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Il comandante del GIS: “I giovani sono il nostro futuro” e “hanno bisogno di esempi”
di Davide de Bari

 - Foto e Video
“Io credo che non esistano obbiettivi irraggiungibili, sono tutti raggiungibili se si crede fortemente in se stessi. Ai giovani dico di non mollare alla prima difficoltà e non piangetevi addosso, perché state sprecando energie inutilmente. Queste energie potreste utilizzarle per essere ancora più testardi e decisi. Solo così si possono raggiungere i propri sogni e obbiettivi”. E' così che il comandante Alfa del GIS dei carabinieri si è rivolto agli studenti, durante la presentazione del suo ultimo libro “Missioni Segrete” (ed. Longanesi) al teatro Concordia di San Benedetto del Tronto.
Al centro dell'incontro i giovani, a cui costantemente il comandante si è rivolto: “Voi giovani dovete rimanere dove siete nati. Dovete portare avanti dei progetti positivi e non sparire all'estero. Ci sono ragazzi che sono andati a Londra a fare i lavapiatti pur di non stare in Italia, perché credono di non aver futuro. Invece voi lo dovete creare questo futuro, però giustamente si parla sempre di futuro e qualcuno deve mettervi in condizioni di crearlo”.



All'incontro, Alfa ha raccontato i suoi primi passi all'interno dell'Arma fino ad arrivare alla fondazione del GIS nel 1978. Ma prima ancora ha spiegato cosa l'ha spinto a intraprendere questa scelta: “Io ho fatto questa scelta di vita perché ho sofferto” e “ho deciso di dedicare la mia vita a chi ha bisogno, è stata questa la scintilla”. Il comandante ha ripercorso diversi momenti cruciali della sua carriera, dagli anni in Aspromonte, dove ha liberato numerosi ostaggi dalla 'ndrangheta, per poi passare alle missioni all'estero a Nassirya e Baghdad. “Il GIS è stato scelto, fra tutti i reparti speciali al mondo, per la ricerca di criminali di guerra. Abbiamo lavorato molto nei Balcani e catturato tantissimi criminali di guerra. Noi siamo stati scelti dall'Onu e dal Tribunale del'Aia per fare questi tipi di lavori” ha detto il comandante, che non si è soffermato tanto sul racconto delle missioni svolte ma piuttosto su ciò che resta: “Quando poi rientri in Italia, resta il rammarico di non aver potuto aiutare questi ragazzi e bambini, che non hanno nessuna colpa. Questi, pagano colpe di coloro che per sete di potere fanno tantissimi danni a tante persone che non centrano nulla; come sta succedendo in Siria, dove tante donne e bambini stanno morendo senza aver alcuna colpa”. In questo lavoro, secondo il comandante, ciò che davvero soddisfa non sono tanto le onorificenze, ma “dare un sorriso a una persona, che fino a pochi attimi prima soffriva. Liberare una bambina di 8 anni, prendendola in braccio e consegnandola alla mamma”.


Dopo le missioni all'estero, nel 2013, il comandante ha organizzato la scorta al magistrato antimafia, Nino Di Matteo. E su di lui ha detto: “È una persona per bene”, che “si merita tutta la nostra attenzione” e “oltre a essere un grande magistrato, è una persona onesta”; “Io lo metto insieme a Falcone, Borsellino e dalla Chiesa. Alfa ha anche raccontato delle sue origini a Castelvetrano in Sicilia, dell'ambiente mafioso e sopratutto del suo concittadino Matteo Messina Denaro: “E' uno dei più ricercati al mondo. Sta rovinando Castelvetrano sia a livello economico che di immagine. Purtroppo c'è questa cultura molto radicata al sud che è l'omertà e ci vorranno due o tre generazioni di voi ragazzi per farla sparire. E proprio quando sparirà, noi prenderemo Messina Denaro. Purtroppo è molto protetto”.
Durante la presentazione, non sono mancati i momenti toccanti. L'ispettore regionale dell'Associazione Carabinieri, Tito Baldo Honorati, ha raccontato dei suoi anni di servizio a Palermo, quando lavorava come organo di polizia giudiziaria per il magistrato Rocco Chinnici, e ha riportato alla memoria il dolore delle morte dei suoi colleghi Boris Giuliano, Nini Cassarà e soprattutto del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa.



Il comandante Alfa è anche intervenuto sul fenomeno del bullismo, spiegando che il rispetto non si ottiene con la violenza, ma “mettendosi a disposizione ad aiutare il prossimo, aiutando i più deboli e chi ha bisogno”. Oltre a questo, Alfa ha parlato della distanza tra cittadino e forze dell'ordine: “Si sta creando questo muro, dove voi credete che noi siamo vostri nemici, ma non è vero. Noi siamo vostri amici, perché siamo gente del popolo. Abbiamo e stiamo soffrendo per la vostra sicurezza e non per andare in piazza a picchiarci. Noi abbiamo fatto un giuramento, quello di far rispettare le leggi. Quando voi giovani lo capirete ci aiuterete”. E ancora: “Le forze armate e le forze dell'ordine sono amate e invidiate da tutto il mondo. Invece in Italia c'è ancora qualcuno che ha dei dubbi verso questi professionisti” e poi ha lanciato un appello: “State vicini alle forze dell'ordine, ne hanno bisogno di essere considerati, perché non sono degli sprovveduti, come qualcuno vuole far credere”.
Prima ancora che il comandante intervenisse per presentare il suo libro, si è esibito il gruppo teatrale del Movimento culturale internazionale “Our Voice”, fondato dalla giovanissima Sonia Bongiovanni, che nella presentazione del suo movimento ha detto: “Lottiamo contro l'indifferenza giovanile, contro l'indifferenza in generale. Oggi c'è ne tanta”.

comandante alfa sbt

Dopo i saluti istituzionali della giunta e del sindaco Pasqualino Piunti, i ragazzi hanno dato il via allo spettacolo con balletti, monologhi e soprattutto con tanta recitazione, con momenti emozionanti. “Non siete stato voi”, “l'Italia è stanca, il popolo è stanco” e “utilizzare il coraggio per denunciare”. Queste le urla dei giovani attori. 
Nella seconda parte dello spettacolo, le scene andavano dall'interpretazione di Carlo Alberto dalla Chiesa a quella di Pippo Fava. Alcune scene salienti del film di Marco Tulio Giordana “I cento passi” in cui è narrata la storia di Peppino Impastato. Non solo. Anche don Pino Puglisi e i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Lo spettacolo ha come titolo “L'arte uccide la mafia”. E proprio tramite l'arte, questi artisti vogliono denunciare e fermare la cultura criminale e mafiosa, che sta prendendo sempre più piede nel nostro paese.

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