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toghe-rosse-sangue-teatroUno spettacolo di Francesco Marino
scritto da Giacomo Carbone
ispirato da Paride Leporace
con Francesco Polizzi, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso

con il patrocinio

anm-co

LES ENFANTS TERRIBLES
Teatro CIVICO di VERCELLI
via Monte di Pietà, n. 15
 
Martedì 29 aprile ore 20,30 e 30 aprile ore 9,00

La data del 30 aprile è dedicata alle scuole superiori.
 
Convegno
“La Scuola e il Teatro per la Legalità”
 
9.30 Saluti, Dott. Antonio Catania, Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Vercelli
9.45 Lectio magistralis “Costituzionalità, Legalità, Criminalità”, Prof. Massimo Cavino, Università degli Studi del Piemonte Orientale A. Avogadro
10.45 Testimonianza: Giovanni Falcone: magistrato, uomo di Stato, il suo impegno e la sua Memoria attraverso le attività della Fondazione Falcone, prof.ssa Maria Falcone

Proiezione filmato per Falcone
11.45 Conclusione dei lavori, Dott.ssa Giovanna BODA, Dirigente Generale per l’Istruzione, Direzione generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione del Miur.
12.30 Spettacolo Toghe Rosso Sangue, a cura della Compagnia Les Enfantes Terribles.


“La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia”

Il progetto Toghe Rosso Sangue nasce dalla voglia di “fare memoria”, conoscere una parte della nostra storia italiana troppe volte dimenticata e messa in ombra, gli ultimi 25 anni di storia italiana quelli che vanno dal 1969 al 1994.

Dalla morte della giustizia alla giustizia della morte una linea rossa, del rosso del sangue, unifica tristemente l’Italia nella sua storia più cupa. Nell’arco di 25 anni, dal 1969 al 1994, 27 magistrati italiani hanno perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo rosso, di quello nero, di soliti ignoti o di tristemente noti. Con pochissime eccezioni, oltre alla pena di morte decretata dai mandanti e decantata dagli esecutori, tali magistrati hanno subito una nuova morte: l’oblio.
27 magistrati “colpevoli” di servire lo Stato, vittime cancellate dalla memoria collettiva. Infatti per molti magistrati caduti nell’esercizio delle loro funzioni si è assistito a un deprecabile processo di rimozione del loro impegno – oltre che della loro vita- dalla faticosa storia della Repubblica Italiana.

toghe-rosse-sangue-teatro-scenaLa storia di questi giudici attraversa la storia dell’Italia: dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea ai lunghi strascichi di Via D’Amelio, dalla sabbia e dal vento della Calabria alle vendette delle ‘ndrine per le vie della grigia Torino, dalle stragi di Stato allo stato di scomparso di Paolo Adinolfi.

Da tutto questo nasce  il progetto Toghe Rosso Sangue che è diventato uno spettacolo teatrale.
Quattro voci, quattro attori, quattro anime avvolte da un’atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, che mirano con rabbia e con amore ad un teatro che non spettacolarizza ma, senza condanne né valutazioni politiche, silenziosamente grida un omaggio a uomini morti nell’adempimento del loro dovere: un omaggio al loro senso dello Stato. Un vecchio Stato di appena 150 anni.
Insieme agli attori saranno presenti, per un incontro con gli studenti, l’autore del libro Paride Leporace e qualora fosse possibile un magistrato esposto in prima linea.

ELENCO DEI 27 MAGISTRATI

Agostino Pianta ucciso il 17 marzo 1969 a Brescia da un detenuto vittima di un errore giudiziario.
Pietro Scaglione ucciso il 5 maggio 1971 a Palermo dalla mafia.
Francesco Ferlaino ucciso il 3 luglio 1975 a Lamezia Terme dalla ’ndrangheta.
Francesco Coco ucciso l’8 giugno 1976 a Genova dalle Brigate Rosse.
Vittorio Occorsio ucciso il 10 luglio del 1976 a Roma da Ordine Nuovo.
Riccardo Palma ucciso il 14 febbraio 1978 a Roma dalle Brigate Rosse.
Girolamo Tartaglione ucciso il 10 ottobre 1978 a Roma dalle Brigate Rosse.
Fedele Calvosa ucciso l’8 novembre del 1978 a Frosinone dalle Unità combattenti comuniste.
Emilio Alessandrini ucciso il 29 gennaio 1979 a Milano da Prima Linea.
Cesare Terranova ucciso il 25 settembre 1979 a Palermo dalla mafia.
Nicola Giacumbi ucciso il 16 marzo 1980 a Salerno dalla colonna delle Brigate Rosse “F. Pelli”.
Girolamo Minervini ucciso il 18 marzo 1980 a Roma dalle Brigate Rosse.
Guido Galli ucciso il 19 marzo 1980 a Milano da Prima Linea.
Mario Amato ucciso il 23 giugno 1980 a Roma dai NAR.
Gaetano Costa ucciso il 6 agosto 1980 a Palermo dalla mafia.
Gian Giacomo Ciaccio Montalto ucciso il 25 gennaio 1983 a Trapani dalla mafia.
Bruno Caccia ucciso il 26 giugno 1983 a Torino dalla ’ndrangheta.
Rocco Chinnici ucciso il 29 luglio 1983 a Palermo dalla mafia.
Alberto Giacomelli ucciso il 14 settembre 1988 a Trapani dalla mafia.
Antonino Saetta ucciso il 25 settembre 1988 a Canicattì dalla mafia.
Rosario Angelo Livatino ucciso il 21 settembre 1990 ad Agrigento dalla mafia.
Antonio Scopelliti ucciso il 9 agosto 1991 a Campo Calabro dalla ’ndrangheta e dalla mafia.
Giovanni Falcone e Francesca Morvillo uccisi a Capaci il 23 maggio del 1992 dalla mafia.
Paolo Borsellino ucciso a Palermo il 19 luglio del 1992 dalla mafia.
Luigi Daga vittima di un attentato al Cairo il 26 ottobre 1993 effettuato da un terrorista del Gruppo islamico. Il giudice morirà successivamente a Roma il 17 novembre.
Paolo Adinolfi scomparso a Roma il 2 luglio 1994.


Estratti rassegna stampa

"Quattro attori per dar vita alla rabbia urlata in silenzio... Per non dimenticare uomini morti per assolvere al loro dovere e che oggi rischiano di essere nuovamente uccisi dall'oblio..." Maria Rosaria Gianni, TG1

“…Da Nord a Sud, da Torino, alla Calabria, alla Sicilia, da Rose Rosse a Superman, dai magistrati dalle scarpe bucate e l'onestà nelle vene, dalla paura e la morte in mano alle urla strazianti dei familiari, dai rossi con l'eschimo ai neri dei quartieri alti, da quei morti sulla collina che chiedono ancora giustizia, corre veloce e incisiva la voce dei quattro attori, tra verità storica e finzione. Per non dimenticare. Per ricordare un passato che brucia e ancora oggi attende risposte (…) Quattro attori equipaggiati solo di sedie, scoperchiano verità scomode, insabbiate, che reclamano l'urgenza di esser raccontate. Tragedie contemporanee rivelate dalla parola teatrale, volte alla sopravvivenza della memoria di giudici morti per niente, per caso, uomini come noi, colpevoli solo di indossare: «Toghe rosso sangue». (…) Ventistte magistrati uccisi dal 1969 al 1994. Sfilano davanti a noi le loro storie, testimoni e spettatori di quei venticinque anni sanguinanti . Cantori di questo substrato evocativo, quattro interpreti, Les enfants terribles di nome in ensemble, bravi e impegnati di fatto: Sebastiano Gavasso, Francesco Marino, Diego Migeni, Emanuela Valiante, capaci di far irrompere in scena con foga e suggestione la reminiscenza collettiva e individuale. Senza retorica, con sprazzi di poesia e ironia, imponendoci una salubre riflessione .
(…)Francesco Marino con una regia delicata e schietta, umanizza il dramma, facendo lievitare i racconti con rimandi, aneddoti, in prima e in terza persona, stacchetti musicali cult del periodo, incrociando punti di vista politici e intimi. Senza schieramenti, senza posizioni estreme. di Francesca Motta - Il Sole 24 Ore

“Una «lezione» di storia italiana che a scuola è raro ascoltare. E un'occasione straordinaria di formazione per giovani coscienze. Allo spettacolo hanno assistito 1500 studenti della provincia di Torino. Il lavoro messo in scena con straordinaria efficacia dalla compagnia Les Enfants Terribles, ricorda i 27 magistrati italiani uccisi dalla malavita organizzata e dai terroristi di destra e sinistra tra il 1969 e il 1994. Un'opera non facile per ragazzi che non hanno vissuto quella cupa stagione, ma capace di suscitare emozioni, interrogativi, voglia di conoscere.
I nomi dei magistrati, elencati all'inizio della rappresentazione con le sigle, le organizzazioni criminali di appartenenza dei loro assassini sono il primo incontro assoluto con uomini uccisi perché stavano compiendo il loro dovere: la ricerca della verià' con l'obiettivo della giustizia”. M.T. Martineno, La Stampa

"Si parte dalla morte della giustizia in scena per chiedere la giustizia della morte..."
 Laura Tangherlini, Rainews 24

“…Ci sono testi, rappresentazioni che cessano, grazie all’importanza del messaggio che portano, di essere spettacolo, che rompono la quarta parete, la diffidenza dello spettatore, la noia che lo caratterizza quando entra in una sala teatrale, per arrivare a colpire la coscienza che si cela dietro ai due occhi che osservano, alle orecchie che sentono coloro che in quel momento calcano le scene. “Toghe rosso sangue” appartiene a questo genere, al teatro di impegno, civile, sociale; appartiene a quella categoria che utilizza l’arte per comunicare un messaggio, per chiedere giustizia, per aiutare la storia ad insegnare, per far sì che il presente possa assumersi il compito di recuperare e integrare le pagine scritte non solo nei libri ma, anche, nei cuori delle persone.
Davanti alla potenza di un messaggio di giustizia ogni mero giudizio di critica teatrale cade, lasciando il posto ad un’emozione, ad una condivisione, a quel grido bellissimo e profondo che è Giustizia. Giustizia e ricordo, giustizia e diritti, giustizia e verità, giustizia e memoria per risvegliare le persone dal torpore in cui spesso vivono.”
Laura Sales - Saltinaria

“…Sullo sfondo di una scenografia spoglia ed efficace Francesco Marino, Emanuela Valiante, Diego Migeni e Sebastiano Gavasso inanellano, come un rosario, le storie di alcuni dei giudici assassinati tra il 1969 e il 1994, in quei venticinque anni cupi, eppure pieni di speranza e carichi di fermento.
Gli esempi di Pianta, Alessandrini, Amato, Caccia, Falcone, Borsellino, Adinolfi sono stati una goccia nel mare? Hanno vinto loro? Toghe Rosso Sangue è una bella pagina di teatro civile, che stuzzica la riflessione e invita alla rilettura di fatti che, ancora oggi, influenzano le nostre esistenze e le nostre scelte come comunità.” Persinsala

“…Francesco Marino riesce ad inscenare, tra realismo e noir, sei delle 27 storie raccolte nel libro di Leporace; gli attori, sempre tutti presenti sulla scena, sono capaci di trascinarti nei profondi abissi di una storia che non conosci o che forse hai solo dimenticato. Tra tutti Emanuela Valiante, in un assolo trasbordante di pathos, ti permette di rivivere quella scena in via D’Amelio. Tu sei lì, affianco a lei, mentre consegna la posta e ti accorgi anche tu di quell’uomo di malarazza vicino alla Fiat 126.
Quando lo spettacolo finisce ti piacerebbe pensare che in fondo si è trattata di una mera finzione, un po’ come quando spegni la tv dopo una fiction qualunque. E invece sfogli le pagine del libro di Leporace e vedi le foto di quei magistrati con la morte negli occhi, la stessa che hai vissuto prima di abbandonare la sala, e ti accorgi che è tutto vero o almeno lo è stato.” Elena Grandinetti Redazione Rubric

“…Toghe rosso sangue è uno spettacolo diretto, urticante, stoico. Una sorta di rivelazione postuma che si propone di tener lesta la memoria di uomini che hanno rimosso una tragedia nazionale. (..)Toghe rosso sangue disegna un affresco a tinte forti che fa rivivere pagine di cronaca criminale scritte con il sangue dei magistrati, spesso osteggiati da politici in odore di mafia. Una messinscena disincantata con cui Francesco Marino – regista e interprete – costruisce uno show che coglie nel segno.” Gianfranco Quadrini - TeatroFax


Testimonianze di ospiti allo spettacolo e messaggi pervenuti

“Questo spettacolo, e prima ancora il libro di Paride Leporace da cui è tratto, hanno ridato lustro al ricordo di mio padre. Un messaggio come il vostro riaccende la speranza che chi sa parli! Grazie a voi ci sentiamo meno soli e soprattutto speriamo di mettere una fine a un capitolo che è molto molto doloroso”.
Lorenzo Adinolfi figlio di Paolo Adinolfi

“Fare memoria significa fare tutti insieme la storia del nostro Paese. Lo Stato dimentica con grande facilità.
Il periodo del terrorismo è stato terribile e viene ricordato in maniera poco chiara. La lotta alla mafia, che ha visto tanti morti tra giudici e forze dell’ordine, ancora è lontana dalla fine. Lo Stato con grande facilità dimentica e non riporta alla luce il ricordo e l’esempio delle persone che hanno sacrificato la loro vita per la giustizia. Anche ricordare le pagine più dolorose significa trovare messaggi, forza e modelli per poter andare avanti, verso quel mondo più giusto che queste vittime volevano raggiungere”
Simona Dalla Chiesa figlia del Generale Dalla Chiesa

“Desidero anche io salutare e ringraziare la compagnia Les Enfants Terribles che ha messo in scena lo spettacolo Toghe Rosso Sangue tratto dall' omonimo libro di Paride Leporace, convinto come sono che la Memoria debba essere un valore collettivo non circoscritto ai parenti delle vittime, ma all'interno della comunita', nell' ambito di un percorso di conoscenza di quel terribile periodo storico che e' stato il Terrorismo.
Per scongiurare pericolose rimozioni ed evitare che fenomeni di massa di violenza politica possano riproporsi in futuro.” Marco Alessandrini, figlio del giudice Alessandrini

“Speriamo che questo spettacolo aiuti a ricordare degli esempi luminosi di cittadini che sono andati dritti per la loro strada. Come famiglia dopo un primo periodo di disorientamento, ci siamo resi conto che e' necessario cercare ancora la verita', nel nostro caso come in altri un dovere verso persone morte facendo bene il loro lavoro”.
Cristina Caccia, figlia del giudice Bruno Caccia

“Grazie alla compagnia Les Enfants Terribles per avere messo in scena uno spettacolo che ha per tema la vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia, grazie al quale si rinnova la loro memoria e il senso dello Stato che li ha accompagnati nella loro vita e nella loro professione”. Rita Borsellino sorella di Paolo Borsellino

“una rappresentazione bella e importante del terrorismo e delle stragi di cui per lungo tempo si e' parlato troppo poco. Uno spettacolo che colpisce allo stomaco perche' fa emergere verita' che nel nostro paese si tende a rimuovere”. Giancarlo Caselli Procuratore capo della Repubblica di Torino

"Questo spettacolo è un pugno nello stomaco ... Fa diventare poesia la storia cruenta di persone che, a un certo momento, sono rimaste isolate. Va fatto vedere a tutti, soprattutto nelle terre del Sud."
Vincenzo d'Onofrio, magistrato della DDA di Napoli

“…La mafia non è solo criminalità organizzata con un pericolosissimo braccio militare, ma vero e proprio sistema di potere politico ed economico. Capace di una presenza radicata e multiforme nelle viscere dello Stato e, sempre di più, presente nei centri nevralgici della vita economica del Paese. Ricordare i magistrati uccisi dalle mafie significa tenere alta l’attenzione nei riguardi del sistema criminale e di potere mafioso che ha costituito e costituisce un vero e proprio pericolo per la tenuta democratica del nostro Paese” . Leoluca Orlando

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