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di Linda Grasso - 25 febbraio 2015

Un appello in memoria di Antonio Montinaro
Ugo Foscolo, nel carme “I Sepolcri”, spiega che la tomba non è per il morto, poichè quando  questo muore perde le cose più care, ricevendo in cambio una lapide con su scritto il nome. Questa, però, altro non è che l’espressione dell’affetto dei suoi cari per consentire al defunto di continuare a vivere nel ricordo di quanti lo hanno amato. Dalla notte dei tempi TUTTI i grandi uomini hanno avuto una tomba, una lapide, affinchè il loro ricordo potesse rimanere  nella memoria delle generazioni future. TUTTI, tranne un eroe che appartiene al nostro Paese e che di nome fa Antonio Montinaro: una delle vittime, insieme al giudice Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli altri agenti della scorta, Vito Schifani e Rocco Dicillo, periti nella strage di Capaci, il 23 Maggio del 1992.
Ieri sono andata a portare un fiore sulla sua tomba e quello che ho visto mi ha sconvolta. Antonio Montinaro è sepolto al cimitero comunale “Rotoli” di Palermo e la sua tomba si trova  nella cosiddetta zona “interdetta”, così denominata perché da anni chiusa al pubblico in quanto soggetta a continue cadute di massi da Monte Pellegrino. Nonostante le transenne, trasgredendo  l’ordinanza comunale, peraltro vedendo che altra gente è solita farlo, le scavalco per cercare la tomba sez.371 n. 96. Finalmente arrivo in quella che sarebbe dovuta essere la tomba in ricordo perpetuo di un eroe e provo una fitta allo stomaco, il cuore mi si stringe e le lacrime mi solcano il volto…davanti a me trovo una sepoltura in completo stato di abbandono, sporca, con i vasi pieni soltanto di fiori secchi lasciati lì chissà da quanto tempo. L’unica cosa che si vede bene è la foto di Antonio Montinaro, sorridente, con il suo cappellino di servizio e i riccioli bruni che gli incorniciano il viso; accanto alla sua foto c’è scritta una frase, anche questa scolorita dal tempo e dall’incuria, che una volta recitava: “Io vi amerò dal cielo così come vi ho amato sulla terra”.

Ho posto i fiori nel vaso pieno d’acqua piovana, ho accarezzato la foto, e gli ho chiesto scusa..si…scusa per lo stato di abbandono in cui riversa la sua tomba; scusa perché lui ha perso la vita per tutti noi, e questo è il modo per ringraziarlo. Mentre recito una preghiera, ricordo di aver visto in alcune immagini il cenotafio progettato e realizzato dal fratello Brizio, noto architetto, su richiesta della mamma in ricordo del figlio, costruito nel loro paese natio, così mi chiedo…perché lasciare Antonio Montinaro in una tomba abbandonata dove i fiori rimangono per mesi a seccare nei vasi sotto il sole? Perché non traslare la salma accanto ai suoi genitori, così come avrebbe voluto la famiglia sin dalla sua morte? Sono andata via promettendo ad Antonio che farò di tutto affinchè abbia una sepoltura degna del suo sacrificio. Ha dato la vita per noi e tutti noi abbiamo il dovere di onorarlo.

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