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di Antonio Ingroia
Sarebbe facile dire: l'avevo detto. Ma è così. Era facile prevedere che il Governo Conte sarebbe durato poco per l'inaffidabilità di Salvini. Era facile prevedere che da questa esperienza di Governo il M5S, i suoi progetti riformatori, ed il senso del voto anti-sistema del marzo 2018 avevano tutto da perdere e niente da guadagnare. Era trasparente l'intenzione di Salvini, al di là dei propositi dichiarati, di vampirizzare il M5S facendo crescere i propri consensi, cosicché, se avesse avuto un successo alle elezioni europee, avrebbe cercato di capitalizzare i consensi andando ad elezioni anticipate per conquistare la leadership di un governo di destra. Lo dissi e lo scrissi all'indomani della nascita del Governo Conte. Quella di Salvini era solo tattica per poi andare al potere alla guida di una coalizione di destra con Berlusconi al seguito.
Era facile prevedere tutto questo, bastava analizzare lo scenario politico e i personaggi in gioco. Ma molti dicevano il contrario, chi diceva trionfalisticamente che era nato un nuovo Polo del Cambiamento Lega-M5S ovvero chi criminalizzava (PD in testa) il Governo giallo-verde come un nuovo governo “fascio-razzista”.
Ebbene, la crisi di Governo - ora ufficiale - conferma la mia analisi e smentisce le altre previsioni. Ma all'analisi deve seguire l'azione, i fatti. Ed i fatti non possono e non devono essere un nuova alleanza “contro natura”, un nuovo “contratto di governo” fra diversi, M5S-PD: sarebbe il suicidio del M5S e un atto che vanificherebbe il senso del voto popolare del marzo 2018 che chiedeva un “cambiamento anti-sistema”, impossibile in un'alleanza col PD, un PD, peraltro, che è quello attualmente rappresentato in Parlamento, tutto nelle mani del PD peggiore, e cioè di Matteo Renzi.
ingroia antonio bn c imagoeconomica 610La parola torna al Presidente Mattarella che cercherà le soluzioni migliori per una transizione verso le scadenze, nazionali e internazionali del Paese, prima di tornare - inevitabilmente - al voto.
E intanto? Bisogna organizzarsi per le prossime elezioni, certamente vicine se non imminenti. Guardare avanti e al dopo, con l'esperienza degli errori del passato, da non ripetere. Esiste una sola strada, come ho scritto in un commento su Il Fatto Quotidiano della settimana scorsa. Costruire un “terzo” polo, alternativo a quelli tradizionali, che abbia il M5S come cardine per un progetto di reale cambiamento del Paese. E rinnovo, dunque, l'appello al M5S a non guardare dentro il Palazzo e dentro il Sistema, Lega o PD pari sono, ma fuori dal Parlamento e dal Sistema, nel Paese reale, a quella maggioranza degli italiani che non hanno votato e che rischiano di far crescere sempre di più il partito dell'astensionismo. Aprirsi ai movimenti di base, sociali e civili, a quella grossa fetta di società che dopo una lunga fase di disimpegno è di nuovo pronta a mettersi in gioco, a fare la propria parte per evitare che l’Italia sia condannata all'alternativa neoliberismo europeista - autoritarismo xenofobo e intollerante. E' venuto il momento che il M5S, tornando alla sua matrice originaria, si apra ad un'alleanza strategica, politica e non solo elettorale, al mondo che le è più vicino e simile, per non essere costretto a fare alleanze parlamentari con chi le è più lontano e diverso, come è accaduto con la Lega, come accadrebbe col PD. L’appello è chiaramente rivolto allo stesso tempo a tutti i movimenti civici, nazionali e territoriali, alle associazioni ambientaliste, antimafia e anticorruzione, che si riconoscono nella Costituzione, affinché lavorino insieme alla costruzione di un coordinamento nazionale per un’alleanza per il cambiamento attraverso l'attuazione della Costituzione. Un’alleanza di prospettiva, da cui potrebbe nascere una coalizione, un “Fronte Popolare e Costituzionale per Onestà e Giustizia”, con una lista M5S al centro ed una o più liste eminentemente civiche intorno. In questi giorni, dopo il mio appello, ho ricevuto tante adesioni al mio appello da cittadini, associazioni e movimenti civici, anche da aderenti del M5S. E' il momento di farlo crescere. Nei prossimi giorni, diffonderò alcune proposte di documenti tematici su cui costruire, insieme e in modo orizzontale, una piattaforma programmatica. Proviamoci tutti. E' il momento di mettere da parte i personalismi perché la democrazia nel Paese è a rischio e nessuno si può e si deve tirare fuori.

Visita: azionecivile.org

Foto © Imagoeconomica

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