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pasolini-web00Sabato 2 novembre2013 alle ore 21.30 presso il Teatro Bi.Pop Zaccaria Verucci - Zona Rischio Casal Bertone in Via di Pietralatella s.n.c. – Roma, il Collettivo Internoenki presenta un racconto corale sulla morte di Pier Paolo Pasolini (foto) attraverso il lavoro d’inchiesta svolto dalle giornaliste Simona Zecchi e Martina Di Matteo e pubblicato nella rivista di inchiesta politica e cultura “I Quaderni de L’Ora” (Editrice Ila Palma – Micromedia).

“Che cos’è il cancro” chiedeva a Furio Colombo la sera prima di morire orribilmente all’Idroscalo di Ostia, Pier Paolo Pasolini. E ancora: ”Sembriamo persone che non vedono la stessa scena, che non conoscono la stessa gente, che non ascoltano le stesse voci. Per voi una cosa accade quando è cronaca, bella, fatta, impaginata, tagliata e intitolata. Ma cosa c’è sotto?” Dov’è, dove si nasconde il fatto nudo e crudo che sporca le strade di ogni giorno, e spiega i mille rivoli della realtà? Era questa la domanda che assillava Pasolini e che lo divideva nelle sue polemiche dagli amici scrittori (che in strada a cercare la realtà secondo lui non scendevano) e dai colleghi della stampa. Parte idealmente da quella domanda l’involucro che racchiude lo spettacolo dedicato all’intellettuale del ‘900 che l’Italia ha perduto. A quasi 40 anni dalla morte e a più di tre dall’apertura dell’ultima inchiesta giudiziaria da parte della Procura di Roma, la domanda che accompagna nel tempo il lavoro di indagine e inchiesta di diversi giornalisti e alcuni intellettuali resta sempre la stessa: chi ha ucciso e perché Pier Paolo Pasolini. Come “chirurghi che hanno il coraggio di esaminare tutto il tessuto” ci si è addentrati nelle maglie di quegli anni e quella Roma attraverso il lavoro delle giornaliste Simona Zecchi e Martina di Matteo, autrici dell’ultima inchiesta sul caso. E con i “ferri” dello stesso Pasolini, poi, vale a dire i suoi scritti e i suoi lavori cinematografici; di più toccando con mano il senso per lui del teatro che aveva espresso ne “Il Manifesto per un nuovo teatro”; ascoltando le “voci” di chi con lui ha amato e collaborato (Laura Betti e Oriana Fallaci) e dalle quali non sempre è stato capito. Se vi aspettate uno spettacolo (direbbe Pasolini) allora sappiate che spettacolo non è, ma il teatro è lo strumento e la poesia a volte sorprende la scena e il racconto tutto: poesia dei versi e della scena. Una serata tra testimonianza tout court, reading, proiezioni e racconto, con punte volte anche al dibattito, sulla scia del dubbio che è forse l’insegnamento maggiore che lo scrittore ci ha lasciato: non accettare verità precostituite che il potere (quello stesso potere che con molte probabilità lo ha ucciso) cercava e ancora cerca di imporre alla vista altrui. Lasciarsi guidare dal dubbio, percorrere più strade con uno schema e un senso però precisi. Una serata omaggio all’arte, alla sete di verità e alla sperimentazione che hanno contraddistinto il lavoro di Pasolini con l’amore e la serietà verso il nostro Paese che anche lui guidavano. Amore che si è perso, troppo presi a raccontare altro.


Partecipano:
Gli attori del “Collettivo Internoenki”:
GIANNI D'ADDARIO FLAVIO DOMENICI URBANO LIONE MONICA MARIOTTI MICHELA RONCI DONATO PATERNOSTER
Supporto alla cura dei testi: Martina Di Matteo e Simona Zecchi
Intervento di Silvio Parrello, supertestimone del caso Pasolini
Progetto a cura di Terry Paternoster e Monica Mariotti
Partecipazione di: Martina Di Matteo e Simona Zecchi
Mostra fotografica a cura di Emma Albarello
Direzione: Terry Paternoster
Inchiesta delle autrici Zecchi-Di Matteo tratta da “I Quaderni de l’Ora”, edizioni Ila
Palma-Micromedia, Palermo
Video a cura di Diego Zerbini e Giuliano Capozzi
Aperitivo: 20.30 / Inizio Spettacolo: 21.30