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palermo ingroiaGiovedì 5 luglio 2012Antonio Ingroia presenta il suo nuovo libro "Palermo. Gli splendori e le miserie. L’eroismo e la viltà", alle ore 18, presso Libreria Kursaal Kalhesa, Foro Umberto, 21 (Palermo), interverranno assieme all'autore Leoluca Orlando e Nando dalla Chiesa

Si intitola “Palermo” il nuovo libro di Antonio Ingroia. Con un sottotitolo che ne svela subito l’anima tormentata: “Gli splendori e le miserie. L’eroismo e la viltà” (Melampo editore). Il magistrato palermitano lo presenterà nella sua città giovedì 5 luglio alla Libreria Kursaal Kalhesa, alle ore 18 in Foro Umberto I n. 21. Ne parleranno con lui due protagonisti della "primavera siciliana": il sindaco Leoluca Orlando e Nando dalla Chiesa.

Questa volta il magistrato antimafia va oltre la sua storia professionale, oltre la memoria dei suoi maestri, di cui pure si avverte nelle 176 pagine una traccia profondissima. Va oltre i delitti e le stragi. E ragiona sul ruolo di Palermo nelle vicende d’Italia, sulle tinte “cariche”, come dice lui, di una storia sempre sospesa fra la tragedia e la speranza. Dove passano seminando morte i poteri illegali della nazione ma dove si trovano anche gli slanci più generosi, le profezie di libertà o di una nuova moralità pubblica.
Palermo protagonista nella difficile, improba partita giocata dal paese “contro” o “per” la vittoria del principio di legalità. Traspare nel libro anche l’Italia che Ingroia incontra nei suoi viaggi, nei dibattiti, nelle scuole, per trarne accenti di speranza, per comunicarci un Paese che in televisione non si vede ma che ha una sua specifica e crescente vitalità. Non più solo il sud che si occupa di mafia ma anche il nord, non più solo le scuole ma tutte le generazioni, non più solo domande da spettatori-tifosi ma interrogativi e richieste da aspiranti giocatori.
“Palermo” è però anche un concentrato di emozioni e di ricordi che affondano nell’adolescenza e nella giovinezza e che illuminano il rapporto intensissimo che questo magistrato perennemente sotto attacco e pubblico ministero in processi cruciali (da Contrada a Dell’Utri) ha stabilito con la sua città, i suoi colori e le sue contraddizioni. I ricordi di studente universitario, di frequentatore dei cineforum, del jazz e del centro Peppino Impastato, danno un senso più radicale e profondo alla sua scelta di servitore della legge, di “partigiano della Costituzione” - come ama chiamarsi - in quel luogo di dolore e di rivolta. Un luogo che da qualche settimana sente il vento di una nuova stagione di speranza.

Per info: 0916167630

 

Le prime righe.
«Palermo. Qualcuno si potrebbe chiedere perché io oggi senta l’esigenza di parlarne, di raccontarla.
Di raccontarmi, anche, dentro la sua vicenda. Rispondo che ci sono forti ragioni personali e storico-politiche che mi spingono a farlo. Personali anzitutto. Perché Palermo è la città nella quale ho speso tutta la mia vita, prima da studente e poi da magistrato. Perché è stata, è teatro della sfida più complicata, la sfida suprema mia e di tanti altri siciliani, quella contro la mafia. Perché qui ho visto morire i miei maestri. In una città che ha intrecciato con una naturalezza drammatica le mie ansie e le mie speranze professionali e civili».

L'autore.
Antonio Ingroia, magistrato, è nato a Palermo nel 1959. Nel 2009 è stato nominato procuratore aggiunto alla Procura distrettuale antimafia della sua città. Allievo di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, dal 1993 ha lavorato a fianco di Gian Carlo Caselli, conducendo numerosi processi su Cosa nostra e sui suoi rapporti con il mondo della politica e dell’economia. Diventato un importante pubblico ministero antimafia, si è occupato di noti casi giudiziari: dal sequestro De Mauro all’omicidio Rostagno, dal caso Contrada ai processi Dell’Utri e Mori. Ha pubblicato vari libri: L’associazione di tipo mafioso (1993), L’eredità scomoda (2001, coautore Gian Carlo Caselli), C’era una volta l’intercettazione (2009), Nel labirinto degli dèi (2010).

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