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di Piero Innocenti
Le ultime operazioni antidroga condotte dalle forze di polizia sono emblematiche, da un lato di una costante e forte azione di repressione, dall’altro di una situazione generale di spaccio e di consumo che è inarrestabile. E questo in gran parte delle nostre città dove continuano in questa attività criminale molti spacciatori, di tutte le età, in prevalenza stranieri, spesso richiedenti protezione internazionale o irregolari sul territorio nazionale.
Sono i fatti, quotidiani, a dimostrare questa situazione come emerge dalla lettura della rassegna stampa locale pubblicata sul sito della Polizia di Stato.
Riepiloghiamo, come accennato, i più importanti degli ultimi giorni, a cominciare dal deposito di marijuana, oltre tre chilogrammi, scoperto dai carabinieri in una falegnameria nel crotonese dove hanno arrestato un uomo, con precedenti specifici, subito messo ai “domiciliari” dal giudice.
A Perugia, la Polizia arresta un tunisino, già condannato per spaccio e per questo ricercato, senza fissa dimora, che, tuttavia, continuava tranquillamente nel suo “lavoro” preferito.
A Senigallia, invece, un quarantacinquenne disoccupato aveva messo su una “fabbrica del fumo” coltivando cannabis in un locale del suo appartamento appositamente attrezzato dove sono stati recuperati 14kg di marijuana.
A Pesaro, nei pressi del Tribunale, tre nigeriani vengono arrestati da agenti della Polizia di Stato mentre si stanno dividendo le dosi di eroina, già confezionate pronte da piazzare.
A Cesenatico, un tunisino, irregolare, e un libico vengono arrestati nei pressi di uno stabilimento balneare con dosi pronte di hashish. Finisce in manette un albanese che a Rimini viene “pizzicato” dalla Polizia con oltre un etto e mezzo di cocaina e più di cinquemila euro in contanti custoditi in casa, dove pure è stato trovato un bilancino di precisione e una macchina per preparare le confezioni sottovuoto.
A Trieste sono due gli italiani che finiscono in carcere dopo la perquisizione fatta dagli uomini della squadra mobile che sequestrano cocaina, marijuana, hashish e settemila euro in banconote di piccolo taglio. Sempre a Trieste, dopo una segnalazione anonima, viene scoperta in una piccola radura una coltivazione ben curata di piante di cannabis (ignoto, per ora, il “coltivatore”).
A Lambrate (Milano) un edicolante arrotondava la sua attività spacciando anche hashish e marijuana e, sempre nel milanese, a Cornaredo, un marocchino veniva ferito da un colpo di arma da fuoco nel contesto di un regolamento di conti tra spacciatori. Ancora un marocchino arrestato a Carugate dalla Mobile brianzola dopo il ritrovamento di 17 kg di hashish e cocaina nel box.
Due chilogrammi di marijuana contenuti in un sacco di quelli adoperati per la spazzatura vengono trovati da un uomo intento a raccogliere asparagi nelle campagne di Chieti.
Ad Arezzo, in una retata fatta dalla Polizia di Stato vengono arrestati una trentina di pusher, in gran parte nigeriani e a Reggio Emilia, un marocchino senza fissa dimora viene arrestato dai carabinieri con diverse dosi di hashish e duemila euro in contanti.
In Sardegna, a Quartu, viene controllato un furgone condotto da un cagliaritano che trasportava, mescolati tra materassi e cuscini, ben 75kg di hashish.
Due i palermitani bloccati nei quartieri di Brancaccio e della Kalsa mentre spacciavano cocaina e crack.
A Pesaro la squadra mobile arresta tre nigeriani che andavano al matrimonio di un loro connazionale con una quarantina di dosi di eroina (regalo di nozze) mentre a Vicenza un nigeriano di 21 anni, richiedente asilo e da poco scarcerato per spaccio di marijuana viene di nuovo arrestato mentre vendeva droga a campo Marzo.
Uno scenario, solo parziale, di quello che è accaduto pochi giorni fa per vicende collegate allo spaccio di stupefacenti. Il livello di guardia è stato superato ampiamente e non si vede una via d’uscita.

I dati della DCSA
Scenario nazionale (quasi) sconsolante quello che viene fotografato, con la consueta meticolosità, dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA-Dipartimento della Pubblica Sicurezza- Ministero dell’Interno), che ha elaborato, alcuni giorni fa, i dati statistici sull’attività antidroga e i risultati conseguiti dalle forze di polizia e dalle dogane nel mese di aprile scorso.
Boom mensile dei sequestri di hashish (6848,73kg) e di marijuana (3.111,96kg) che hanno rappresentato circa il 95% del totale dei sequestri complessivi di stupefacenti (10.667,77kg) a livello nazionale.
Poca eroina (23,10kg), in gran parte intercettata in piccole quantità nelle varie piazze di spaccio provinciali (ad eccezione di Enna dove, fatto inconsueto, ne sono state sequestrate 2,75kg) e 630,33kg di cocaina, in gran parte (511kg) nel porto di Gioia Tauro.
Stupisce, peraltro, come in alcune grandi città l’attività di repressione, stando ai dati rilevati, sia stata davvero modesta, in alcuni casi quasi nulla. E’ il caso di Milano con appena 74 grammi complessivi sequestrati tra hashish, marijuana ed eroina, di Napoli con appena un grammo di cocaina, di Bari con un grammo di hashish, di Foggia con 5 grammi di hashish.
In almeno una trentina di altre città, poi, dove nei mesi passati si erano registrati apprezzabili sequestri ed effettuati arresti di spacciatori, aprile è sembrato davvero nello specifico ambito dell’antidroga, il “mese del dolce dormire”.
Così ad Ancona, Arezzo, Belluno, Benevento, Campobasso, Caserta, Como, Cosenza, Catanzaro, Macerata, Rimini, Terni ecc.. dove non si è andati oltre il sequestro di una decina di grammi di stupefacenti per ogni singola provincia.
E’ possibile che gli uffici/comandi delle varie forze di polizia non abbiano comunicato con la tempestività dovuta i vari dati alla DCSA ma è anche possibile che si sia trattato soltanto di un breve periodo di calo di attenzione dovuto anche agli innumerevoli impegni di servizio di ordine pubblico che hanno caratterizzato questo lungo periodo (ancora in atto) preelettorale.
Non credo ci siano altri motivi e già in questi primi quindici giorni di maggio, in realtà, ci sono state diverse operazioni antidroga, alcune anche di un certo rilievo come il sequestro di coltivazioni di cannabis, oltre diecimila piante, a Vittoria (Ragusa) da parte dei militari della Guardia di Finanza o l’arresto, a Seregno, da parte dei carabinieri, di una banda, composta da diciassette elementi, quasi tutti marocchini che spacciava droghe in tutta la Brianza.
Si tratta, tranne casi episodici, di operazioni di polizia che vengono effettuate nelle piazze, nelle strade, quando già i quantitativi di stupefacenti sono stati “parcellizzati” e più difficile è riuscire a svolgere quella repressione più incisiva che è stata definita dagli analisti della DCSA la “difesa avanzata in mare”, da dove proviene la maggior parte dei consistenti carichi di stupefacenti.
Anche ad aprile, nelle acque internazionali, i servizi svolti dai natanti della Guardia di Finanza, hanno portato al sequestro di circa 90kg di hashish e di 465kg di marijuana.
Quantitativi molto più considerevoli sono stati bloccati nel 2018, a bordo di imbarcazioni, nell’Oceano Atlantico, a ridosso delle coste europee e nel Mediterraneo (circa sedici tonnellate di cocaina e 38 ton di hashish), grazie alle attività del MAOC-N (Maritime Analysis and Operation Centre-Narcotics, organismo che ha sede a Lisbona e dove operano congiuntamente ufficiali di collegamento di Spagna, Italia, Francia, Regno Unito, Olanda, Portogallo e Irlanda.
Un organismo che sin dal giugno 2014 la Commissione parlamentare Antimafia del tempo aveva segnalato come iniziativa “degna di pregio e di essere ulteriormente rafforzata”.
Soltanto con queste strutture interforze europee si può cercare di arginare lo tsnumani di cocaina nel mondo (oltre mille tonnellate la produzione stimata annua).
(18 maggio 2019)

Tratto da: liberainformazione.org

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