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di Azione Civile
Respingiamo una nuova Libia, Iraq, Siria o Afghanistan

Azione Civile segue con apprensione, ma anche sdegno e indignazione, quello che sta accadendo in Venezuela. Fatti che non sono nati oggi ma affondano negli anni. Lo Stato centro americano, ricco di petrolio, è da tantissimi anni al centro dell’attenzione degli Stati Uniti e dei suoi alleati. I limiti politici, e le responsabilità nell’attuale crisi economica, di Maduro non possono consentire di chiudere gli occhi sulla vera natura del golpe militare di Guaidò, dei riconoscimenti internazionali che ha incassato appena autoproclamatosi presidente in maniera illegale e di un processo ormai pluriennale in corso in tutta l’area. Un processo, fatto di golpe giudiziari (dal Paraguay al Brasile di Lula all’Ecuador di Correa) tesi ad azzerare ogni alternativa progressista e ogni governo non allineato a Washington e ai suoi interessi geostrategici ed economici. Il Venezuela sembra resistere molto più di altri a quest’onda. E, dopo l’autoproclamazione di Guaidò e il golpe militare di queste ore, potrebbe avvicinarsi la possibilità di un intervento militare diretto gli USA, rendendo ancora più violenta ed esplosiva la situazione nel Paese. Come sta accadendo dall’avvio della guerra infinita di Bush nel 2011. Una guerra che non tradisce il suo nome. Afghanistan, Iraq, Siria, Libia sono tutti Stati che dopo l’intervento USA (in maniera più o meno diretta) non hanno più conosciuto pace. Ma solo guerra, terrorismo, azzeramento di ogni infrastruttura istituzionale, gravissimi problemi sanitari, economici, fame e miseria. La democrazia con tutto questo non c’entra nulla, non si garantisce nessun futuro con le armi ai popoli. Perché altrove si banchetta, festeggia e lucra. Come le multinazionali del petrolio (le stesse che in alcuni Stati africani corrompono e devastano).
Azione Civile si schiera quindi con coloro che respingono il golpe militare e ogni ingerenza esterna nella vita del popolo venezuelano. Si rispetti la costituzione e le leggi del Paese, la volontà popolare e la democrazia. E l’unica preoccupazione internazionale sia piuttosto nel far cessare embarghi e isolamenti, evitare la guerra civile e far cessare povertà e una terribile crisi economica.

Foto © NurPhoto via Getty Images

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