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borsellino-agnese-web7di Pippo Giordano - 5 maggio 2013
La mattina del 13 marzo scorso, mi sono vegliato presto, avevo un importante appuntamento: dovevo raggiungere alcune centinaia di studenti nel Teatro “F. P. Tosti” di Ortona, per parlare di mafia, insieme al già Procuratore Capo Tribunale di Pescara, Nicola Trifuoggi e l'Avv. Carlo Costantini. Mentre ero intento a radermi, il rasoio si è fermato a metà della mia guancia e fissando il vuoto la mia mente ha materializzato, senza apparente motivo, la figura della signora Agnese Borsellino.

Avevo parlato con lei al telefono qualche giorno prima ed ora ero lì a pensarla e mi è venuta un'idea: perchè non chiederle di intervenire telefonicamente nel dibattito intitolato “I Giovani e La Legalità”? Ero a conoscenza del fatto che mai era intervenuta in diretta telefonica. Decido di consultare la mia amica Gabriella Tassone, che era in contatto con la signora Agnese: Gabriella, persona sensibilissima, m'incoraggia facendomi notare che alla signora Agnese potrebbe far piacere parlare con i ragazzi. Chiamo casa Borsellino e mi risponde l'infermiera con la quale già altre volte avevo parlato e le chiedo se mi può passare la signora Agnese: la risposta tempestiva è stata negativa, poiché in quel momento la signora Agnese era sottoposta a terapia e quindi impossibilitata a parlare.
Non mi perdo d'animo e prego l'infermiera di riferire il mio messaggio, ovvero se fosse di suo gradimento un intervento in diretta telefonica verso gli studenti abruzzesi. Dopo qualche minuto ricevo una telefonata di conferma: la signora Agnese era disponibile, pertanto informo gli altri oratori e l'organizzatore Massimiliano Travaglini, che nel corso del dibattito, avremmo avuto in diretta la signora Agnese. E, nel mentre lo speaker m'invita a salire sul palco, il mio telefonino inizia a suonare: era lei, la signora Agnese. Corro perso il microfono e la collego con i ragazzi che con silenzioso rispetto ascoltano le parole della signora Agnese. Io ero impietrito e commosso per le parole d'amore e di legalità che pronunciava ai ragazzi. La sua voce era stanca, affaticata, minata dalla malattia ma lucida e colma di saggezza. Alla fine l'ho ringraziata e lei di rimando “sono io che ringrazio lei e continui a parlare coi ragazzi, insegni loro l'onestà e la legalità per vincere la mafia.”

Ora sono qui a ricordarla, perchè Agnese Borsellino mi ha lasciato. Agnese Borsellino, è stata una donna con alta dignità morale; una donna esemplare, silenziosa nel suo dramma, nel suo dolore di aver perso prematuramente il marito e che è stata costretta a subire la prepotenza di uno Stato: uno Stato che scientemente e volutamente non le ha consentito di conoscere la verità sulla morte del marito. Ora, questi stessi imbelli individui di certo manderanno messaggi di condoglianze e qualche corona di fiori. Ma tra la signora Agnese Borsellino e codesti personaggi, esiste una distanza siderale e quindi per favore, anche se non ho titolo ad esprimermi in siffatto modo, non siate ipocriti, niente fiori ma la verità sulla strage di via D'Amelio, era questo il suo desiderio di mamma, donna e sposa di Paolo Borsellino. Signora Agnese, lei e Paolo, sarete sempre nel mio cuore.


Tratto da: 19luglio1992.com

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