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albanese micheleIntervista a Michele Albanese
di Graziella Di Mambro
La pista italiana nelle indagini sull’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak si va facendo sempre più concreta e porta in Calabria, agli interessi che la ‘ndrangheta potrebbe avere avuto su un giro d’affari, forse collegato con i fondi comunitari. C’è chi conosce bene le modalità con cui una delle più potenti organizzazioni criminali del mondo sa esportare i suoi metodi in Europa. Michele Albanese (in foto), giornalista calabrese sotto scorta e responsabile della legalità della Fnsi è uno di questi. E basta fargli un nome, quello di Antonio Vadalà e lui, subito, ti ricostruisce cosa gira intorno al “casato” di provenienza, ti descrive qual è il mondo e il modo in cui si muove la ‘ndrangheta. Secondo le prime verifiche incrociate sul delitto di Kuciak e della fidanzata avvenuto domenica 25 gennaio nei pressi di Bratislava, il giornalista stava indagando sul trasferimento illecito di fondi strutturali europei a italiani residenti in Slovacchia, i quali avrebbero avuto legami con la criminalità calabrese. Ed è così che è spuntato Vadalà.

E’ plausibile che una ‘ndrina sia capace di mettere in piedi un business di questo tipo?
“Sì, certo che è possibile. E’ una modalità già utilizzata in Italia. E’ successo con la produzione delle cosiddette ‘arance di carta’ con finti agrumeti fatti apposta per incassare i fondi dell’Unione Europea; nel passaggio dal produttore alla grande distribuzione le arance si moltiplicavano e i fondi comunitari aumentavano. Tutto basato sulla manipolazione dei numeri per approfittare dei fondi comunitari. Nel frattempo la criminalità metteva le mani sui mercati ortofrutticoli e il business cresceva. La ‘ndrangheta ha approfittato di questa situazione una volta, perché non potrebbe rifarlo altrove? La criminalità organizzata va dove ci sono i soldi, opportunità di guadagno. L’interesse per i soldi dell’Unione stanziati per favorire lo sviluppo di territori disagiati non si ferma certo dentro confini nazionali.”

Il collega ucciso aveva messo le mani su informazioni relative ad una rete di rapporti e nell’elenco ci sarebbe un imprenditore calabrese, Antonio Vadalà
“Dovrebbe far parte del giro di Bova Marina, lì c’è la ‘ndrina Vadalà sulla quale si contano già numerose operazioni di polizia e carabinieri. Il capo di questa famiglia è deceduto nel 2013 nel carcere di Secondigliano per un tumore e la famiglia accusò le istituzioni di averlo lasciato morire senza le dovute cure”.

Nelle inchieste di Kuciak pare ci fossero riferimenti a italiani, calabresi con interessi economici in quel Paese e legami con la ‘ndrangheta, insomma quel delitto porta fino a noi, in Italia.
“Diciamo la verità: la ‘ndrangheta ha interessi in mezza Europa e in modo particolare per i Paesi dell’Est; alcune indagini hanno provato anche il traffico di armi. Nel caso di cui parliamo quell’interesse è concentrato sui fondi comunitari che sono molto alti per i Paesi di nuovo ingresso e di quella zona dell’Europa. Ad ogni modo la ‘conquista’ dell’Est europeo da parte di certa criminalità organizzata è un elemento già emerso nelle attività investigative. Per quanto riguarda l’inchiesta sul delitto le collaborazioni sono già in corso per verificare quali sono questi italiani trasferitisi in Slovacchia negli ultimi anni e con quali imprese. Pare inoltre che proprio Vadalà fosse in rapporti stretti con un consigliere del Premier Robert Fico e le indagini porterebbero proprio verso Bova Marina”.

Anche i giornalisti italiani possono contribuire alle indagini su questo caso?
“Credo proprio di sì, ricostruendo i legami, gli interessi economici e i trasferimenti nell’est Europa. Questa storia, temo, ci riguarda da vicino”.
Il 19 febbraio le Procure di Reggio Calabria e Firenze hanno scoperto un giro d’affari di 100 milioni di euro fondato sul riciclaggio di denaro, un’indagine che secondo quanto dichiarato dal Procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho ha dimostrato come la ‘ndrangheta assorbe le imprese legali. Una modalità che potrebbe essere una sorta di “modello economico da esportazione”. Inoltre secondo quanto riferisce il sito slovacco spectator.sme, e riportato dal Corriere della Sera, “alcuni personaggi legati alla ‘ndrangheta partirono anni fa alla volta dell’est d’Europa e finirono per avere collegamenti cruciali nella politica e nelle istituzioni di Bratislava”.

In queste ore il lavoro di Jan Kuciak è stato in parte pubblicato dal quotidiano per cui lavorava, aktuality.sk, e ripreso da molte altre testate. Ed è stata proprio la redazione di aktuality a rivelare che il loro collega stava seguendo la pista degli italiani in Slovacchia.

Tratto da: articolo21.org

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