borsellino che nei giorni scorsi hanno voluto fare un appello all'unità nella lotta alla mafia che non deve e non può essere messa sempre in scacco da divisioni e personalismi. “il ringraziamento va a tutti gli studenti di giurisprudenza. Di fronte a un'iniziativa del genere non possiamo che essere contenti e orgogliosi. E poco importa che la proposta sia partita da Rum, visto che, di fronte a quella proposta non si è alzata nessuna voce contraria. Dal primo degli iscritti all'ultimo fuoricorso. Per noi è importante che qualcuno, in Facoltà, abbia avuto questa idea e che tutti alla fine l'abbiano fatta loro”. “Ci auguriamo – continuano - che a Giurisprudenza torni la serenità e l'armonia tra i ragazzi. Che ringraziamo uno per uno. A prescindere dalle appartenenze politiche e dall'impegno in questa o quella associazione”.

ANTIMAFIADuemila
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