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di Lorenzo Baldo

Fermo. E’ come se le immagini appoggiate sui tavoli dell’Artasylum portassero con sé una miriade di stati d’animo: dolore, gioia, voglia di riscatto e tanta resilienza. Una resilienza che ti entra dentro. Volti di uomini e donne che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma del terremoto che ha colpito il centro Italia. Persone che hanno visto cadere una dopo l’altra le loro certezze di vita: una casa, un’attività, e soprattutto la perdita di affetti. Di chi è morto sotto le macerie e di chi si è lasciato lentamente morire dopo essere sopravvissuto. Negli occhi di questi resilienti c’è tutto questo. E anche di più. C’è la necessità impellente di gridare alle istituzioni di sbrigarsi a ricostruire prima che altri vecchi si lascino morire, prima che altri giovani scappino lontano. Il progetto #ripartidaisibillini è questo: “un viaggio di cinque giorni dal 12 al 16 ottobre da una parte all’altra della catena montuosa toccando i comuni di Amandola, Monte San Martino, Smerillo, Montefortino, Montemonaco. Norcia. Visso, Ussita e Castelsantagelo raccogliendo storie, immagini e impressioni della bella gente d'appennino”, con blogger e instagramers impegnati per il rilancio del turismo nelle aree terremotate. Quegli stessi che ieri sera si sono ritrovati, assieme a coloro che avevano messo a disposizione le proprie strutture sui Sibillini, per dare un segnale tangibile attraverso la mostra di 50 fotografie del giornalista Andrea Braconi, più quelle di altri valenti fotografi e instagramers, i cui nomi vanno ricordati: Roberta Isceri, Lucia Paciaroni, Diana Bancale, Ivan Corridori, Paolo Merlini, Nadia Stacchiotti, Chiara Palmieri, Vissia Lucarelli, Lucia Parpaglioni, Rosetta Carnevale, Lucia Scalzo, Luca Tombesi, Gianluca Candela, Consuelo Pivi, Paola Felicetti, Andrea Sgammini, Eleonora Antonelli ed Erica Lorenzini.


Le foto esposte a “Sibillini in mostra” sono in vendita a un prezzo simbolico, il cui ricavato andrà a realizzare alcuni progetti post terremoto. Il messaggio è chiaro: i social, al di là del becero “sfogatoio” dei peggiori sentimenti a cui siamo tristemente abituati, possono realmente contribuire al miglioramento di questa società, soprattutto in casi come questo. In prima fila c’è Ilaria Barbotti che nel 2011 ha fondato la prima e unica community degli Instagramers in Italia, legata al gruppo internazionale Instagramers. Tra le foto esposte c’è anche qualche suo scatto. Alla mostra, proposta dal blog “I racconti dello Stomaco” (tra i promotori: Instagramers Italia e Marche, Associazione Italiana Travel Blogger e Artasylum) e patrocinata della città di Fermo, il sindaco, Paolo Calcinaro, e il vicesindaco nonché assessore alla cultura Francesco Trasatti, testimoniano l’impegno e la volontà ad ampliare il progetto di ripartire dai Sibillini. Accanto a Ilaria Barbotti c’è l’autore di quei 50 scatti, Andrea Braconi, instancabile attivista, fotografo ribelle, scrittore libero e indipendente per “fuori di carta” e soprattutto convinto promotore di tante battaglie come questa in difesa del territorio e dell’umanità che vi abita. Quell’umanità nascosta tra le pieghe di una terra martoriata dal terremoto che vuole rialzare la testa. Confusa tra il pubblico c’è anche Patrizia Vita, una dei resilienti di Ussita. Patrizia è schiva, non vuole ulteriore clamore. Dopo essere diventata suo malgrado una sorta di simbolo di chi ha deciso di rimanere in un paese fantasma, dopo aver perso tutto, per lanciare un messaggio alle istituzioni attraverso la propria presenza, vuole tornare a vivere. Nella foto in bianco e nero che la ritrae con un accenno di sorriso spicca la frase del “ricercatore di meraviglie” Francesco Caramagna: “Le montagne sono le uniche stelle che possiamo raggiungere a piedi”. L’inquietudine, le speranze e la voglia di rinascita di Patrizia tornano ad affacciarsi in queste parole. La cercano tra la gente, ma lei è uscita a fumare. Sui tavolini le persone continuano a passarsi di mano in mano le foto di Andrea Braconi - rigorosamente in bianco e nero - che sintetizzano questo lungo viaggio.

Ma ci sono anche le foto a colori - altrettanto intense - realizzate da altri instagramers che si sono letteralmente buttati anima e corpo in questo progetto, stampate su base di cartone riciclato (tonky). Tra i presenti anche Gianfranco Mancini che con i suoi “diari” dei Sibillini, attraverso storie e immagini, racconta le persone e i territori feriti. Una donna si ferma a osservare l’immagine di Marco Scolastici sorridente mentre sorregge con le mani una grossa forma di formaggio prodotta dalla sua azienda di Cupi (Mc), pesantemente lesionata dal sisma, che continua, nonostante tutto, a produrre prodotti di alta qualità. La mano di un coltivatore su cui spicca un piccolo tartufo scuro è come se fosse tesa verso chi osserva quell’immagine, quasi a invitarlo ad accettare quel dono. E poi ci sono ancora i ritratti di volti sorridenti, o immersi nei loro pensieri, di uomini e donne, allevatori, titolari di aziende agricole che magari non ci sono più; dietro di loro la presenza imponente di quelle montagne il cui grido continua a echeggiare nella testa e nel cuore di queste persone. Questo viaggio è appena cominciato e ad ogni fermata c’è chi si sale su questo treno in perenne corsa.

Artasylum. La mostra rimarrà aperta fino al 12 febbraio

#fuori di carta

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