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di Federico Gervasoni
Il 28 maggio di 45 anni fa, la strage di piazza della Loggia. Oggi, Brescia non dimentica. Il grave attentato bresciano è stato uno snodo centrale degli anni della strategia della tensione, avvenuta in un periodo di gravi disordini sociali.
Nella mattinata del 28 maggio 1974, una bomba nascosta in cestino di rifiuti, venne fatta esplodere mentre nella città bresciana era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil con la presenza del sindacalista Adelio Terraroli del Pci e del segretario della Camera del Lavoro di Brescia, Gianni Panella. Nell’attentato morirono otto persone mentre altre centodue rimasero ferite. Le vittime furono Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi, Alberto Trebeschi, Clementina Calzari, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda. I funerali si svolsero nella stessa Piazza della Loggia alla presenza dell’allora capo di Stato Giovanni Leone, del presidente del consiglio Mariano Rumor e di 500 mila persone. Dopo anni di processi, depistaggi e indagini interminabili, la sentenza della Cassazione del 20 giugno 2017 ha condannato definitivamente all’ergastolo due ordinovisti, Carlo Maria Maggi, scomparso nel dicembre scorso e Maurizio Tramonte. Quest’ultimo attualmente sta scontando la condanna a vita nel carcere di Fossombrone, dopo aver cercato la fuga in Portogallo. Un punto fermo, dal quale non si può più tornare indietro.
Pur convivendo con un attentato di estrema destra che l’ha dolorosamente segnata, Brescia nel tempo è diventata la città dell’accoglienza e non della divisione. Ha vinto la sua battaglia contro i fantasmi neri del passato utilizzando le armi della democrazia e della partecipazione. Un posto dunque che è maturato molto in questi anni, interrogandosi non in modo rancoroso ma analizzando i fatti. Brescia ha lavorato quindi a lungo per far nascere sensibilmente anticorpi antifascisti contro quel modo violento di agire e di pensare.
Per questo oggi ritorna in piazza a onorare la memoria delle vittime.

Tratto da: articolo21.org

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