Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

È vivo il ricordo del corteo possente e gioioso che trent'anni fa ha rivendicato a quelle terre bellissime e alla loro popolazione il diritto alla dignità e alla libertà dall'oppressione del potere malavitoso e dal suo portato di violenza e di disperazione», ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un saluto inviato agli organizzatori. «Allora come oggi - aggiunge il Capo dello Stato - i giovani furono in prima linea ed è a loro soprattutto che va affidato l'impegno a mantenere vivo il ricordo delle tante vittime della mafia, contribuendo a sottrarre alle organizzazioni criminali spazi e occasioni di penetrazione e consolidamento nella società».

«Vogliamo che questo sia ricordato come il triangolo della vita, non della morte», hanno detto alcuni ragazzi alludendo all'appellativo con il quale ci si riferiva, durante la guerra di mafia, ai comuni di Casteldaccia, Bagheria e Altavilla Milicia. Il loro no alla mafia è dipinto su ogni cartello, se ne vedono un paio appesi persino su una gru che sorregge delle 'ecoballè di rifiuti, in uno stabilimento di raccolta differenziata lungo il percorso. «È una testimonianza di cittadinanza attiva da parte degli studenti delle 18 scuole della provincia - spiega l'insegnante Vittoria Casa, coordinatrice della rete di scuole aderenti - i ragazzi sono molto consapevoli e oggi marciano insieme ai genitori che hanno preso un giorno di ferie pur di partecipare». Un lungo serpentone umano nel quale non mancano le testimonianze della Chiesa: «Liberarsi dalla mafia è una passione civile ma anche religiosa - ha detto padre Francesco Michele Stabile - la mafia è contro la cultura evangelica di rispetto e dignità delle persone». Nell'occasione è stato ricordato anche il martirio di don Pino Puglisi. «Oggi è un giorno di festa perchè in corteo contro la mafia oltre alla società civile ci sono sindaci e autorità insieme - ha detto Angelo Capitummino, tornato dopo trent'anni su queste strade - è un avanzamento nella lotta alla mafia ma non vuol dire che sia stata vinta».

«Le comunità di Bagheria e Casteldaccia rappresentano la volontà dell'intera nazione schierata contro cosa nostra - ha osservato Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre - ma anche un invito a Governo e Parlamento a invertire la politica fatta nei confronti della mafia. Occorre sottrarre le ricchezze illecite e investire nella crescita del Paese, nel Mezzogiorno, nella scuola, nella cultura, per dare conoscenza e lavoro e sconfiggere la mafia, non solo in Sicilia ma in tutto il Paese».

Tratto da: piolatorre.it

FOTOGALLERY
Studenti rievocano prima marcia antimafia
Trent'anni fa la Bagheria-Casteldaccia nel triangolo della morte

ARTICOLI CORRELATI

Trent’anni di marcia antimafia (scarica il nuovo numero di “asud’europa”)

Ti potrebbe interessare...

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos