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tribunale-pa leo-messinaL'udienza di oggi si è conclusa. La prossima avrà luogo a Milano l'11 dicembre per l'esame del collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, che si protrarrà anche il 12 e 13 dicembre.




Mafia: pentito Messina, il 17 luglio Borsellino mi disse che era arrivata la sua ora

5 dicembre 2013 - Ore 15.00
Palermo. Il 17 luglio 1992, cioè appena 48 ore prima della strage di via D'Amelio, il giudice Paolo Borsellino, alla fine dell'interrogatorio, salutò il pentito Leonardo Messina dicendogli che si sarebbero più rivisti, perchè lo avrebbero ucciso. A rivelarlo in aula è lo stesso collaboratore di giustizia, durante l'udienza del processo per l trattativa tra Stato e mafia, in corso all'aula bunker Ucciardone di Palermo. "Quel giorno - racconta Messina - il dottore Borsellino era molto nervoso, fumava in continuazione. Accese un'altra sigaretta e prima di andare via mi disse: 'signor Messina, è arrivata la mia ora. Non c'è più tempo, la saluto. E non l'ho più visto. Avevo incontrato Borsellino dall'1 al 17 luglio 1992". Appena due giorni dopo, la domenica 19 luglio, il giudice Borsellino è stato ucciso da un'autobomba fatta esplodere in via D'Amelio. Insieme con il magistrato sono stati uccisi cinque agenti della scorta.


Adnkronos


Stato-mafia: parla pentito Messina, "Cosa nostra voleva Lega Sud"

5 dicembre 2013 - Ore 12.49
Palermo. "Io ero con Borino Micciche' e altri uomini d'onore e mi e' stato detto chiaramente, tra la fine del 1991 e l'inizio del 1992, che c'era una commissione nazionale che deliberava tutte le decisioni piu' importanti. Una commissione in cui sedevano i rappresentanti di altre organizzazioni criminali e il cui capo era Toto' Riina". Lo ha detto il pentito Leonardo Messina, deponendo al processo per la trattativa Stato-mafia. Il collaboratore di giustizia ha riferito ancora: "Un giorno c'era Umberto Bossi a Catania.
Dissi a Borino Micciche': Questo ce l'ha con i meridionali e gli dissi 'vado e l'ammazzo'. Mi disse di fermarmi: questo e' solo un pupo. L'uomo forte della Lega e' Miglio che e' in mano ad Andreotti. Si sarebbe creata una Lega del Sud e la mafia si sarebbe fatta Stato".

AGI


Dopo condanne Maxiprocesso boss votarono PSI
5 dicembre 2013 - Ore 12.47
Secondo il collaboratore di giustizia Leonardo Messina, "l'ottimismo cessa quando i politici si allontanano e non riescono a far assegnare il processo al giudice Carnevale. Iniziano le reciminazioni di cosa nostra nei confronti del vertice politico nazionale. C'e' stato un momento in cui in Cosa nostra fu deciso di non votare per la Democrazia cristiana ma per i socialisti". "Io -aggiunge Messina- ho ricevuto l'ordine preciso di votare e far votare per i socialisti. L'onorevole Martelli quando e' arrivato al potere, scavalcando l'ala craxiana, non ha mantenuto i patti.
 Io non partecipavo alle riunioni ma venivo messo a conoscenza delle decisioni prese", ha afferma il pentito.

"In Cosa nostra, durante il maxiprocesso veniva detto che tutto si sarebbe ridotto in una bolla di sapone. Non ci sarebbero state grandi condanne e tutto sarebbe andato bene", ha affermato Messina, rispondendo al pm Nino Di Matteo. "Ci veniva detto -ha proseguito il pentito- che in Cassazione avrebbero buttato tutto giu'. Lillo Rinaldi, che frequentava Piddu Madonia, disse che Andreotti era 'punciutu' (mafioso, ndr), mentre c'era chi diceva che Andreotti fosse il figlio di papa'. Salvo Lima e Andreotti -ha sostenuto Messina- erano i politici che dovevano garantire tutto questo e che poi il maxi processo sarebbe stato assegnato al giudice Carnevale in Cassazione e non ci sarebbero stati problemi".

AGI


Stato-mafia: Messina, "Boss brindarono per la morte di Falcone"
5 dicembre 2013 - Ore 11.28
Palermo.
"Borsellino mi disse: a noi serve solo la verita', non le congetture o i pensieri. E cosi' ho iniziato a collaborare parlando per ore mentre lui mi stava ad ascoltare". Cosi' il pentito Leonardo Messina, rispondendo alle domande del pm Nino Di Matteo, al processo per la trattativa Stato-mafia. Messina - che ha inizia ufficialmente a collaborare a partire dal 26 giugno 1992- ha detto che gia' da tempo all'epoca subiva un profondo travaglio interiore: "Ho vissuto il trapasso tra la vecchia Cosa nostra e quella voluta dai corleonesi. Ho assistito al cambiamento -ha detto- e alla distruzione di Cosa nostra.
La notte in cui fu ucciso il giudice Falcone -ha ricordato- in carcere a Brindisi gli altri detenuti avevano le bottiglie di vino, brindavano. Mentre in me era crescente la repulsione".


AGI


Mafia: pentito Messina, io e mia moglie giurammo fedelta' a Cosa nostra in chiesa

5 dicembre 2013 - Ore 10.57
Palermo. "Sono nato e cresciuto nell’ambiente di Cosa nostra, in particolare con gli uomini d’onore di Caltanissetta. Quando mi sono sposato nel 1978 abbiamo fatto con mia moglie un giuramento in chiesa, davanti a Dio, in cui abbiamo giurato di onorare la mafia tutta la vita". Inizia cosi' la deposizione del pentito di mafia Leonardo Messina, ex uomo d'onore di Caltanissetta, davanti ai giudici della Corte d'assise di Palermo nel processo per la trattativa tra Stato e mafia.
Raccontando il suo passato da boss mafioso, Messina, che si e' poi pentito con il giudice Paolo Borsellino, spiega: "Sono uomo d’onore che ha giurato due volte, la prima da uomo d’onore riservato con Luigi Cali’, successivamente c’e’ stata una guerra di mafia, mi hanno richiamato e ho dovuto giurare pubblicamente con la famiglia San Cataldo nel 1982". "Dall’82 fino a quando ho collaborato con la giustizia ho rivestito degli incarichi in Cosa nostra a Cl. Nel 1985 fui nominato sotto capo", dice ancora.

Adnkronos


Processo trattativa Stato-mafia, udienza del 5 Dicembre '13
Si riapre oggi, giovedì 5 dicembre, il processo per la trattativa Stato-mafia con l'esame del collaboratore di giustizia Leonardo Messina, ex boss di San Cataldo, paese del nisseno. Nel processo, che si celebra a Palermo, i pubblici ministeri dovranno accertare le responsabilità di chi è accusato di aver aperto un dialogo con Cosa nostra, al fine di far cessare la strategia stragista messa in atto nei primi anni ’90. Tra gli imputati, oltre a boss mafiosi (Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà) figurano anche collaboratori di giustizia (Giovanni Brusca), ex politici (Nicola Mancino, Marcello Dell’Utri), ex ufficiali del Ros (Mario Mori, Antonio Subranni, Giuseppe De Donno) e Massimo Ciancimino. Del processo si occupano i pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi.

Leonardo Messina è l'ex braccio destro di Giuseppe 'Piddu' Madonia, storico capomafia di Caltanissetta legato ai corleonesi. Per collaborare con la giustizia, all'indomani della strage di Capaci, Messina scelse di parlare con Paolo Borsellino.

E' possibile seguirlo in diretta/audio streaming qui!

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