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landa furlo tuffodi Antonella Barina
Sono duemila anni che nella Gola del Furlo, canyon mozzafiato che taglia i monti tra Acqualagna e Urbino, l’uomo sfida e rilancia la natura. Sono cento anni che la doma. Dieci che l’arricchisce con scatti di creatività. Erla il I secolo dopo Cristo quando l’imperatore Vespasiano vi fece aprire una galleria per rendere più agevole la via Flaminia (la si percorre ancora e continuano ad essere visibili gli antichi colpi di scalpello). Era il 1919 quando iniziò la costruzione di una diga imponente che tutt’oggi, capolavoro di archeologia industriale, contiene le acque del Candigliano per alimentare una centrale idroelettrica. Ed era il 2010 quando due sognatori un po’ folli e molto ingegnosi, lo scultore Antonio Sorace e Andreina De Tomassi, poliedrica animatrice di cultura, trasformarono le vecchie abitazioni degli operai della diga nella Casa degli artisti: villaggio dell’estro dove si ospitano talenti, che a loro volta - in un vivace baratto culturale - lasciano un’opera nel paesaggio circostante. E poi si organizzano serate musicali, reading poetici, teatri gastronomici…
Sono circa quattrocento gli artisti passati di qui in dieci anni; duecento circa le opere di Land Art sopravvissute al trascorrere del tempo che, si sa, può essere implacabile con l’arte ambientale. E ora a ogni angolo delle case, del bosco, del frutteto antico - nel verde fatto di piante rare che Andreina e Antonio proteggono dall’estinzione - compaiono inaspettati dipinti, sculture, installazioni… Tasselli di un’affascinante opera collettiva in continuo divenire, che è aperta al pubblico tutto l’anno (ingresso libero dalle 10 alle 19. Visite guidate su prenotazione: 342-3738966 Info: www.landartalfurlo.it)

Tratto da: Il Venerdì di Repubblica dell’8 novembre 2019

In foto: "Il tuffo" di Antonio Sorace

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