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alpi-hrovatin-webdi Barbara Bastianelli - 2 settembre 2013
Non tacere! È questo lo slogan 2013 del Premio Ilaria Alpi, un imperativo che si associa a quelli “lanciati” negli anni scorsi: Ilaria perché, Il prezzo della verità, Per non dimenticare. A 19 anni dalla morte della  giornalista del tg3 Rai, uccisa a Mogadiscio (con lei il collega,  l’operatore free lance Miran Hrovatin) di cose ne sono state dette e scritte, ma ancora non si è raggiunta la verità su quello che è accaduto loro; e ancora non si è scritta la parola fine a questa tragica storia, che ha assunto negli anni i connotati di mistero italiano. Un mistero che però non è stato spazzato come polvere sotto un tappeto ma che si è fatto strada tra gli ingorghi della burocrazia, tra gli sforzi e le “fatiche” dei genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana, e che “vive” ogni anno anche grazie al Premio Ilaria Alpi, che non serve solamente a fare quello che ispirava di più Ilaria – cercare la verità tra le pieghe di possibili immagini distorte che arrivano dai racconti ufficiali dei fatti del mondo – ma che vuole raccontare di lei, parlare di lei, cercare la verità su di lei. Anche quest’anno a Riccione (dal 4 all’8 settembre) dibattiti, workshop, approfondimenti e proiezioni porteranno a Riccione nomi importanti e tematiche cruciali nel panorama dell’informazione e della politica italiana e internazionale. Ad aprire il Premio Ilaria Alpi sarà la serata dedicata a Ilaria Alpi sul tema della libertà di informazione. (giovedì 5 settembre alle 21_Villa Mussolini)

“Una serata pensata insieme agli amici di Articolo 21 – spiega il direttore del Premio Ilaria Alpi Francesco Cavalli – per non dimenticare che Ilaria Alpi e Miran Hrovatin hanno perso la vita per svolgere il proprio mestiere. E sarà proprio il presidente dell’Associazione Ilaria Alpi Mariangela Gritta Grainer a ripercorrere la storia giudiziaria del caso Ilaria Alpi. Abbiamo poi chiesto ad alcuni giornalisti minacciati o esiliati di venire a testimoniare la loro storia. Apriremo inoltre dei focus su alcuni paesi, come la Turchia e la Siria. E con il presidente della Sezione Italiana di Reporteres Sans Frontieres Mimmo Candito faremo il punto sulla situazione della libertà di Stampa nel mondo. Mentre con Beppe Giulietti parleremo della situazione italiana. A condurre la serata sarà la giornalista del tg1 Tiziana Ferrario”.

Il programma offre numerosi spunti di riflessione. L’approfondimento sullo stato della politica italiana e della rappresentanza (6 settembre, ore 21, Palacongressi) affrontato dai giornalisti Gad Lerner e Corrado Formigli, cui si aggiungono i punti di vista di Debora Serracchiani, Luigi Di Maio e Carlo Freccero (modera Marco Damilano dell’Espresso). Imperdibile, sarà la visione del documentario di Jérôme Fritel (7 settembre, ore 17.30, Villa Mussolini) Goldman Sachs. La banque qui dirige le monde dedicato al più grande simbolo dell’avidità del mondo finanziario. Goldman Sachs è ormai più di una banca: è un impero invisibile, con 900 miliardi di dollari di attivi. Che sarà anticipato da un dibattito organizzato dal Comitato del Premio Roberto Morrione (che il 7 settembre consegna il riconoscimento una delle tre inchieste finaliste) dal titolo “La piramide dell’economia cannibale” con Stefano Lamorgese, Alessandro Tartaglia Polcini, Gianni Dragoni e Jerome Fritel.

Infine. Per il quarto anno consecutivo UniCredit affianca il premio Ilaria Alpi per porre in evidenza la possibilità e l’importanza di mettere il proprio lavoro al servizio della società, per comprenderla e con l’obiettivo di migliorarla promuovendo i valori assoluti della trasparenza e di un’informazione libera e indipendente. Un premio per la libertà di stampa che quest’anno verrà dato alla giornalista e scrittrice iraniana Susan Mohammadkani Ghiasvand. Vittima di repressione per aver voluto esercitare il diritto di una stampa libera nel suo Paese, è stata detenuta a più riprese nel 2010 e nel 2011. Per non scendere a compromessi con il regime di Téhéran, ha alla fine deciso di chiedere asilo politico in Francia, dove è stata accolta dalla Maison des Journalistes, che l’ha sostenuta, ospitata ed accompagnata nel suo percorso d’esilio.

Tratto da: liberainformazione.org