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losterminiofotodi Padre Maurizio PATRICIELLO - 26 settembre 2013
Un’altra bambina. Un’altra vittima della Terra dei fuochi. Si chiamava Marianna, aveva 8 anni, è stata uccisa da una leucemia. O meglio: è stata uccisa dal degrado del suo territorio, dai rifiuti, dalle discariche abusive, dalla spazzatura avvelenata che sta divorando questa terra. Non se ne può più di questa strage che avviene sotto gli occhi di amministratori locali incapaci e sordi e di governanti nazionali che neanche sanno di che cosa stiamo parlando.
Occorre, come giustamente dice don Maurizio Patriciello su Facebook, una mobilitazione di tutta la Campania.
Ecco il testo del commento di padre Maurizio su Facebook:
“Marianna è volata al cielo. Aveva solo 8 anni. Viveva a Carinaro. La leucemia l’ha stroncata dopo immane sofferenza. Siamo esausti. Delusi. Nauseati. Addolorati da un Paese che assiste allo sterminio delle nuove generazioni come se niente fosse. Non siamo scienziati. Non sappiamo dare risposte. Siamo solo uomini che vivono sul territorio. E che vedono. Sentono. Conoscono situazioni e drammi. L’ecatombe che si consuma nelle province di Napoli e Caserta è insopportabile. Indegna di un Paese democratico e civile. Una sfida per la scienza. Una vergogna per la politica. Siamo un popolo abbandonato a se stesso.

Questa è la pura verità. Chiedo ai campani sparsi per il mondo di alzare con me la loro voce. La stessa cosa chiedo ai cantanti, agli attori, agli intellettuali, ai giornalisti della nostra terra. Scendiamo tutti in campo. Non lasciamo sole queste mamme a gemere sulle bare bianche dei loro figli. Non facciamoci complici di tanta infamia. Possibile che il nostro cuore si sia così indurito? Possibile che siamo diventati così egoisti? Così codardi? Mio Dio, quanta ignavia! Quante defezioni. Quanta poco umanità. La verità la sappiamo tutti. Tutti sappiamo perché si muore tanto di cancro e di leucemia in questa nostra terra. Occorre solo l’onestà e il coraggio di dire la verità. Ammettere come stanno veramente le cose. Rimboccarsi le maniche per salvare il salvabile. Ricordo a chi ha inquinato, deturpato, permesso lo scempio delle nostre terre che “il pane macchiato di sangue innocente è pane che non sazia. È pane che ti soffoca. Pane avvelenato. Pane velenoso”. Meglio morir di fame che mangiarne un boccone solo.

FOTO DI VITTORIO VARAVALLO

Tratto da: paralleloquarantuno.it

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