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de-mita-luigi-ciriacoMafia: processo trattativa, Napolitano deporrà come teste
L'udienza di oggi è conclusa ed è stata rinviata al 2 Ottobre 2014 ore 9.30.

Processo trattativa: De Mita, Scotti non mi spiegò perché voleva restare agli interni

di AMDuemila - 25 settembre 2014 - Ore 13.00
Palermo. Prosegue la deposizione di Ciriaco De Mita al processo trattativa Stato-mafia. "Quando , nel '92, si fece il governo Amato, all'interno della Dc si doveva decidere sui nuovi ministeri e discutemmo per giorni. Scotti voleva rimanere agli Interni, ma non motivò mai questa sua preferenza con l'intenzione di perseguire una strategia di lotta alla mafia. Forse, se l'avesse fatto avremmo fatto valutazioni diverse". Così l'ex segretario della Dc spiega l'avvicendamento, a fine giugno del 1992, alla guida del Viminale tra Vincenzo Scotti e Nicola Mancino. Diversamente, i pm vedono dietro la sostituzione di Scotti il tentativo di interrompere la sua azione antimafia. "Non solo - prosegue De Mita - Scotti non mi disse mai di volere rimanere agli Interni per quel motivo, poi accettò l'incarico di ministro degli Esteri che certo non era una punizione, ma anzi il riconoscimento di una capacità di governo". Sulla decisione di Scotti di dimettersi da ministro degli esteri e scegliere la carica di parlamentare, quando il partito impose ai suoi l'opzione tra i due incarichi, De Mita sostiene: "la mia opinione è che a Scotti interessasse conservare l'immunità parlamentare". L'ex politico ha detto di non avere mai parlato al suo ex compagno di partito Giuseppe Gargani del suo interrogatorio imminente da parte della procura di Palermo sulla questione dell'indagine della trattativa.

Fonte ANSA



Stato-mafia: De Mita, Falcone mi disse “mafia alzerà livello di scontro"
di AMDuemila - 25 settembre 2014 - Ore 11.37

Palermo. "Dopo l'omicidio di Lima, Falcone volle parlarmi. Ci vedemmo a Roma e lui mi disse che la mafia, dopo la sentenza della Cassazione sul maxi processo, doveva organizzarsi ed avrebbe elevato il livello dello scontro con lo Stato". Lo ha dichiarato l'ex segretario della Dc Ciriaco De Mita al processo sulla trattativa Stato mafia. "Falcone mi disse - ha quindi proseguito - che ci saremmo dovuti preparare a una escalation dello scontro è aggiunse che Lima non era mafioso". De Mita chiese a falcone perché quelle cose non le mettesse per iscritto e lui rispose: "perché in questo momento non passano”.

Fonte ANSA



De Mita: “Mai saputo di trattativa. Falcone prima di morire venne a cercarmi"

di AMDuemila - 25 settembre 2014 - Ore 11.13
"Non ho mai saputo nulla della trattativa tra Stato e mafia. L'ho ripetuto più volte ai magistrati”. E’ quanto ha dichiarato all'Adnkronos Ciriaco De Mita, ex Premier Dc, al suo arrivo all’aula bunker dell’Ucciardone  Palermo. "Poco prima che lo ammazzassero, Giovanni Falcone mi cercò per dirmi la sua opinione", ha poi spiegato De Mita.
"I rapporti sia politici che amichevoli con Nicola Mancino si sono interrotti nel 2008” ha detto in seguito rispondendo alle domande del pm Nino Di Matteo. De Mita sta ricostruendo la sua storia politica nella Democrazia cristiana, dall'elezione a segretario Dc nell'82 a quella di Presidente del Consiglio nell'88. I rapporti con Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno e imputato nel processo per falsa testimonianza, erano stati "buoni" fino al 2008 quando "per divergenze io mi candidai con l'Udc".



Processo Trattativa: atteso verdetto sull’audizione di Napolitano
di AMDuemila - 25 settembre 2014
Nuova udienza, questa mattina, del processo trattativa Stato-mafia nell'aula bunker dell’Ucciardone. Si attende oggi l’eventuale decisione del presidente della Corte d’assise Alfredo Montalto, che potrebbe sciogliere la riserva sulle istanze rivolte dall’avvocatura dello Stato e dai legali di Marcello Dell’Utri affinché sia rivalutato il provvedimento di ammissione della testimonianza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La procura di Palermo nel corso dell’ultima udienza, infatti, ha ribadito la volontà di ascoltare la testimonianza del presidente della Repubblica alla ripresa del dibattimento.

Sul banco dei testimoni oggi l’ex segretario della Dc Ciriaco De Mita, considerato il leader della corrente più a ‘sinistra’ del partito. De Mita dovrà riferire, tra le altre cose, delle preoccupazioni di Calogero Mannino (anch’egli imputato del processo, ma giudicato con il rito abbreviato, ndr) sulla necessità di concordare una versione comune tra esponenti della stessa corrente, a seguito delle accuse di Massimo Ciancimino.
De Mita dovrà inoltre rispondere alle domande dei pubblici ministeri Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi anche in merito alla vicenda della mancata conferma, a fine giugno del '92, di Vincenzo Scotti a ministro dell’Interno. Scotti, in una delle scorse udienze, aveva dichiarato in aula di non avere mai capito perché non gli venne confermato l’incarico al Viminale, passato poi a Nicola Mancino, e fu, invece, nominato ministro degli Esteri. Scotti ha riferito al processo che la notte antecedente la nomina al vertice della Farnesina ricevette una telefonata proprio da De Mita.




Giovedì 25 settembre 2014
, dalle ore 10.15, si terrà la prossima udienza del processo trattativa Stato-mafia e si procederà con l'audizione dell'onorevole De Mita.
Nel processo, di competenza della Procura di Palermo, i pubblici ministeri dovranno accertare le responsabilità di chi è accusato di aver aperto un dialogo con Cosa nostra, al fine di far cessare la strategia stragista messa in atto nei primi anni ’90. Tra gli imputati, oltre a boss mafiosi (Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà) figurano anche collaboratori di giustizia (Giovanni Brusca), ex politici (Nicola Mancino, Marcello Dell’Utri), ex ufficiali del Ros (Mario Mori, Antonio Subranni, Giuseppe De Donno) e Massimo Ciancimino.

Del processo si occupano i pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi.

E' possibile seguirlo in diretta/audio streaming qui!

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