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renzi c ansa massimo percossidi Giulio Cavalli
Una spiegazione semplice semplice, proprio banale: Matteo Renzi (Presidente del Consiglio) promette a Michele Emiliano (Presidente della Puglia) 50 milioni di euro per permettere alle strutture sanitarie di Taranto di attrezzarsi per l’emergenza Ilva che continua imperterrita a uccidere bambini (dati epidemiologici alla mano).

Emiliano esulta, Taranto esulta, i tarantini esultano. Che bello un premier che si occupa dei problemi irrisolti. Alla fine anche Michele Emiliano (che certo non ama Renzi) si lascia andare a un cenno di gratitudine.

E invece? Invece no. L’emendamento che dovrebbe garantire in Commissione sulla legge di bilancio i soldi per i tarantini sparisce. E così spariscono anche i 50 milioni. Emiliano (e i tarantini) si incazza. Ovvio. Qualcuno comincia a dubitare che dalle parti del governo siano troppo impegnati per il referendum e si dimentichino di governare.

E cosa succede? Succede che il Presidente del Consiglio cerchi di convincerci che la colpa di tutto questo disastri sia colpa del presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia, suo compagno di partito. «É stato il presidente della Commissione che ha dichiarato inammissibile l’emendamento che stanziava a questo fine 50 milioni», dice Renzi.

E Boccia, per fortuna, sboccia: «Taranto era tra le 10 priorità della commissione Bilancio - dichiara -, c’era emendamento e c’era l’ok di tutti. Quell’emendamento non ha avuto il benestare della Presidenza del Consiglio e di chi su quel tavolo rappresentava la presidenza del Consiglio. Il tema politico è un altro. Era una priorità? Per me si, lo era anche per l’opposizione, lo era per il relatore, lo era per il Mef, è mancato l’ok di Palazzo Chigi e sarebbe sgradevole usare i cellulari per mostrare gli sms girati quella notte».

Vuole cambiare la Costituzione, questo qui.

Buon martedì.

Tratto da: left.it

Foto © Ansa/Massimo Percossi

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