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rostagno-mauro-web3MAURO ROSTAGNO
PROCESSO ALLA MAFIA
A 24 anni dall'omicidio si celebra a Trapani il processo ai mafiosi accusati di averlo ucciso

RICORDANDO MAURO
Salone della Provincia di Milano, Via Filippo Corridoni 16
Martedì 25 settembre dalle ore 20.00 alle 23.30   

Saluti: Massimo GATTI e Sergio MARTIN
Coordinano: Paolo BROGI, Toni CAPUOZZO e Jole GARUTI

Filmati, testimonianze, interventi, letture di:
Maddalena ROSTAGNO, Don Luigi CIOTTI, Giuliano PISAPIA, Leoluca ORLANDO, Nando DALLA CHIESA, Lella COSTA, Enrico DEAGLIO, Rino GIACALONE, Marco BOATO, Giulio CAVALLI, Valeria GANDUS, Renato SARTI, Gaetano LIGUORI, Benedetta TOBAGI

Libera, SAO Associazione Saveria Antiochia Omicron, L’Altra Provincia di Milano, Radio Popolare
Con il patrocinio del Comune di Milano

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Il 26 settembre 2012, giorno del 24° anniversario della sua morte, nell’aula bunker “G. Falcone” del Tribunale di Trapani, riprenderanno le udienze dinanzi alla Corte di Assise del processo per il delitto del sociologo e giornalista Mauro Rostagno. Un processo che va avanti da un anno e 8 mesi. Imputati sono due conclamati mafiosi in carcere da tempo a scontare condanne per delitti e per mafia: l’imprenditore Vincenzo Virga, riconosciuto capo del mandamento di Cosa nostra trapanese, e Vito Mazzara, killer di fiducia della mafia trapanese, nonché ex campione nazionale di tiro a volo. Insomma uno che andava a sparare, assieme all’attuale super latitante Matteo Messina Denaro.

La scorsa primavera l’accusa ha concluso l’esame dei propri testi, e adesso vengono ascoltati quelli della difesa dell’imputato Virga. Con la prima udienza dopo la pausa estiva, proprio il 26 settembre, verrà conferita dalla Corte di Assise una nuova perizia sui reperti balistici.
Sulla morte di Mauro Rostagno sono stati costruiti depistaggi e orribili montature, prima di tornare sulla strada maestra della vera inchiesta giudiziaria.

L’impegno del sociologo e giornalista per la giustizia lo ha reso scomodo presso i vertici di Cosa nostra, e l’ordine di morte, come hanno riferito i collaboratori di giustizia sentiti nel processo, partì da Castelvetrano, dal patriarca della mafia del Belice, Francesco Messina Denaro.
A 24 anni dal delitto però, questa non è ancora una verità giudiziaria. Non c’è una sentenza e non ci sarà a breve.

Intanto però il processo, che rimane lontano dall’attenzione dei media, ha messo in luce un sistema di potere criminale incardinato in quell’estremo lembo della Sicilia, la provincia di Trapani, dove è maturata la stagione più insanguinata della storia mafiosa, dominata dal riassetto dei poteri mafiosi e dal tentativo di ottenere riconoscimenti della Stato, quello che ha portato alle stragi del 1992.
E questo è, inconfutabilmente, un dato di fatto.
Su cui vogliamo fermarci a riflettere, nel ricordo, e nella speranza, testarda, che si arrivi quanto prima (sebbene ormai tardi) a mettere nero su bianco la verità.