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borsellino-agnese-web3di Pippo Giordano - 7 maggio 2013
E sì! Sino all'ultimo questo Stato ha dimostrato davvero d'essere prepotente; d'essere persino disumano verso la famiglia di Paolo Borsellino, verso una piccola ma Grande donna qual è stata Agnese Piraino Leto, moglie del Giudice Paolo Borsellino. La presenza di alcuni esponenti di Governo ha marcato ancor di più il mio disagio, la mia idiosincrasia verso i personaggi presente al rito funebre. E credo di interpretare il sentimento collettivo, quando affermo che la presenza di costoro era immotivata, inopportuna, talchè rappresentava per intero il ventennio di depistaggi, di bugie e di verità negate. Lo stato non aveva colpito solo Agnese Borsellino, i suoi figli e familiari tutti, ma all'intero Popolo italiano: Popolo ricco di morale e rettitudine che nulla ha a che spartire con codesti rappresentanti del nulla. Che senso ha avuto partecipare ai funerali di Agnese Borsellino, quando lei stessa ha dovuto subire l'ignominia dello Stato? Certo, sbandierare ai quattro venti che qualcuno meriterebbe un premio per la palese opera di contrasto alla mafia, appare risibile e anche criticabile. Ma poi partecipare al funerale se non si è stati capaci di dare ad una donna, ad una mamma, ad una sposa una risposta di Giustizia, che senso ha?.

E non riesco nemmeno a comprendere affermazioni contro i Magistrati, profferite da un personaggio, peraltro già condannato in primo grado. Infatti, non posso dimenticare le accuse gravissime nei confronti della Magistratura, del tipo “per fare il magistrato occorre essere mentalmente disturbato” o “i giudici sono più pericolosi della mafia”. E, si badi bene che proprio un partecipante ai funerali, aveva l'obbligo morale per il ruolo Istituzionale, di difendere i Magistrati, non una sillaba, non una parola. Mai ha difeso la Magistratura, del resto non poteva contraddire il suo padre padrone. Allora si presenzia al funerale di una moglie di un Magistrato, senza mai difendere l'onore della categoria. E oggi, con le facce funeree di circostanza, erano li a rappresentare uno Stato che in vent'anni ha distillato, piano, piano e goccia dopo goccia, tantissimo dolore ad Agnese Borsellino. Eppoi vedere Salvatore Borsellino “soffrire” - ne sono certo - per la presenza dei suddetti rappresentanti dello Stato, ha particolarmente colpito il mio cuore. No! In virtù del fatto che lo Stato non ha voluto fornire un briciolo di verità alla signora Agnese Borsellino, non doveva permettersi di partecipare al lutto della famiglia Borsellino. Il dolore per la scomparsa della signora Agnese, oltre alla famiglia, apparteneva a noi cittadini che l'abbiamo amata, perchè Agnese era parte di noi. Di lei apprezzavamo, giorno dopo giorno, la tenacia, il coraggio e la perseveranza. E quindi le esequie dovevano essere un momento di raccolta, un momento di preghiera e di alta gratitudine per una fragile ma forte Donna che ha speso vent'anni della sua vita, lottando contro quello Stato che oggi, era presente. Non so se qualche inquilino di Roma, abbia mandato parole di condoglianza o corona di fiore: mi auguro proprio di no, altrimenti credo che l'ipocrisia è davvero l'espressione della classe politica. E come ho scritto ieri “non fiori, ma la verità su via d'Amelio”. Conoscere la verità era il sogno di Agnese Borsellino, ora spetta a noi tutti esaudirlo.

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