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Con estremo dispiacere leggo da diverse testate giornalistiche siciliane l'ennesimo episodio intimidatorio ai danni del Presidente dell'Associazione Nazionale Nazionale Testimoni di Giustizia Ignazio Cutrò, vicenda che seguo da tempo. Sono diversi mesi che stiamo assistendo ad un vero attacco nei confronti di Testimoni e Collaboratori di giustizia.
In forza del mio esercizio funzionale presso la Commissione Nazionale Bicamerale Antimafia ho iniziato da qualche settimana, un ciclo di incontri istituzionali con le Prefetture. Ho chiesto ai Prefetti di valutare opportunamente e preventivamente di convocare i Comitati Provinciali per l'Ordine e la Pubblica sicurezza. Tali Comitati devono valutare caso per caso le opportune amplificazioni di tutela nei confronti di Testimoni e Collaboratori di giustizia.
Tale Azione Funzionale preventiva giunge anche a fronte dell'attentato di cui è stato vittima Michele Tramontana altro Testimone di giustizia, ma anche altri che passano in sordina nell’indifferenza di chi è preposto alla loro tutela. Oramai le organizzazioni crimino associate quali 'Ndrangheta, Mafia e Camorra conoscono la circostanza che appena terminato il Piano di tutela, Testimoni, Collaboratori e Denuncianti o parti offese, vengono praticamente lasciati soli con minime tutele applicate, (come la VGR, Vigilanza Radio Controllata) che nel caso di specie non sortiscono alcun effetto dissuasivo o preventivo.
Sono certa che solo la coesione forte tra Rappresentanti dello Stato sia l'unico deterrente operativo e dissuasivo. Prefetture e Presidi di legalità territoriali devono avere sempre alta l'attenzione rispetto a chi decide di collaborare con lo Stato centrale. Coesione funzionale e spiegamento degli effetti afflittivi della giustizia penale devono essere il vero deterrente per chi crede che lo Stato sia bebole. Il contrasto frontale al crimine associato avviene essenzialmente con la collaborazione dei cittadini che siano Parte Offesa ovvero Denuncianti, Testimoni e Collaboratori di giustizia. Queste tre categorie devono essere adeguadamente protette per tutta la vita. Le associazioni criminali non dimenticano e per tale motivo occorre un piano straordinario di protezione anche dopo la fuoriuscita dal Programma di Protezione. Ci vuole più connessione istituzionale e più vicinanza a chi decide di denunciare. Continuerò la mia Azione Funzionale presso le Prefetture come sempre, affinché nessun cittadino si possa sentire solo e abbandonato dalla Stato.

Foto © Imagoeconomica

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