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aula-tribunale212 dicembre 2014

Palermo. "Esiste agli atti di questo processo una sentenza definitiva (quella sul concorso in associazione mafiosa a carico di Dell'Utri) che esclude nella maniera più assoluta qualsiasi rapporto di carattere illecito tra Forza Italia e i mafiosi o che vi sia stato qualsiasi accordo o promesse tra il partito e l'associazione mafiosa". Lo ha detto Giuseppe Di Peri, avvocato di Marcello Dell'Utri, commentando le dichiarazioni di Tullio Cannella al processo Stato-mafia. "La sentenza esclude anche - ha aggiunto - che Forza Italia possa avere contributo in qualsiasi forma a questi progetti di cui parla Cannella, tanto è vero che durante le legislazioni del governo Berlusconi vengono implementate in maniera severa tutte le leggi contro Cosa nostra e soprattutto viene stabilizzato il regime del 41 bis".

ANSA


Processo Trattativa, Tullio Cannella: “Bagarella mi disse che su Berlusconi potevo stare tranquillo”
di AMDuemila - 12 dicembre 2014
“Bagarella mi disse di stare tranquillo perché aveva preso impegni seri con noi”. A confermarlo in aula, su contestazione del pm Del Bene, è il pentito di Brancaccio Tullio Cannella. “Partecipai ad un comizio di Berlusconi. Ricordo che parlava di lotta alla mafia, di misure dure. Chiesi spiegazioni a Bagarella che mi disse di stare tranquillo che erano dichiarazioni di protocollo, di circostanza”. Il collaboratore di giustizia ha poi spiegato che nel 1994 l’indicazione di voto in Cosa nostra era quella di votare Forza Italia. “Io però non mi esposi troppo perché avevo degli impegni anche con Sicilia Libera e non potevo fare figuracce visto che ero uno dei promotori”. Nel corso dell’esame dell’accusa Cannella ha anche parlato di un episodio con Cesare Lupo. “Venne da me e mi disse. Guarda che potrebbero chiederti, così come hanno fatto con Fabio Tranchina, di Marcello Dell’Utri. Lui ha detto che non lo conosce. Se vengono a cercarti fai altrettanto. Io Dell’Utri non lo conoscevo per davvero. Mi fece capire che questa persona era vicina e di interesse per i Graviano. Che avevano il contatto ed era il referente per Milano e che agiva per l’interesse collegiale di Cosa nostra. Questo lo raccontai a Bagarella che mi confermò”.


Tullio Cannella: “Delusi dalla vecchia politica, progettammo Sicilia Libera. Poi appoggiammo Forza Italia”
di AMDuemila - 12 dicembre 2014
“Bagarella era sfiduciato nei confronti della vecchia politica. Dc e Socialisti non avevano mantenuto impegni assunti con Cosa nostra. Per questo nacque un partito che era espressione naturale di Cosa nostra. E il nome pensato era quello di Sicilia Libera”. Tullio Cannella, pentito di Brancaccio sta ripercorrendole fasi di quel progetto che Cosa nostra portò avanti nel 1993 per far nascere un nuovo partito di riferimento. “Io avevo già esperienza e Bagarella mi dà l’incarico. Mi incontrai con gente di Catania, del trapanese e partimmo. Avevamo gli stessi obiettivi separatisti che aveva la Lega Nord. Di questo venne informato anche Bernardo Provenzano”. Cannella ha poi ribadito che quel progetto venne “messo da parte”. “Bagarella già sapeva della discesa in campo di Silvio Berlusconi da qualche tempo. Noi partecipammo alle provinciali a Catania alle comunali a Palermo ma poi per le elezioni politiche fu appoggiata Forza Italia.  Tutto avvenne in maniera naturale. Fu abbandonato per il momento contingente e vari personaggi vicini a Cosa nostra furono inseriti nelle liste di Forza Italia”.


Processo Trattativa, Tullio Cannella: “Bagarella sulle stragi del’93 mi parlò della Falange Armata”
di AMDuemila - 12 dicembre 2014

“'Vedi questi attentati qua in Italia che stanno succedendo per me sono i terroristi, saranno quelli della Falange armata, vedrai la accolleranno a loro’, queste sono le parole di Leoluca Bagarella mentre vedevamo insieme le immagini in tv sul finire di luglio”. A raccontarlo è il collaboratore  di giustizia Tullio Cannella, che sta deponendo questa mattina presso l’aula Bunker dell’Ucciardone al processo Trattativa Stato-mafia. Rispondendo alle domande del pm Francesco Del Bene Cannella ha riferito del suo rapporto di amicizia con il capomafia corleonese. “Lo disse in tono sarcastico - ha ricordato il pentito - Era come una battuta, ‘vedrai che la imputeranno all’eversione nera, rossa, quella che sia’”.
Cannella ha anche parlato dell’attentato a Costanzo, in via Fauro. “Bagarella mi disse che non era per uccidere, ma per dare un avvertimento, una ‘bumbicedda’. Lui faceva troppe trasmissioni dove parlava contro la mafia. Però lavorava anche in un ambiente dove c’erano collegamenti di amicizie con Cosa nostra”.