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nebrodi lago maulazzo c flavia curcunacidi Maria Grazia Mazzola*
Aiutiamo il parco, i suoi animali, nella rivoluzione per uno sviluppo nella legalità contro tutte le mafie.
Che vuol dire la legalità in un territorio di 86.000 ettari di natura incontaminata? Dove in molte zone la corrente elettrica non arriva e non c’e’ sicurezza?
Stiamo parlando del Parco dei Nebrodi dove l’azione del presidente Giuseppe Antoci ha aperto una strada nuova tra i boschi che la mafia dei pascoli aveva assoggettato. La partita che si gioca oggi è lo sviluppo economico del parco nella legalità mentre i clan mafiosi spingono verso un’economia feudale, parassitaria, priva di regole, leggi e controlli.
I clan puntano a minacciare i giovani del parco che stanno scommettendo tutto sulle proprie aziende: chi in biologico, chi in allevamenti con salumi e carni tracciate di qualità, chi come Magda Scalisi su una nuova gestione del rifugio del parco a 1.300 metri su una strada impervia, a 13 chilometri da San Fratello in provincia di Messina.
Le storie dei giovani come lei sono senz’altro elementi di rottura sul controllo mafioso del territorio: giovani con due lauree, giovani moderni che fatturano tutto, che acquistano solo cibi tracciati contro l’analfabetismo fiscale di chi non controlla i propri animali - o li ruba - e li macella clandestinamente. Contro ogni forma di estorsione di chi va a consumare i pasti al rifugio e si fa il conto da solo oppure non paga; contro i furti di bestiame, di trattori; contro chi minaccia, violenta la natura del parco e i suoi animali; contro chi vuole sottrarre i territori ai proprietari per lucrare indebitamente sui contributi della Cee. Questo e’ il punto.
La festa ai mafiosi l’ha guastata per primo il presidente del parco Giuseppe Antoci col regolamento antimafia. Per questo gli hanno fatto un attentato. L’ha guastata ai clan la festa anche il giovane sindaco di Troina Fabio Venezia che gli ha revocato ben 4.000 ettari di terreni dove nascerà l’iniziativa di nuovi imprenditori nella legalità.
Fabio Venezia e Giuseppe Antoci sono scortati.
Ci sono altri giovani impenditori che hanno denunciato. Ragazzi che vanno ora tutelati.
Magda Scalisi, due lauree, animalista ha subito minacce e ha denunciato. Le hanno avvelenato cinque cani. Lei che i cani li salva, quelle anime che aiutano l’uomo nel suo lavoro, barbaramente avvelenati.
Una mafia dei pascoli che ha ‘gettato’ nel terreno del rifugio del parco i maiali non tracciati. I tagli nell’orecchio - come nel medio evo - dimostra che fossero di qualche ‘famiglia’.
Lei ha chiamato il vicequestore Daniele Manganaro che dirige il commissariato di Sant’Agata di Militello: li ha sequestrati e abbattuti. E i dipendenti di Magda al rifugio se ne sono andati. Abbattere i maiali di chi vuole avvisarla! Quale affronto. Il sangue dei maiali che i mafiosi del parco usano per disegnare croci dietro i cancelli di chi ‘deve mettersi a posto’.
I mafiosi ‘lanciano’ i propri animali anche nelle colture degli imprenditori per distruggere il raccolto. Si presentano i mafiosi e ‘prelevano’ gli animali dell’allevatore perché gli servono. Oppure glieli fanno sparire.
È una guerra la legalità in alta montagna.
Mafiosi ignoranti e spietati. Quattordici omicidi in vent’anni rimasti insoluti nella zona di Tortorici.
La Federazione Antiracket Italiana è là con gli imprenditori onesti: Giuseppe Scandurra e Giuseppe Foti.
I mafiosi vogliono le terre. E noi gliele dobbiamo revocare. Una mafia feudale nei mezzi, ma imprenditoriale nel lucrare i contributi, grazie a professionisti e colletti bianchi. Con esponenti legati anche alla ‘ndrangheta e ai clan catanesi.
Badiamo bene.
Questo e’ lo stato di diritto: carabinieri e polizia che fanno cordone con gli impenditori della legalità. Ma bisogna chiedere che lo Stato alzi la sua voce, rafforzi la sua presenza, che tra i sindaci se ne facciano avanti altri con coraggio. Non solo Fabio Venezia.
Ci sono paesi del parco dove è impensabile una manifestazione antimafia. Abbiamo documentato tutto questo a Tv7,settimanale del Tg1. Abbiamo dato voce alla squadra della legalità, al coraggio di Magda.
Abbiamo fatto i nomi delle famiglie colpite da interdittiva antimafia dalle prefetture di Catania e Messina: i Pruiti, i Foti-Belligambi, i Musarra e i Conti Taguali. ASloro sono stati revocati i terreni. Non ne avevano diritto. Un diritto che con l’intimidazione è stato sottratto agli agricoltori meritevoli.
Non lasciamo da soli i giovani del parco.
Accendiamo luci accanto a loro. Accendiamole accanto agli animali e all’ambiente: che siano rispettati. Teniamo in mano le fiaccole accanto a loro.
Ho una proposta, un’idea: perché non ci diamo appuntamento tutti insieme, con Libera, con le associazioni, nel parco dei Nebrodi con tutti quelli che la legalità la stanno costruendo con coraggio e sudore della fronte in prima linea?
Sosteniamoli.

* Inviata speciale del Tg1

Foto © Flavia Curcuraci

Tratto da: liberainformazione.org

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