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mattarella copyright letizia battagliadi Franco Di Carlo
Nel leggere determinate notizie sui giornali, o nell’ascoltarle sui principali telegiornali italiani, mi viene la nausea.
Mi riferisco alla morte del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, come se questa tragedia fosse accaduta ieri, ora si parla, o meglio si riparla della scoperta di una nuova pista.
Apprendere che la procura riapre le indagini mi verrebbe da dire, se non conoscessi le competenze e la professionalità di quei magistrati, che non hanno capito una beneamata minchia.
So perfettamente cosa fosse Cosa Nostra in quel periodo, per poter dare credito a misteri o terroristi neri, rossi o di qualsiasi colore.
Ho spiegato mille volte negli interrogatori sostenuti, in Corte di Assise, e mi riferisco al primo processo per l’omicidio Mattarella, nel secondo processo, a seguito del quale la commissione di Cosa Nostra, la cosiddetta Cupola, è stata condannata e molti dei componenti la commissione, sono morti scontando l’ergastolo.
Ho spiegato cos’era successo dal 1978 al 79 e principio anni 80, quando si verificarono una serie di omicidi eccellenti, a cominciare dall’ex socio di Vito Ciancimino, il segretario provinciale della Democrazia Cristiana Michele Reina, poi il giudice Terranova, il giornalista Mario Francese.
Fino ad arrivare al 6 gennaio, all’assassinio del presidente Mattarella.
Si continuano a cercare i motivi e le ragioni di queste tragedie, mentre la verità storica e processuale è sotto gli occhi di tutti.
O si vuole ancora depistare, deviare l’opinione pubblica composta dai trentenni di oggi, confondere le idee, per non ammettere che per tantissimi anni, in Sicilia c’era uno Stato dentro lo Stato, che a tutti gli effetti controllava il territorio.
I responsabili di quelle tragedie e della morte di Piersanti Mattarella sono stati tutti definitivamente condannati.
Forse ci sarebbe da avviare indagini su chi ha interesse a deviare o depistare.
La ragione per cui non siano stati condannati gli esecutori materiali non è perché non si conoscano i loro nomi, perché il nostro ordinamento giudiziario, non permette di perseguire nessuno senza prove provate e specifiche, specialmente se le accuse sono mosse da un singolo collaboratore.
Ma da qui a pensare che Cosa Nostra si sia rivolta ai Nar o alle Br, o a qualsiasi altro gruppo terroristico per ingaggiare un killer, è la cosa più assurda da immaginare o da ipotizzare.
Sicuramente chi conosce Cosa Nostra, sa con quale segretezza si emetteva una sentenza di morte, neppure gli affiliati stessi potevano sapere.
E vi posso assicurare che la segretezza in merito alla tragedia di Piersanti Mattarella, fu assoluta e totale.
Come nelle dichiarazioni rese alla magistratura e riportate dopo nei miei libri, mi sono personalmente esposto in tutti i modi possibili per salvare una persona perbene, che conoscevo da tantissimo tempo, e l’ho fatto mettendo a rischio la mia stessa vita.
Non sono riuscito a salvarlo, purtroppo, è questo è un dolore che mi accompagna da trentotto anni.

Tratto da: articolotre.com

Foto © Letizia Battaglia

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