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di Karim El Sadi - Foto e Video
Ieri in scena lo spettacolo "Ciao Matteo dove sei?". Il direttore Bongiovanni "ti aspettiamo tutti, collabora con la giustizia e dì la verità"

Audace, profondo, toccante. Si potrebbe riassumere con queste parole lo spettacolo di ieri sera "Ciao Matteo dove sei?" del movimento culturale internazionale Our Voice, presentato dal direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni. Una provocazione e al contempo una richiesta di consegnarsi alle autorità, formulata in chiave teatrale e non solo, rivolta al superlatitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. La pièce artistica è andata in scena proprio lì, in quel paesino di 31000 anime della Sicilia occidentale che ha dato i natali al ricercato numero uno in Italia, Castelvetrano. Protagonista dello spettacolo una ragazza, Sonia Bongiovanni, nonchè direttrice di Our Voice la quale, dal baretto "La taverna", location dove si è sviluppata tutta la trama, si trova seduta su una sedia con la speranza che si presenti il capo mafia perché ha qualcosa di importante da dirgli. Mentre la mano scrive una lettera da destinare al boss la sua mente viaggia e si pone degli interrogativi esistenziali sulla figura del coautore delle stragi del 1992-1993. "Cosa provi quando ti guardi allo specchio Matteo? - ha chiesto la giovane fissando severa la telecamera - Oggi sei qui. Tutti sanno chi sei, ma tu lo sai?". A seguire la voce di Rosaria Costa, vedova di una delle centinaia di vittime cadute per mano di Matteo Messina Denaro, Vito Schifani, è riecheggiata tra il pubblico mentre Chiara e Mattia, due ballerini giovanissimi di Our Voice, danzavano sulle note di Angel By the Wings di Sia. Una coreografia che ha commosso i presenti al Centro Culturale "Giuseppe Basile" con la quale il movimento ha voluto ricordare le vittime della strage di Capaci e via d'Amelio. E poi ancora, un altro ballo, un modo per mostrare, tramite gli eleganti movimenti dei ballerini Stefano e Mattia, il primo vestito di bianco e il secondo di nero, il patto stipulato dallo Stato e dalla mafia sul sangue degli innocenti assassinati a Roma, Firenze e Milano nel corso della strategia stragista di Cosa nostra del 1993.


Quella strategia, interpretata in un secondo momento dal giovane attore di Our Voice Jamil, partorita dal gioco di scacchi tra il male e "l'ingannevole bene" dalla quale è nata la cosiddetta zona grigia, "la collusione". O "quello status fisico in cui con il corpo all'inferno ci si crede in paradiso". Una scacchiera dove il movimento silenzioso e attento di re, torri, cavalli o semplici pedine è stato in grado di capovolgere l'ordine delle cose e di conseguenza di intavolare scellerate trattative. Ma Matteo Messina Denaro non è solo l'uomo degli scacchi. Matteo Messina Denaro è anche uomo di mondo, stretto collaboratore dei narcos venezuelani, amico di soggetti dell'estremismo islamico e grande amante di opere d'arte. Tutti aspetti più o meno conosciuti del boss che i giovani di Our Voice hanno riportato fedelmente in chiave satirica sul palco ieri sera. La pièce teatrale va avanti. Gli attori della satira scesi dal palco hanno lasciato spazio alla protagonista la quale, carte alla mano, ha letto parola per parola tutti i principali passi della sentenza del processo contro l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa 5 anni fa dove si attesta il ruolo di Silvio Berlusconi quale finanziatore di Cosa nostra dal 1974 almeno fino al 1992. Circostanza confermata anche dai giudici della corte d'Assise di Palermo sul processo trattativa Stato-mafia i quali si sono spinti oltre scrivendo che l'ex cavaliere avrebbe pagato i boss non solo nel periodo in cui era imprenditore, ma anche successivamente quando sedeva da premier a Palazzo Chigi. Una sentenza, quella di Palermo che ha fatto luce su una parte di quella trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra all'interno della quale si è rivelato cruciale il ruolo del Messina Denaro. "Sai qual è la verità Matteo? - ha detto Sonia un attimo più tardi - La verità è che mi fai solo pena! Ti chiederai, 'che cosa ci fa qui una bambina?'. Una formica che affronta il gigante, una ragazzina ingenua che crede di potersi rivolgere al grande Matteo Messina Denaro, il boss, l'uomo d'onore, l'intoccabile!" ha continuato la giovane recitando il suo monologo davanti a una piazza attonita. "Mi chiedevo 'ma un uomo d'onore si nasconde?' Perché non vieni qui uomo d'onore?, Perché non ti fai vedere? Tu hai perso Matteo, sei solo un vigliacco che per potere ha tradito tutti i suoi finti ideali e la sua famiglia. Cosa nostra ha perso, e con lei lo Stato corrotto, siete solo delle pedine, dei burattini, ma arriverà un giorno in cui vi renderete conto e vi inginocchierete davanti a quelli che non hanno voluto restare fermi e comodi. Tutti loro hanno già vinto, noi abbiamo già vinto. E se tu sei l'onore noi siamo il disonore. E tieniti il tuo potere, il tuo dominio, a noi non ci interessa perché dalla nostra parte abbiamo una chiave che tu non conoscerai mai, l'amore. E allora vieni, se vuoi uccidici come hai fatto con tutti gli altri tanto questo è quello che sai fare meglio. Fallo! Ma in cambio vieni, consegnati e di la verità perché anche tu hai la possibilità di cambiare. Per tutti quei bambini, per quelle madri e per quegli uomini giusti. Unisciti a noi".



Il grido esausto della giovane sembra squarciare il velo di omertà che aleggia su Castelvetrano, per un attimo il tempo è sembrato fermarsi ha commentato qualcuno, il pubblico si alza e applaude. Ma lo spettacolo non è concluso. La giovane sembra tornare in sé e si risiede su quel tavolino del bar "La taverna" dove è rimasto per tutto il tempo dello spettacolo un calice di vino rosso. L'attrice di Our Voice Beatrice, nei panni della cameriera, intima la ragazza ad uscire perché il locale è in chiusura. Sonia però non se ne va, finisce di scrivere la lettera e risponde alla barista "continuo ad aspettare". Aspettare quella giustizia che da troppi anni sembra non volersi rivelare. Così come non vuole rivelarsi quel "gigante" di Messina Denaro che probabilmente da qualche parte d'Italia o del mondo ha assistito allo spettacolo-affronto di piccole e coraggiose "formiche".
A fine serata il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano ha ringraziato tutto il gruppo e ha rilasciato alla leader di Our Voice una targa della città di Castelvetrano che non è solo mafia ma soprattutto arte, bellezza e cultura.

Foto © Paolo Bassani