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di Margherita Furlan
''I bisonti della prateria saranno molti ma nessuno sarà in grado di tentare la sorte da solo''
Il sistema capitalistico è finito. In cosa si tramuterà ancora non è dato di sapere. Già da molti anni, da quando l'equilibrio imposto da Jalta (4-11 febbraio 1945) si è spezzato con la caduta del muro di Berlino, utile scenografia per i media dell'Occidente che hanno messo in onda lo sfaldamento dell'Unione Sovietica - l'eterna nemica, si sono aperte lande nuove di terra da conquistare e sono apparsi popoli da colonizzare e mercati da riempire di merci, seppure a volte inutili. Ma ora, quella parte del mondo che, da sempre, si è considerata vincente e infallibile, che ha imposto a tutti il suo modus vivendi, il suo prodotto più famoso, la Democrazia, anche a costo della cancellazione di nazioni e culture, in nome dei principi meramente merceologici del cosiddetto Pensiero Unico, trasformato in denari, sta portando i suoi libri contabili al Tribunale fallimentare; e per la richiesta di riesame non c’è più tempo.
“I bisonti della prateria saranno molti ma nessuno sarà in grado di tentare la sorte da solo.” Giulietto Chiesa, direttore della web tv pandoratv.it, nella splendida cornice della Biblioteca Sperelliana di Gubbio, introduce la conferenza ‘Terza Guerra Mondiale: l'informazione mente’ rompendo gli indugi: “Le attuali classi dirigenti non sono più capaci d’interpretare il mondo e noi, hic et nunc, abbiamo non solo la necessità impellente di cambiarle ma di organizzarci, tutti insieme, per costruire una nuova forza politica, capace di dire che il mondo così com’è non può procedere, a meno che non vogliamo correre il rischio di estinguerci.” Accanto all’ex europarlamentare, il 27 maggio scorso, Giorgio Bongiovanni, direttore della rivista Antimafia Duemila, sprona il pubblico alla riflessione sulla sostanziale indifferenza dell’opinione pubblica, debitamente distratta e resa inerte da un mainstream ogni giorno di più mero veicolo pubblicitario della globalizzazione divenuta militare. “Nel periodo in cui il mondo è travolto dal terrorismo e dalla paura del diverso, finchè non sapremo tutta la verità sulla nostra storia recente, sulle stragi che hanno bagnato di sangue il nostro Paese e sui mandanti esterni dei massacri, di ieri e di oggi, noi vivremo in una democrazia zoppa o in un simulacro di dittatura.”


Francesca Panfili, dell’associazione ‘Dal cielo alla terra’ di Gubbio, organizzatrice dell’evento, conduce un intenso dialogo tra i due relatori e il centinaio di persone presenti in sala, toccando i binari della complessità della crisi mondiale che portano Giulietto Chiesa fino a una stazione drammatica: “Cosa sarà di noi, occidentali progressisti, che, immersi nel degrado, senza scuola, educazione, formazione, abbiamo dimenticato le nostre origini e stiamo diventando analfabeti? Cosa ne sarà di noi se non saremo in grado di capire quello che ci sta succedendo?” Lo scrittore, che ha appena edito il suo ultimo saggio, intitolato ‘Putinfobia’ in Italia e ‘Russofobia 2.0’ in Russia, si dice “molto inquieto per quello che sta accadendo alla specie umana: il problema che abbiamo di fronte è quello di sopravvivere tutti insieme non più di vincere.” E mestamente, ma con tono deciso, aggiunge: “Chi ritornerà a casa questa sera, comodamente, pensando di vivere come prima, dopo avere percepito la complessità della crisi mondiale - precisa Giulietto Chiesa: “percepito, non capito” - è persona che non vale nulla, né per sé, né per i propri figli. Purtroppo non per responsabilità di coloro che vagano nel grande mare della menzogna e dell’inganno. Perdonali, disse Cristo, perché non sanno ciò che fanno. La responsabilità è di coloro che hanno lasciato degradare la cultura, l’istruzione. Che hanno affidato le menti delle ultime generazioni nelle mani di faccendieri irresponsabili e immorali. Che hanno tagliato le radici della nostra storia, annegandola nel gossip e nella lordura delle pulsioni animali primordiali. E’ la Grande Fabbrica dei Sogni e delle Menzogne.” Ora dunque “il problema cessa di essere politico e diventa morale”. “Per questo, prosegue Giulietto Chiesa, ho fondato Pandoratv.it: per dare un segnale di riscossa. Piccolo, lo so bene. Ma spesso il segnale è un segno di vita. Come un faro. Si può vedere anche da lontano. Lascia sperare.”

Indispensabile quanto salvifico, per il direttore di pandoratv.it, costruire una forza di opposizione al sistema, perché i bisonti non siano soli, in mezzo ai lupi. Una Grande Alleanza Democratica e Popolare. Trasversale, capace di parlare a tutti, di ogni colore, fede e professione religiosa. Per Giulietto Chiesa “la creazione del CNGNN (Comitato No Guerra No Nato) è il punto di partenza di questo progetto. So bene che andiamo contro corrente. So bene che milioni di italiani non sanno neppure cosa sia la Nato. Non mi faccio illusioni. Ma sono convinto che questa piramide di guerra debba essere abbattuta, e che possa essere abbattuta. Il primo passo è fare in modo che molti, milioni, sappiano. Poi decideranno. È vero che la nostra Costituzione non consente la messa in discussione dei trattati internazionali cui il governo e il parlamento hanno aderito. Lo scrissero, i nostri padri costituenti, perché pensavano che i parlamenti sarebbero stati democraticamente eletti. Invece questi attuali parlamenti, italiano ed europeo, sono ormai stati catturati dai padroni universali e non ci rappresentano più. Dunque dovremo cambiarli e anche cambiare la Costituzione in questo punto preciso. Ma lo faremo dopo avere cacciato i lanzichenecchi di Matteo Renzi, nel prossimo ottobre.”



Avremmo dovuto accorgerci, se fossimo stati debitamente informati, degli ingenti spostamenti di truppe e armamenti, delle esercitazioni su larga scala ai confini con la Russia, del colpo di stato in Ucraina, pagato dagli Usa 5 miliardi di $, degli insistenti tentativi di creare un nuovo grande stato musulmano in Albania, Kosovo e Macedonia sotto controllo occidentale anche contro il parere e la volontà di questi popoli, della illegittimità delle sanzioni imposte alla Russia e, di riflesso, a tutti quei paesi che con la Russia commerciavano proficuamente (Italia in primis), della creazione e del finanziamento dello Stato Islamico da parte dell’Occidente e dei suoi alleati, Stati canaglia tra cui la Turchia, Paese membro della Nato, della proliferazione del terrorismo, anche in casa nostra. Tacendo dei costi umani di una guerra infinita iniziata nel 2001, e ricordando solo sommessamente gli 80 milioni di euro che ogni giorno l'Italia è costretta a spendere per la sua partecipazione all’Alleanza Atlantica, restano le costanti provocazioni nei confronti dei pochi, principalmente Cina e Russia, che inevitabilmente costituiscono, per il fatto stesso di esistere, un ostacolo all'espansione degli Usa e dei suoi vassalli. Il campione dell'Occidente è assuefatto a vincere, quasi sempre con l'inganno; qualunque legittimo ostacolo gli si opponga, dev'essere eliminato, non importa a quale costo, perché la guida è nelle mani di schiavi dementi, asserviti al mito del denaro e della finanza criminale, del tutto incapaci di ragionare, privi di morale, di coscienza e di qualsiasi considerazione per la dignità umana. Per l’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, “il XXI° secolo dev’essere il secolo americano”: è una dichiarazione di guerra al mondo intero che parte dal presupposto che il tenore di vita d’oltre oceano non può essere messo in discussione da nessuno e chiunque tenterà di farlo sarà colpito. Il problema è che Obama, né tantomeno chi lo sostituirà nel prossimo novembre, non sa che un Paese di un miliardo e mezzo di persone con una storia di 5mila anni, com’è la Cina, non potrà mai essere dominato con il pensiero di un Paese di 320 milioni di persone che pensano pro domo sua. “Nel 2001, spiega Giulietto Chiesa, quando cominciò l’attacco dei padroni universali, allora cambiava il criterio dello scontro mondiale. Fu un cambio d’epoca: il sistema capitalistico diventava la produzione del denaro attraverso il denaro e questo presupponeva il dominio assoluto e la fine della democrazia nell’occidente. Da quel momento avremmo dovuto capire tutti, anche le sinistre, che il campo di battaglia si spostava: da quel momento l’Impero doveva affermarsi contro tutto il resto del mondo.”

Oggi non c’è più lo scontro tra due avversari. Oggi, per Giulietto Chiesa, “non ci potrà più essere nessun vincitore e dovremo evitare lo scontro a tutti i costi perché altrimenti moriremo tutti. La battaglia ora si gioca o per la sopravvivenza o per la morte. Certamente esiste ancora lo scontro di classe perché ci sono ricchi sempre più ricchi e ci sono poveri sempre più poveri ma questo non vuol dire che la battaglia è su questo terreno.” Ma allora, chiede alla platea il noto giornalista: “Se i tempi sono così corti ce la faremo a parlare a 60 milioni di italiani perché siano in grado di capire quello che sta succedendo?” La risposta è netta quanto dura: “No, perché non abbiamo un sistema democratico dell’informazione: per salvarci abbiamo bisogno di costruire un nuovo sistema di difesa il cui caposaldo sia l’informazione che rompa il monopolio dei padroni dell’universo. Solo allora milioni di persone potranno unirsi in un’alleanza che dovrà fondarsi su principi base largamente comprensibili e condivisibili, senza dichiarazioni ideologiche di partenza. Fuori dalla Nato è la parola d’ordine per salvarci la pelle innanzitutto, e in secondo luogo per ricostruire la sovranità del Paese, per diventare un Paese neutrale. Inoltre, dobbiamo tornare a essere i proprietari del nostro denaro attraverso la nazionalizzazione della Banca d’Italia e della Bce, noi dobbiamo tornare a essere gli unici protagonisti che producono il danaro, dobbiamo controllare chi produce la moneta e impedire loro di produrne ancora per fermare nuove guerre. Il governo dev’essere nelle mani del popolo e non in quelle delle grandi banche internazionali: ciò presuppone una forza politica che diventa anche maggioranza politica nel Paese, nel rispetto della Costituzione del 1948 che prevedeva un sistema proporzionale puro. Ora che abbiamo messo la Carta Costituzionale nelle mani dei lanzichenecchi veri e propri, noi dobbiamo metterci qualcosa in più nella Costituzione, la giustizia sociale, che prevede la difesa del territorio che è difesa delle nostre idee, del nostro cervello, della nostra salute, delle nostre fabbriche, delle nostre scuole, delle nostre abitazioni: se noi creassimo tante organizzazioni territoriali quante le nostre città non ci sarebbero né abbastanza armi né soldati. E’ arrivato il momento di costruire le “casematte di Gramsci” perché l’offensiva del nemico è e sarà molto più grande di quella che tutti noi sinora abbiamo subito.”



E indubbiamente, conclude Giorgio Bongiovanni, “tra i punti salienti dell’agenda politica di questa nuova grande alleanza democratica e popolare che noi c’impegniamo a costruire, ci sarà l’abbattimento delle mafie e della corruzione, non più la semplice lotta di esse, perché il nostro Paese è all’85° posto nella lista dei Paesi più corrotti al mondo, pur essendo tra i sette Paesi più sviluppati economicamente al mondo: le due facce della stessa medaglia.”

“Libereremo questo Paese, ne è convinto il direttore di Antimafia Duemila, perché qui, dove sono stati uccisi 28 magistrati, l’ultimo baluardo della nostra democrazia e che noi dobbiamo difendere, c’è un’ultima speranza: quella degli uomini che ancora sono disposti a dare la vita, a immolarsi per  offrire la libertà al nostro Paese.”

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