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20160404 110100 agende rosseIl Movimento Le Agende Rosse gruppo Peppino Impastato di Milano organizza la mostra di fumetti "1,10, 100 Agende Rosse... quale democrazia?” da lunedì 7 maggio a giovedì 10 maggio, dalle 11 alle 21,  presso la Sala De André in via Gorizia 62 Baranzate (MI).

1, 10, 100 AGENDE ROSSE...
Questo è il titolo che abbiamo voluto dare a questo nostro impegno. Lo abbiamo scelto perché sentiamo il bisogno di raccontarvi: 1,10,100 storie di uomini e donne che per passione civile, nella ricerca continua della verità e della giustizia, hanno messo in gioco la loro vita per rendere il Nostro Paese più libero e democratico. 1,10,100 Agende Rosse... 1,10,100 storie in cui si ritrovano violenza, depistaggi, delegittimazioni, omissioni, colpevoli silenzi, mancati ricordi, ipocrisie e assurde carriere. 1,10,100 Agende Rosse per comprendere che, come raccontava Peppino Impastato, la mafia è una montagna di merda. La mafia non è solo quella che ci hanno sempre raccontato. La mafia è molto peggio. È un nemico infido, che si insinua nella società in modo ancora più pericoloso quando lo fa silenziosamente, mascherandosi tra le Istituzioni, quando cerca di diventare "(mal)pensiero comune".
Il Movimento nasce su impulso di Salvatore Borsellino il quale il 15 luglio 2007 scrive la lettera intitolata "19 luglio 1992: una strage di Stato" in cui afferma che la ragione principale della morte del fratello Paolo è da ricercarsi nell'accordo di non belligeranza stabilito tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra in seguito ad una trattativa fondata sul tritolo delle stragi in Sicilia del1992 e nel resto del paese del 1993. Le iniziative organizzate dagli aderenti al Movimento hanno lo scopo di sostenere la parte migliore delle Istituzioni nella ricerca della piena verità su moventi e mandanti della strage di via D'Amelio e delle stragi connesse e di manifestare, anche attivamente, solidarietà a tutti i rappresentanti dello Stato vittime di campagne di delegittimazione oltre che a rischio della stessa vita per aver scelto di intraprendere la difficile via della Verità e della Giustizia oltre che rendere viva la Costituzione nella propria professione. Nei mesi che precedettero la strage Paolo Borsellino riportò parte dei contenuti dei suoi colloqui investigativi su un'agenda rossa che aveva ricevuto in dono dall'Arma dei Carabinieri. Il Magistrato ripose l'agenda nella sua borsa di cuoio poco prima di recarsi dalla madre in via D'Amelio il 19 luglio 1992. Da quel momento dell'agenda si sono perse le tracce: nella borsa trovata intatta dopo l'esplosione sono stati rinvenuti alcuni oggetti personali ma non l'agenda. Chi se ne è appropriato può oggi utilizzarla come potente strumento di ricatto nei confronti di coloro che, citati nel diario, sono scesi a patti con l'organizzazione criminale. L'agenda rossa è stata scelta come simbolo del Movimento per rappresentare la nostra richiesta di Giustizia affinché sia fatta piena luce sulle zone ancora buie che avvolgono la dinamica della strage di via D'Amelio e sui nomi di quei mandanti ed esecutori dell'eccidio dei quali, pur essendo stata accertata l'esistenza, non è stato ancora possibile individuare il volto.

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