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giordano-pippo-web2di Pippo Giordano - 2 maggio 2013
C'era una volta la mafia; c'era una volta l'antimafia. C'erano anche Magistrati che nonostante l'evidente ignominia dello Stato, andavano avanti con l'errata convinzione di sconfiggere la mafia. C'erano poliziotti, carabinieri che noncuranti del pericolo, insieme ai Magistrati, tentavano di far rispettare la Legge. Magistrati e poliziotti, ahimè furono colpiti da una grave malattia che si chiamava “trattativa perenne Stato-mafia” i cui sintomi erano evidenti attraverso lo “strabismo di Stato” che guardava più agli interessi della mafia che quelli dei propri figli: figli  lasciati soli, figli denigrati, figli ammazzati. Ora tutti si meravigliano della trattativa Stato-mafia intrapresa per fermare le stragi 92/93, quando era del tutto evidente che le stragi stesse non potevano essere partorite dall'esaltato Totò Riina. Ma davvero c'è ancora qualcuno che è convinto che le stragi siano partorite dalle mente bacata di U Curtu di Corleone?

Suvvia, rendetevi conto che il depistaggio di via D'Amelio, il furto dell'Agenda Rossa di Paolo Borsellino, le stragi di Capaci, di Firenze, Roma e Milano, non possono essere circoscritte all'ala militare di Cosa nostra. O dagli ultimi arrestati dalla Procura di Caltanissetta, quasi tutti "miei clienti" degli anni 80. La mia idiosincrasia verso una Stato imbelle e colpevole quanto l'ala militare di Cosa nostra è arcinota: non ne ho mai fatto mistero. Non ne ho fatto mistero perchè de visu ho visto il sangue scorrere a iosa e mentre seppellivo i corpi dei “figli” onesti di questo ingrato Stato, coloro che dovevano decidere di dare strumenti efficaci di lotta verso la mafia, guardavano da un'altra parte: il famoso strabismo citato in premessa. Ora assistiamo all'attuale ammucchiata vincente di una politica che, sia in campagna elettorale, sia ora al Governo, hanno sofferto e soffrono da ipoacusia permanente. Erano più impegnati a saltare addosso a Rivoluzione civile di Ingroia, che parlare di mafia. Tranne la grillina Giulia Sarti, che in parlamento ha chiesto di far luce sulle stragi del 92/93, non ho sentito altri far riferimento alle mafie. Ma, sono certo che a breve saranno approntati strumenti utili e necessari per non combattere la mafia. In agenda, metteranno la priorità sull'esigenza di ridurre gli spazzi sull'uso delle intercettazione telefoniche. Tema tanto caro al Colle, ma in primis al condannato Silvio Berlusconi. Si parlerà di riforma della Giustizia, ma guarda caso non per riformarla a favore di una Giustizia equa e spedita a favore dei cittadini, ma sarà una riforma che garantirà ai soliti noti e pochi, l'impunità. Si metterà in discussione la brillante idea di Giovanni Falcone, ovvero le responsabilità in ordine al concorso esterno alla mafia. “Non ci crede ormai più nessuno”, ebbe a dichiarare un Procuratore generale della Cassazione, al processo Dell'Utri. L'Italia, il Paese per eccellenza dei “lodi” e delle condanne prescritte a tavolino, già perdente di suo, ancora una volta perderà il treno della Storia sulla lotta alla mafia e quindi non mi rimane altro da dire “e che la pax mafiosa sia con voi!”

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