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Un gigolò intervistato dalle Iene dopo il mistero della morte di David Rossi
di Davide Vecchi

Magistrati, imprenditori, prelati, manager, giornalisti, massoni, uomini delle forze dell’ordine, politici, tra cui un ex ministro: sono numerosi i soggetti riconosciuti da un gigolò come partecipanti ad alcune cene e festini consumati nelle ville attorno a Siena, in particolare in una a Monteriggioni. Tutti collegati a Mps. L’ultimo tassello del mosaico sulla morte di David Rossi, il manager di Monte dei Paschi trovato morto la sera del 6 marzo 2013, lo rivela le Iene in un servizio mandato in onda ieri sera e che ora passerà al vaglio dei magistrati di Genova, competente sull’operato dei pm senesi. Un tassello che sarebbe dovuto essere individuato e approfondito già nel 2013 dagli inquirenti toscani e invece portato alla luce - come molto altro in questa vicenda - da inchieste giornalistiche. In particolare un libro pubblicato a ottobre da Chiarelettere e le Iene hanno denunciato le lacune delle indagini spingendo la procura di Genova ad aprire un fascicolo a carico dei colleghi di Siena per individuare possibili negligenze nelle indagini sulla morte di Rossi.
Troppe infatti sono le carenze - per incapacità o dolo - registrate nella prima fase dell’inchiesta sulla scomparsa del manager di Mps. In particolare alcune prove fondamentali distrutte dal pm Aldo Natalini, come sette fazzoletti sporchi di sangue trovati nell’ufficio di Rossi e mandate al macero nell’agosto 2013 con indagini ancora in corso, prima ancora che il giudice per le indagini preliminari disponesse l’archiviazione o un supplemento di indagini e senza avvisare neanche i legali dei familiari di David. Non solo. I fazzoletti sono stati distrutti senza neanche essere prima analizzati. Con loro molte altre prove che sarebbe state fondamentali a ricostruire l’accaduto. I video delle 12 telecamere, le celle dei telefonini presenti nella zona, l’elenco dei possibili testimoni, l’esame dei presenti nell’area di Mps: giusto per citare alcune delle ormai evidenti lacune investigative.

Lo scorso novembre l’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, ha rivelato a Le Iene l’esistenza di alcuni festini nelle colline senesi ai quali avrebbero partecipato anche i magistrati. Secondo il racconto fatto alla trasmissione televisiva, le indagini sulla scomparsa di Rossi non sono state compiute e il caso rapidamente liquidato come suicidio proprio perché alcuni magistrati avrebbero avuto dei rapporti diretti con altri personaggi di spicco della banca e della città interessati a non approfondire la verità. Questa versione trova ora un riscontro concreto nella testimonianza del gigolò raccolta e trasmessa ieri dalle Iene e che ora passerà al vaglio dei magistrati di Genova. Il ragazzo, di appena 26 anni, racconta con dettagli le serate, riconosce i partecipanti sia come suoi clienti sia come commensali o clienti di suoi altri colleghi. Inoltre garantisce di avere le prove di quanto afferma: numeri di telefono, pagamenti, mail e altro. “Sono persone pericolose, con le quali bisogna stare attenti”, dice tra l’altro. Una testimonianza molto importante che offre agli inquirenti una strada precisa da seguire per accertare almeno una parte di verità. Ci sono nomi e cognomi di almeno dieci partecipanti alle serate. Ci sono i reclutatori del ragazzo, gli organizzatori di questi particolari eventi che possono essere facilmente rintracciati e riscontri individuabili.

Il ragazzo parla anche di rapporti sessuali di gruppo, di cocaina, droghe. Ma al netto della prostituzione maschile e dell’uso di stupefacenti, ciò che colpisce e sembra ormai evidente è l’esistenza di una sorta di “cupola” che univa i controllori di Siena con i controllati. Se quanto raccontato da questo testimone dovesse rivelarsi anche solo in parte dimostrabile, l’intera vicenda Mps dovrebbe essere letta sotto un nuovo punto di vista. Perché due magistrati della procura di Siena partecipavano a feste e cene insieme a personaggi sui quali negli anni avrebbero dovuto indagare? E che tipo di rapporti avevano? Sicuramente di amicizia e amicali. Inoltre il giovane parla anche dell’esistenza di video delle serate. Quindi i partecipanti a quelle sere erano e sono ricattati o comunque ricattabili? Da chi? Sarà Genova ora a rispondere.

Tratto da: ilfattoquotidiano.it

Foto © Imagoeconomica

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