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20191116 divinaAnteprima nazionale a Palermo del secondo lungometraggio del regista palermitano
Cosa spinge un postino non più giovanissimo a ingolfare il suo vecchio motorino per consegnare una lettera ancora timbrata con francobollo regio ad una misteriosa destinataria, spulciando gli angoli meno battuti di una Palermo arrostita dal sole estivo? E per quale assurda distrazione del corso naturale delle cose nessuna enciclopedia del cinema, tra Martin Scorsese e Paolo Sorrentino, riporta il nome di Ferdinando Scuteri? E cosa mai può aver portato quel postino e quel regista, nello stesso tempo ma l’uno ad insaputa dell’altro, a seguire le stesse orme, a inoltrarsi negli stessi vicoli, negli stessi interrogativi, nella stessa indagine lungo sentieri abbandonati da anni? E quei sentieri, come possono essere ripercorsi, se non mettendo insieme, pezzo dopo pezzo, le tavole di un palcoscenico, recuperando vecchie locandine, piume di struzzo logore ma non impolverate, sagome di ballerini inamidati forse più vive dei loro emuli in carne ed ossa? La risposta non si saprà se non ripercorrendo i fili che legano insieme quelle due indagini, insieme ai personaggi di questo racconto che, tra realtà e finzione, parla del teatro e soprattutto delle mille strade ed occasioni della vita, prima fra tutte quella che porta alla figura chiave nel dipanare i fili di quelle indagini: un’attrice in gran voga un tempo, la quale, quando decide di ritirarsi dalle scene, grazie alla sua arte scenica riesce a mantenere intatto il suo “fuoco” interiore ed anzi alimentarlo nutrendolo dell’unico vero combustibile di ogni forma di rappresentazione: l’umanità. Che, se autentica, che sia rappresentata ancora sfolgorante di lustrini e paillettes, nel pieno della luce dei riflettori, oppure mentre è immersa nel cono d’ombra, non può che essere e rimanere, comunque… divina.

"Ciò che mi ha suggerito l’idea del soggetto di questo film, come quasi sempre accade, sono state motivazioni che attengono al privato, al personale. Una mia zia tedesca, Gabriele Clonish (in arte Susi Ball), fu negli anni ’60, in Germania, una star della musica, una ragazza prodigio al pari delle italiane Rita Pavone e Mina: ad un certo punto però, questa mia cara zia, decide di rompere con il mondo dello spettacolo e di dedicarsi ad altro, a farsi una famiglia, una vita regolare etc..chiudendo completamente col suo passato. Cosa spinge un artista all’apice del successo a ritirarsi improvvisamente dalle scene e a rinunciare alla fama, ai soldi, alla attenzione di tutti, per vivere una vita dal profilo basso, quasi anonimo, ma felice? Un po’ questa la riflessione che mi ha portato a concepire la storia di questo film, che è un film sulla poesia di cui la vita è piena se soltanto sappiamo individuarla e, contemporaneamente, una riflessione profonda sul tempo che passa: in questa cornice non mancano neanche i temi prettamente sociali, i diritti degli omosessuali e l’immigrazione, poiché il teatro (sullo sfondo del film c’è il teatro ed il suo mondo), nella sua forma più pura, è una piattaforma ideale di confronto e di apertura su tutte le sfumature della parola esistenza. La protagonista del film, Rosalba Revi detta la “Divina (un omaggio ad uno dei suoi miti, la soubrette italiana degli anni ’50 Wanda Osiris) è una ex attrice, oggi settantenne, del teatro nazionale, ormai ritiratasi, nel momento di maggior successo , nella sua città natale, Palermo. Una commedia brillante nello scorcio di una città mediterranea segnata nella sua storia recente dall’orrore della Mafia ma che oggi sembra rivivere un nuovo “Rinascimento”, in termini civili, sociali e architettonici. Mi ha sempre affascinato l’esplorazione del confine, spesso labile, tra realtà e finzione: la prima parte del film è, di fatto, un mockumentary, cioè un “finto” documentario: una troupe sta realizzando a Palermo un reportage sul teatro di qualche anno fa.. avevo dunque la necessità di ricostruire tutte le relazioni umane, sociali e professionali di un personaggio totalmente inventato, occorreva quindi dare voce e volto per esempio, al ex collega attore della protagonista, alla attrice rivale, al manager, etc…ed ecco perché ho avuto l’idea di lavorare con una intera compagnia di attori e attrici amatoriali (anche se di grande talento) e con una età media abbastanza alta, con i quali ho condotto un lungo laboratorio di recitazione e di studio sulla sceneggiatura del film , al termine del quale sono uscite tutte le parti e i personaggi". Alberto Castiglione

Note di regia
Divina è un film in cui, davvero, realtà e finzione, si mescolano continuamente, nel tentativo di confondere, giocando, lo spettatore che , a tratti, potrebbe pensare che i personaggi intervistati sono realmente ciò che raccontano, ed in effetti è così, come nel caso della amata zia Gaby: ma cosa c’è di piu’ finto della realtà e, a volte, più vero della finzione? Assolutamente nulla!

L’immigrazione e il dibattito sulla accoglienza
Muhammed Janneh, detto Momo, è un ragazzo di 18 anni originario del Gambia. Dopo avere rischiato la vita in giro per l’Africa sub-sahariana, dopo aver perso entrambe i genitori in un incidente stradale e avere visto uccidere, sotto i propri occhi in Libia, il fratello gemello, arriva in Sicilia, a bordo di un barcone, ancora minorenne e senza nessuno al mondo. Da due anni vive a Palermo, studia, sta cercando, ance grazie ad una assistenza sociale che a Palermo, in controtendenza alle politiche nazionali, ancora sembra reggere, di farsi una esistenza. Nel film interpreta Osman, un ragazzo ospite in una comunità alloggio, amico della protagonista, un ragazzo la cui storia è la sua storia: la brutalità, a tratti, della realtà, che sembra superare i confini di qualsiasi sceneggiatura.

Il regista
Regista e documentarista. Nato a Palermo nel 1977. Formazione teatrale, nel 2001 realizza in Argentina il suo primo documentario sociale, lavoro sulla crisi economica in relazione agli anni della dittatura militare. Nel 2003 esordisce sul palcoscenico della 60 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il documentario “Picciridda” sulla storia di Rita Atria. Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti come il Premio Legalità nel 2012 dal Senato della Repubblica come “Regista impegnato col suo cinema nella lotta per la legalità”, ha collaborato con le maggiori emittenti televisive europee e i suoi lavori sono stati distribuiti a livello internazionale. Si è occupato delle biografie dei sindacalisti nel secondo dopoguerra e di figure che hanno lottato contro la mafia. Nel 2016 ha diretto il suo primo lungometraggio per il cinema , Mario soffia sulla cenere . Divina è la sua opera seconda.

Divina
Film prodotto con il sostegno del MIBAC (Ministero dei beni culturali e delle attività culturali - Direzione Generale Cinema) e dalla Regione Siciliana - Sicilia Film Commission.

Info: koinefilm.it