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ricatto-allo-stato-webVenerdì 16 dicembre alle ore 21.15 presso la sala Nerpiti (Piazza della Libertà) a Tolentino (MC)
il Comune di Tolentino in collaborazione con, Agende Rosse, www.19luglio.com, ANTIMAFIADuemila, La bottega del libro, Associazione culturale "La Città del Sole" presentano il libro "Ricatto allo stato il '41 bis' , le stragi mafiose, la trattativa fra cosa nostra e le istituzioni" di Sebastiano Ardita.


Introducono
Alessandreo Bruni
, Psicologo e Criminologo Vicesindaco Comune Tolentino

Ismaele Vipera
, referente delle Agende Rosse


Intervengono

Sebastiano Ardita, Sostituto Procuratore Direzione Distrettuale Antimafia di Catania

Giovanna Maggi Chelli
, Presidente Familiari Strage di Via dei Georgofili


Modera

Anna Alessia Petrozzi, Caporedattrice di ANTIMAFIADuemila



IL LIBRO
RICATTO ALLO STATO
di Sebastiano Ardita

Divieto di parlare con altri detenuti e di usare il telefono; divieto di ricevere dall'esterno pacchi e denaro; controllo della corrispondenza; esclusione da ogni attività comune. Le regole del regime speciale per i mafiosi in carcere vengono fissate la notte del 19 luglio 1992, poche ore dopo la strage di via D'Amelio. Sono racchiuse in un solo articolo dell'ordinamento penitenziario, il 41 bis , concepito da Giovanni Falcone per isolare i boss che dalle prigioni continuano a esercitare il loro potere criminale e a decretare sentenze di morte.
Una strategia risoluta che rende più difficili i traffici con l'esterno e induce i primi pentiti a parlare, corrodendo le strette maglie dell'organizzazione.
Il 41 bis diventa così, negli anni successivi, l'oggetto di un ricatto di Cosa Nostra allo Stato, e mentre la mafia dissemina di bombe il Paese e manda avvisi inquietanti, la risposta delle istituzioni diventa incerta, se non ambigua. I penitenziari sulle isole vengono smantellati, le richieste di prorogare il regime speciale accantonate.
Davvero lo Stato si è piegato alle minacce dei padrini? Si può ipotizzare una trattativa con la Cupola? Muovendo da un punto di osservazione particolarmente interessante, quello del dipartimento che gestisce i detenuti nelle carceri di massima sicurezza, l'autore esamina gli strumenti legislativi messi in atto, dal 1992 a oggi, per contrastare la mafia. E ricostruendo le mosse fatte da governi e magistrati, la vita e il clima degli istituti di pena, il dibattito e le obiezioni sul carcere duro, aggiunge elementi fondamentali alla questione del supposto cedimento delle istituzioni e dei rapporti fra mafia e politica.



Per informazioni: Comune di Tolentino - Ufficio Scuola tel. 0733901321

 

 

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