INDAGINE “GRANDE DRAGO”
Per comprendere l’ascesa di Grande Aracri è necessario ripercorrere i punti salienti delle varie indagini condotte soprattutto nei primi anni 2000. Partiamo dall’indagine GRANDE DRAGO, un’indagine piacentina scaturita dall’operazione SCACCO MATTO della Procura della Repubblica-DDA di Catanzaro, la quale dal gennaio al dicembre 2000 indaga appunto sul clan Grande Aracri. Nel novembre del 2002 viene eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bologna, nei confronti di 28 persone ritenute responsabili di una vera e propria associazione di stampo mafioso, operante nel territorio piacentino, cremonese ed emiliano. Vengono arrestati, tra gli altri: Nicolino Grande Aracri (considerato il capo dell’organizzazione), Francesco Lamanna (uomo di fiducia e strettissimo collaboratore di Nicolino Grande Aracri), Antonio e Andrea Villirillo, Alfonso Mesoraca, Carmine e Gennaro Pascale, Antonio Vito Floro, Gianluca Amato, Antonio Esposito, Michele Messina, Giuliano De Santis, Carmine Megna Oliverio, Giovanni Mancuso. Il tutto però viene annullato per una “carenza motivazionale” e gli indagati vengono rimessi in libertà. Nonostante questo, però, l’indagine fa comunque emergere tutta la potenzialità criminale della cellula operante nei territori piacentini e cremonesi (ma strettamente collegata alla cosca cutrese dei Grande Aracri), capeggiata da Francesco Lamanna e Antonio Villirillo e coinvolta nel traffico di stupefacenti e nel commercio di armi provenienti dall’estero.
AEMILIA: una terra che ha bisogno di anticorpi - INDAGINE “GRANDE DRAGO”
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