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di Riccardo Cristiano
Quanto scritto da La Verità sul direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, è grave. “Pur di non ritrovarsi mai più il leader leghista davanti, padre Spadaro sarebbe disposto a soprassedere su eutanasia, nozze gay, utero in affitto mascherato.” Grave e ovviamente infondato, chi legge Civiltà Cattolica può dirlo. Ma non basta. Si può dire che esporre questa tesi finalizzata a togliere credibilità a una posizione da quella preferita: usare argomenti sensibili per l’etica per de-eticizzare il punto principe della polemica con padre Spadaro, la sua difesa dei diritti umani dei profughi, dei rifugiati, dei naufraghi, dei mutilati, dei fuggiaschi, degli evasi, dei migranti, dei disperati. De-eticizzare questo vuol dire, di tutta evidenza, de-eticizzare la difesa della vita di cui ogni religione e in particolare quella di Spadaro non può non essere depositaria. La fermezza coraggiosa e chiara di padre Spadaro in questi giorni sulla difesa della vita a partire dal mare arriva ovviamente a tutti gli altri, inclusi i malati terminali, ma parte dal mare perché lì vediamo il soccorso negato, cosa che mai avveniva nel mare. Quante Madonne di Porto Salvo si incontrano nel nostro Meridione, dalla Sicilia alla Calabria, alla Campania, al Lazio. Porto Salvo… Per tutti: per i marinai, per i naufragi di ogni colore, per gli schiavi e tanti altri ancora. E’ l’essenza del cristianesimo, soccorrere chi è in difficoltà, chi ha bisogno, chi cerca aiuto. Basta vedere sul profilo di padre Spadaro la Mano tesa di Dio e la mano tesa di un soccorritore per riuscire a capire che in gioco è l’idea di Dio e l’idea di Chiesa. Se Dio non può essere per un “noi”, ma per ciascuno di tutti noi, allora la Chiesa non può mai essere una Chiesa etnica, una Chiesa che esclude, che si chiude magari pensando che noi siamo superiori e migliori rispetto agli altri. Questo cardine del cristianesimo non può essere discusso e l’idea dolorosa che qualcuno lo abbia fatto, mettendosi a sindacare sul perché un naufrago avesse il telefonino, deducendone che non fosse l’ultimo legame con il mondo che aveva lasciato ma uno status symbol che lo renderebbe indegno della qualifica di “sofferente” o “bisognoso” rende chiaro quanto grave sia il pericolo.
Un credente, e padre Spadaro certamente lo è, non può lasciare la sua Chiesa, la sua fede, in silenzio davanti a eventi del genere. Non può tacere quando vede che la vita potrebbe essere svilita nel suo significato e valore supremo. La gravità della polemica che in modo subdolo si avanza è che la difesa profonda della vita di ciascuno sarebbe fatta nella disponibilità di altri cedimenti etici. Non è vero, ma insinuare il sospetto consente di trovare una via d’uscita traversa. Dunque oggi siamo al punto che difendere l’uomo può essere presentato come disinteresse o abbandono dell’uomo. Questo no, questo sembra troppo. Anche perché chi ha avuto la pazienza di leggere sin qui sa cosa c’è scritto nel discorso delle Beatitudini. Forse è il caso però di ricordarlo, perché tanti che parlano di Cristo non sanno cosa abbia detto. “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.” Quindi è il caso di dire che padre Antonio Spadaro merita la nostra gratitudine e che c’è un’emergenza da affrontare.

Tratto da: articolo21.org