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punta raisi strage aereadi Cristina Scuderi
A quarant’anni dalla strage aerea di Punta Raisi una mostra documentale ricorda l’accaduto e fa il punto sulle domande rimaste irrisolte. La mostra, nata da un progetto di Libera, inizia il suo cammino dalla Casa di Paolo, l’antica farmacia Borsellino in via della Vetriera 57mercoledì 19 dicembre, con un incontro col giornalista Ernesto Oliva alle ore 18:30.
È la sera del 22 dicembre 1978 quando il volo Alitalia AZ 4128 parte da Roma diretto a Palermo e dopo circa 50 minuti di viaggio regolare, mentre è in posizione di avvicinamento all’aeroporto di Punta Raisi sparisce dai radar alle 00:38. Quando viene localizzato da alcuni pescatori a 3 miglia circa dall’aeroporto, è già semi affondato e in acqua galleggiano diversi sopravvissuti, kerosene e bagagli.
I quarant’anni trascorsi dalla strage sono stati quarant’anni di vergogne politiche e miserie morali. Il ricordo oggi è la sola celebrazione possibile.
Da anni il problema di condurre a dignità la memoria della strage di punta Raisi - chiamata spesso incidente - è stato ed è grave. Le ricorrenze di una comunità sono qualche cosa di profondamente diverso dai compleanno delle persone. E hanno un peso nella coscienza collettiva, nella costituzione della sua identità non solo rispettosa del passato ma aperta sul futuro e sulle coscienze delle nuove generazioni, purché naturalmente quella ricorrenza non si riduca al rituale di un giorno, la cerimonia della mattina o di una sera, alla riconferma dell’appoggio ai sopravvissuti ai parenti delle vittime, alla vituperazione dei colpevoli.

“Scorrono davanti agli occhi della mia mente lunghi anni di ricerche, l’altalena delle speranze e di delusioni fino alla sensazione sempre più netta di aver cozzato contro un muro di reticenze e menzogne. Questa sciagura che non è un fatto privato, chiama pesantemente in causa lo stato italiano. Ed è contro questa assurdità che vorrei gridare tutto il mio sdegno”.
Vincenza Toscano (madre di Luigi Toscano, disperso)

“Credo che tutti noi abbiamo il dovere della memoria, ne abbiamo la responsabilità. Dobbiamo chiedere verità e giustizia (...). Qui è stata calpestata la democrazia del nostro paese”.
(Don Luigi Ciotti, Cinisi, 23 dicembre 2010)

Info: Casa di Paolo, tel. 091.7772535 e-mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

In foto: la stele commemorativa realizzata dai familiari dopo la tragedia

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