Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Biagio Maimone
Dobbiamo costruire territori amministrati da donne e uomini che vogliono sconfiggere il “potere che uccide” con “il potere della vita”

Dal mare di Lampedusa arriva un urlo straziante che non può non svegliare le nostre coscienze “assopite” di cittadini europei, specchio e testimonianza crudele di una deriva esistenziale, legata alla caduta di ogni freno morale di fronte ai vantaggi connessi allo sfruttamento dell’uomo, mai cessato dai primordi della storia umana.
Le guerre non sono mai finite! La vita è ancora un campo di battaglia, a volte ben nascosto, a volte smascherato da eventi crudeli come l’ennesimo naufragio alle porte di Lampedusa.
Allora cosa fare? La nostra impotenza è reale o è l’alibi nel quale nasconderci per la paura connessa al dovere di intraprendere l’impegno di contrastare la violenza di chi abusa degli “ultimi”, ossia i poveri, che non sono gli ultimi, ma sono e saranno “Il sale della vita”. Alla vigliaccheria di quanti assistono immobili, contrasta, di certo, l’audacia dei profughi che, pur di diventare cittadini liberi, affrontano la morte.
Questa immane tragedia evidenzia una verità inconfutabile, ossia che l’amore per la libertà sfida ogni pericolo. Lasciano le proprie radici nelle terre aride da cui provengono, consapevoli che le loro terre sono aride a causa del cuore di pietra chi li amministra.
Partono dalle coste delle loro terre su barconi “arrangiati”, che, chissà perché, a poche miglia dalle coste di Lampedusa, si rivelano malferme e fanno cadere in mare le donne, i bambini e gli uomini che si sono su di essi imbarcati, affidandosi a trafficanti senza scrupoli.
Dal mare vengono inghiottiti anche i sogni di queste donne, di questi bambini, di questi essere umani indifesi? No, certamente perché di essi resta testimonianza, che vive in coloro che si sono salvati.
Di fronte a tanto dolore e a tanta violenza non deve calare il silenzio, ma il desiderio di impegnarsi affinché le città di ogni territorio, non solo quello europeo, ma soprattutto quello da cui i profughi sono fuggiti, divengano la “madre ideale”, non violenta, che accoglie le proprie creature in un progetto in cui la violenza deve essere sconfitta per permettere che esse divengano donne e uomini amati e liberi, a cui nessuno negherà più la propria dignità ed il proprio diritto di essere cittadini tutelati nei loro diritti fondamentali, perché dovrà vivere la democrazia e quel benessere che da essa, necessariamente, deriva.
Noi ricorderemo il loro amore per la vita e la libertà e ne faremo un progetto per costruire territori amministrati da donne e uomini che vogliono sconfiggere il “potere che uccide” con “il potere della vita”, che permette ai suoi abitanti di essere creature libere ed evolute materialmente e spiritualmente.
Non più la morte nelle acque del mare di uomini in fuga perché la loro morte testimonia la morte della coscienza umana!

Foto © Ansa/Ap

Ti potrebbe interessare...

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos